FedePiloti al Parlamento: “Subito una postazione avanzata per il pilotaggio nelle Bocche di Bonifacio”

La Federazione italiana Piloti dei Porti, ascoltata in audizione dalle Commissioni Ambiente e Trasporti, ha raccontato il paradosso che avviene nelle Bocche di Bonifacio: pilota a bordo solo raccomandato e su base volontaria

20 April 2021 | di Giuseppe Orrù
Pilotaggio nelle Bocche di Bonifacio
Una pilotina delle Bocche di Bonifacio

Serve subito una postazione avanzata per il pilotaggio nelle Bocche di Bonifacio, a La Maddalena o a Santa Teresa di Gallura, con un progetto di pilotaggio serio e immediate risorse“. A dirlo è la Federazione Italiana Piloti dei Porti, che è stata ascoltata in audizione durante una seduta congiunta delle Commissioni parlamentari Ambiente e Trasporti, nell’ambito della discussione sulle “iniziative di tutela ambientale e di regolazione del transito marittimo nelle Bocche di Bonifacio”, presentate dai deputati Paola Deiana ed Edoardo Rixi.

Sul tema è stato delegato, in rappresentanza di Fedepiloti, il già presidente Francesco Bandiera, pilota del porto di Olbia, che è intervenuto in videoconferenza portando i saluti dell’attuale presidente Luigi Mennella.

BOCCHE DI BONIFACIO: FRAGILI, DELICATE E PERICOLOSE

La Federazione, negli atti depositati, ha sottolineato alle due commissioni come “il progetto del servizio di pilotaggio nello Stretto delle Bocche di Bonifacio – ha spiegato Bandiera in audizione – nasca a seguito di una specifica risoluzione dell’International Maritime Organization, organo tecnico delle Nazioni Unite, quale condizione necessaria per la determinazione in via definitiva dell’unica Area Marina Particolarmente Sensibile (PSSA – Particulary Sensitive Sea Area) del Mediterraneo, la seconda al mondo, dopo Torres Strait in Australia – Papa Nuova Guinea, per caratteristiche ambientali, sociali, politiche ed economiche“.

Sempre l’IMO ha inserito il pilotaggio a integrazione di quelle che definisce Misure Associate di Protezione Ambientale (APM – Associated Protective Measure), ovvero un “pacchetto” di misure intese a raggiungere il massimo livello di prevenzione, protezione e sicurezza marittima e ambientale dai pericoli del traffico marittimo internazionale, che sono schema di rotte raccomandate, servizio VTS (Vessel Traffic Service) con comunicazione via radio e servizio di pilotaggio raccomandato.

PILOTA A BORDO NELLE BOCCHE DI BONIFACIO? SOLO RACCOMANDATO

Francesco Bandiera, presidente della Federazione Italiana Piloti dei Porti

Francesco Bandiera, già presidente della Federazione Italiana Piloti dei Porti

E’ bene evidenziare – ha ricordato il comandante Bandiera – che dal 1° luglio 2014, sempre nell’ottica di contribuire attivamente alla tutela delle Bocche di Bonifacio, i piloti del porto di Olbia e Porto Torres garantiscono, insieme ai piloti francesi, quest’ultimi dal 7 novembre 2014, un turno di guardia regolare di prontezza operativa e invio di informazioni di servizio su richiesta dei comandanti delle navi, senza alcun costo riconosciuto“.

Il gruppo di pilotaggio internazionale – ha aggiunto Bandiera – istituito e coordinato su base volontaria, ha sempre dovuto far fronte alle non poche difficoltà logistiche e operative in solitudine, consentendo così, di fatto, l’applicazione delle misure disposte dall’IMO. Tutto ciò avviene da ormai a quasi 7 anni da una prima fase di sperimentazione, durante i quali solamente 36 navi hanno rispettato la raccomandazione del pilota a bordo, a fronte delle oltre 20 mila unità transitate“.

Liguria Nautica aveva raccontato del paradosso di questa situazione e dell’encomiabile svolto dai piloti volontari proprio in un’intervista al comandante Francesco Bandiera.

FEDEPILOTI: “SERVE UNA POSTAZIONE AVANZATA”

Dopo aver riconosciuto come paradossale che il pieno svolgimento di un progetto di rilevanza internazionale si basi, di fatto, sull’opera volontaria dei pochi piloti coinvolti e constatato il fallimento di questi primi 7 anni di sperimentazione, la Fedepiloti suggerisce l’individuazione di un soggetto pubblico che possa gestire un serio avviamento operativo di una postazione avanzata a La Maddalena e/o a Santa Teresa. Al momento infatti, quando chiamati, i piloti devono partire dalle loro sedi di Olbia o Porto Torres, con costi e tempi d’intervento insostenibili.

Preso atto delle due risoluzioni proposte, il cui iter potrebbe durare molto tempo e sul cui esito non vi è certezza, principalmente per le condizioni giuridiche dello Stretto internazionale delle Bocche, una giusta informazione alle navi in transito circa la disponibilità del servizio di pilotaggio potrebbe essere un buon compromesso iniziale.

Questo – spiega FedePiloti – creerebbe una coscienza collettiva sulla fragilità e delicatezza, oltre che pericolosità, di questo tratto di mare e raggiungerebbe l’obiettivo di avere un certo numero di navi che utilizzerebbe tutte le misure associate, quindi anche il pilotaggio, dando la possibilità di inserire il servizio in pianta stabile all’interno del sistema di pilotaggio tradizionalmente conosciuto in Italia“.

L’80% DELLE NAVI NELLE BOCCHE AD ALTO/ALTISSIMO RISCHIO AMBIENTALE

Un’analisi del traffico degli ultimi dieci anni, sulla base di alcuni dati ufficiali, rivela che lo Stretto di Bonifacio viene utilizzato in prevalenza da navi straniere e la percentuale considerata ad alto/altissimo rischio ambientale (secondo una tabella di classificazione dell’IMO) è sempre ben oltre l’80% negli ultimi 5 anni.

La Federazione Italiana dei Piloti dei Porti si è infine dichiarata disponibile a partecipare ad eventuali iniziative e tavoli sul tema, per i quali manterrà sempre un atteggiamento propositivo nel pieno rispetto dei ruoli, auspicando pertanto che si possa dare inizio a quella che può essere definita la “fase 2” della sperimentazione, con l’obiettivo di verificarne l’efficacia entro 24/36 mesi. Un progetto di pilotaggio raccomandato serio, però, necessita di risorse immediate.

Cliccando qui è possibile rivedere il video dell’audizione parlamentare.

 

Giuseppe Orrù

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