Al Porto Antico di Genova consegnato il secondo “cestino mangiaplastica”

Il dispositivo è promosso da LifeGate PlasticLess®, il progetto nato per contribuire alla diminuzione dell'inquinamento dei mari attraverso la raccolta dei rifiuti plastici nelle acque dei porti e nei circoli nautici

18 September 2019 | di Liguria Nautica

Otto milioni di tonnellate di plastica vengono scaricate negli oceani ogni anno a danno della vita marina e della salute dell’uomo e novanta tonnellate nei mari italiani ogni giorno. Un tema, quello dell’inquinamento marino da plastica, a cui Grohe, brand fondato sulla sostenibilità, ha voluto quest’anno dedicare due importanti progetti volti alla divulgazione di una cultura plastic free in difesa dell’ambiente.

In collaborazione con LifeGate, infatti, l’azienda ha appena consegnato al Porto Antico di Genova il secondo Seabin, un innovativo “cestino” che permette di raccogliere ogni anno fino a mezza tonnellata di rifiuti plastici (comprese microplastiche e microfibre).  Nato nel 2018 per contribuire alla diminuzione dell’inquinamento dei mari attraverso la raccolta dei rifiuti plastici nelle acque dei porti e nei circoli nautici, il progetto LifeGate PlasticLess® è già attivo in 42 importanti porti italiani ed esteri.

“Con 4 milioni di visitatori all’anno e la nostra collocazione nel cuore del waterfront della città -ha sottolineato Mauro Ferrando, presidente di Porto Antico di Genova Spa- sentiamo forte la necessità di adottare misure e di incentivare comportamenti virtuosi a tutela dell’ecosistema. L’installazione del secondo Seabin, per cui ringraziamo Grohe e Lifegate, rappresenta un’ulteriore conquista nella nostra politica di sostenibilità ambientale, che si esprime già, per citarne alcune, in iniziative come l’elettrificazione delle banchine per i superyacht, l’installazione delle colonnine di ricarica per le auto elettriche e dei pannelli fotovoltaici, l’efficientamento dei sistemi di riscaldamento e raffrescamento degli edifici e, da ultimo, Plasticfree, il progetto adottato per la riduzione della plastica monouso nei locali pubblici dell’area e in occasione dei grandi eventi. Il nostro impegno sta ottenendo risultati evidenti che ci stimolano a fare ancora meglio e di più”.

“L’ecosistema marino -ha aggiunto Domenico Rizzo, marketing director di Grohe Italia- rappresenta un patrimonio di vitale importanza per il mondo intero e per l’umanità. L’acqua è una risorsa importante e acquisire oggi un comportamento attento alla sostenibilità, diminuendo gli sprechi e rispettando i nostri mari attraverso una gestione attenta dei rifiuti plastici, deve diventare priorità e comportamento abituale per ogni individuo. Grohe non si ferma alla semplice adozione del Seabin installato nel Porto Antico di Genova per sposare un comportamento Plasticless ma con le proprie soluzioni di microfiltrazione dell’acqua Grohe Blue consente a ogni famiglia di contribuire attivamente all’eliminazione delle bottiglie di plastica, riducendo così sprechi e inquinamento”.

Seabin al Porto Antico di Genova (2)“Siamo molto orgogliosi -ha concluso Enea Roveda, CEO di LifeGate- di portare avanti il progetto LifeGate PlasticLess® a Genova e di consolidare la nostra collaborazione con Grohe, che prosegue nell’impegno rivolto alla sostenibilità. Dopo il successo del primo anno di attività, l’obiettivo è quello di continuare questo percorso per ridurre i rifiuti plastici presenti nelle acque dei nostri mari, laghi e fiumi e creare maggiore consapevolezza su questa problematica ambientale oggi così importante”.

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1 commento

  1. Domenico Pagano says:

    Seabin (bidone del mare) è veramente un Bidone vi spiego perché: è azionato da una pompa sommersa che consuma 0,5 kW ora circa 1000 Euro anno, necessita di manutenzione continua, un addetto deve giornalmente pulire il filtro raccoglitore, una volta al mese i denti dì cane e le cozze che si attaccano alla struttura devono essere rimossi, in caso di mareggiate alghe e legni galleggianti ne impediscono il funzionamento, gli ctenofori (noci di mare) vengono inghiottite e vanno ad ostruire il filtro ovviamente morendo, tirate Voi le conclusioni.? I rifiuti raccolti dovrebbero essere oggetto di raccolta differenziata cosa alquanto difficile se non impossibile visto l’impasto che si va a formare nel filtro raccoglitore.

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