Nuova Darsena della Foce, il manifesto del comitato Porto Aperto. “Genova è davvero una città turistica?”

Il comitato interviene sulle concessioni della Nuova Darsena della Fiera del Mare, su cui ancora si attende il parere del Tar dopo il ricorso presentato da Ucina. Quindici domande per chiedersi in che direzione stia andando la città e il suo diporto

8 March 2019 | di Giuseppe Orrù
Ecco come sarà la Nuova Darsena Nautica
Ecco come sarà la Nuova Darsena Nautica

Il comitato Porto Aperto interviene sulla vicenda della Nuova Darsena della Fiera del Mare di Genova e sulle concessioni ai Cantieri Amico e a Ucina-Saloni Nautici approvate dall’Autorità Portuale di Genova.

Mentre ancora si aspetta il parere del Tar, dopo il ricorso presentato da Ucina, il comitato presieduto da Fulvio Silingardi e un gruppo di armatori che avevano la loro barca in darsena alla Foce, hanno presentato una sorta di “manifesto” con quindici domande e considerazioni sul futuro di Genova, che punta a diventare “la città più bella del Mediterraneo”, per dirla con il sindaco Marco Bucci, e sul futuro del diporto nautico nella Superba. Vengono sollevate problematiche di tipo turistico, tecnico, ambientale ed economico. I diportisti temono anche per il futuro del Salone Nautico. Ecco i quesiti.

IL “MANIFESTO”

1- Sappiamo che quest’area demaniale è stata costruita con soldi pubblici, con la destinazione d’uso per una marina da diporto. Ci chiediamo perché le istituzioni vogliono assegnare il 60% di essa a un privato, la cui attività principale sono le riparazioni navali.

2- Sappiamo che verranno attraccati dei megayacht da 100 metri (vere e proprie navi) che probabilmente rimarranno sempre accesi. Ciò significa che l’aria che respireremo, sia noi che gli abitanti dei quartieri Foce e Carignano, con le semplici brezze di mare, non sarà più ricca di iodio, ma di scarichi dei camini e polveri sottili?

3- Si vuole fare diventare Genova la città più bella ed importante del Mediterraneo, che attiri i turisti e si rilanci sfruttando le sue bellezze. Splendido progetto, ma i presupposti sono questi? Cantieri nel centro città? Sono già noti i limiti e problemi sofferti dai croceristi, aggiungerne altri e per fatto e per immagine mette a rischio la città e il suo indotto.

4- Sentiamo che verranno costruiti capannoni per le officine, ciò significa che dopo 60 anni Genova dovrà dire addio al Salone Nautico? E’ pensabile, e dove, spostare i mega yacht per oltre un mese durante le attività del Salone Nautico? Quali garanzie ci sono perché tali spazi siano liberati nei tempi e nei modi necessari? Solo per accontentare un privato, che ha già tanto spazio a disposizione per le sue attività, oltretutto in aree incompatibili?

5- In tal caso, quali perdite dovranno subire i ristoratori, gli albergatori e tutto l’indotto correlato?

6- Quest’area permetteva, ai bambini e ragazzi della FIV, di iniziare a praticare lo sport della vela con le loro simpaticissime barchette. Pochi giorni fa, sono stati sgomberati e spostati vicino al palasport, senza uno spogliatoio, un bagno, una doccia, con i campionati mondiali alle porte. Bambini di 8 anni obbligati a trascinare la propria barchetta per decine di metri per arrivare allo scivolo. Inoltre i disabili che venivano ospitati e portati in mare a godere di una giornata per loro un po’ diversa, non avranno più questa possibilità. È questa la Genova che vogliamo?

7- Riceviamo molte notizie incerte, nessuno sa quale sarà la situazione futura, fra 4 anni scadrà la concessione a I Saloni Nautici, non sappiamo quale sarà il nostro futuro e dei dipendenti, quali investimenti è possibile fare in un lasso di tempo cosi’ minimale e costellato da incertezze?

Non siamo solo 120 armatori, ma 120 cittadini amanti del mare che ospitano amici, famiglie ed amici di amici, per fargli vivere una giornata a contatto col mare e la nautica, che non è un’attività per pochi, ma un hobby e una passione come tante altre.

8- Vorremmo sviluppare un progetto, dedicato alle famiglie amanti del mare, con l’associazione Blu Wind, per far capire quanto è bello andare a vela, nel silenzio e con la sola musica del mare. Vorremmo trasmettere la passione della pesca in mare, con escursioni dedicate. Vorremmo anche un po’ di pace in questo posto meraviglioso, con acqua limpida e dei tramonti spettacolari.

9- Tanti abitanti di Genova non sanno che alla Foce esiste quest’area chiamata Nuova Darsena, che ha un potenziale enorme per lo sviluppo della nautica da diporto, che potrebbe essere un polo attrattivo e ricettivo per il turismo, noi come fruitori dell’area vorremmo portarli a conoscenza di tutto ciò, e di quale altra occasione Genova perde per il suo rilancio.

10- A settembre 2018, in seguito alla nuova delibera, hanno perso il posto barca circa 180 altri diportisti. La marina da diporto coinvolge anche un importante indotto, quindi portiamo una ricchezza ed un’occasione di lavoro, oltre che sana valvola di sfogo, per i giovani. Perchè tutto questo non viene considerato?

11- Il progetto Waterfront di Levante di Renzo Piano, che la città, attraverso le sue figure di riferimento (sindaco, presidente della Regione etc), aveva fatto suo, cosa prevede per quanto riguarda la marina da diporto, nell’area a mare del palazzetto dello sport? Come si integrano nel progetto gli spazi ad ora utilizzati dalla Marina Fiera di Genova?

12- Alcuni armatori vengono da altre città d’Italia. Cosa diranno di Genova, e di questa situazione, nella propria città? Il grosso rischio è di spostare ricchezza alla vicina Francia e perdere opportunità e turismo.

13- Perché a Genova le varie amministrazioni pubbliche, che dovrebbero dare l’esempio nel rispetto delle regole, non considerano mai le convenzioni internazionali, che impediscono assolutamente l’insediamento di cantieri navali in città? Prova ne è che a Genova, attaccati ai centri abitati di Carignano e Foce, ce ne sono già tantissimi. In merito a ciò, non sembra a nessuno che la tendenza futura sia in tale senso, nonostante le recenti iniziative del Comitato Porto Aperto, a difesa dei cittadini e del territorio. Il 27 marzo il Tar si dovrà pronunciare in merito, almeno in questa sede ne verrà tenuto conto?

14- I turisti stranieri che transitano con le navi da crociera all’ingresso del porto di Genova, abituati a vedere siti che rispettano le convenzioni internazionali sulle distanze dei cantieri navali, come possono giudicare favorevolmente la nostra bellissima, ma martoriata città?

15- Ci piacerebbe molto che i ragazzi della Fiv tornassero con le loro barchette, un pochino grazie anche a noi, al comitato Porto Aperto.

 

Questi i quesiti posti dal comitato Porto Aperto e dal gruppo di armatori della Darsena della Foce. Se qualcuno volesse fornire delle risposte, ovviamente saremo ben lieti di pubblicarle sulla nostra testata.

 

Giuseppe Orrù

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16 commenti

  1. Mario Salvai says:

    Secondo me, ora, l’unica via di uscita, per fugare qualsiasi dubbio e placare qualsiasi polemica che inevitabilmente monterebbe sempre di più è la seguente: concedere i 4 anni di concessione a I Saloni Nautici per il 100% dell’area, obbligandola ad eseguire le migliorie che ha sempre desiderato fare, ma inevitabilmente sempre impossibilitata a causa delle precedenti concessioni troppo brevi.
    Nel 2021 eseguire uno step intermedio per verifica dello stato di avanzamento, e grado di soddisfazione dei fruitori e dei genovesi.
    Se la verifica risultasse positiva si confermerebbe il secondo biennio, entro il quale presentare ulteriore progetto riqualificante, eventualmente con prolungamento di concessione da studiare.
    Chiedo ai vari soggetti di prendere in considerazione tale ipotesi.

  2. Quaglia m. Cristina says:

    Purtroppo Genova non ha mai saputo decidere che posizioni assumere. Gli amministratori si fanno trascinare dall’ingordigia del subito. Non si pensa al domani, al fatto che ci sarà una città ssempre più devastata. A parte l’angolo del Porto antico il centro città è già un cantiere. Adesso vogliono farr diventare un cantiere anche la nuova darsena……se ne fregano dei cittadini, delle vele per i bambini…. loro incassano subito e se un domani questo privato che favoriacono cederà l’attività a qualche straniero pazienza. Il noatro waterfront rimarrà un opera incompiuta ed il degrado della zona Foce aumenterà sempre di più ce lo meritiamo??? Ho paura di si!!

  3. Mario Salvai says:

    Mi permetto segnalare che finalmente i media e l’opinione pubblica, grazie all’articolo di Liguria Nautica, prendono coscienza del problema. Viva la Genova buona.
    http://www.primocanale.it/notizie/riparazioni-navali-comitato-porto-aperto-contro-i-cantieri-amico-205743.html

  4. Luca says:

    Che schifo, cosa non si farebbe in nome del Dio DENARO…….
    Genovesi, dite pure addio al Salone Nautico e contestualmente, respiratevi un po’ di schifezze in più

  5. Vitto says:

    Credo ci siano pasticci anche per assegnazione area quartiere fieristico: troppa sponsorizzazione per i Francesi senza soldi. Ma come, hanno presentato il progetto senza farsi i cinti dopo 9 mesi da bando ??? Che figura… idem per commissione e vertici del comune. Anche accettare impunemente il progetto di Piano, mi si dice non sia legale, che si sarebbe dovuto fare un bando anche per accettare il progetto. Poi i “REGALI” dell’arcchitetto Sono sempre costosi.. provate a chiedere una piccola modifica al suo progetto, vedrete cosa costa…
    Bucci, ho votato per te, ma non lo fato più e lo dirò agli amici. Una sola parola: TRASPARENZA!!!!!!!!

  6. Vittorio says:

    Aderisco al Comitato: le riparazioni navali dovevano scomparire dal centro città per restituirla ai cittadini.
    Da come si può immaginare, la palazzina blu, ossia padiglione B, sarà acquisita o locata ad Amico, sicuramente il piano terra. Ma qualcuno si sta svegliando per mettere a nudo la cruda verità.. per interesse di un singolo…
    Come può un sindaco accettare questo?? Ai lettori la risposta

  7. Elio Benetelli says:

    Non voglio e non posso credere che la mia città, la mia regione, stiano rinunciando alla loro vocazione turistica, alla cura e al rispetto dei propri litorali, alla marineria della sua gente che nasce e si sviluppa attraverso chi davvero ama e frequenta il mare, e infine stia rinunciando anche al salone nautico che parrebbe non avere più gli spazi necessari. Se la questione water front fosse o fosse stata più consolidata probabilmente “il disegno” sarebbe più chiaro, ma anche su questo aspetto pare non vi siano buone nuove. Fare la somma a questo punto è facile e triste.

  8. vincenzo napolitano says:

    sono con voi.Ora me ne sono andato da Genova ,città moribomda da sempre e ormai morta,quasi defonitivamente.Genova città di alpini si diceva..

  9. Mario Salvai says:

    Basta!!!
    Mi sono iscritto al Comitato Porto Aperto.
    Voglio anch’io essere utile per difendere la mia città dalle prepotenze.
    Non voglio essere complice e non pentirmi, un domani, per non avere fatto nulla per i miei figli.
    Ho speso la folle cifra di 10 €. per iscrivere 2 persone e contribuire ad essere in tanti a dire “Basta!!”.
    Viva la Genova buona!!

  10. Paolo Rossi says:

    E meno male che abbiamo un sindaco velista…pensate se odiava il mare..comunque un grazie a questo comitato di cittadini svegli che non si fanno ipnotizzare dalla favoletta del water front. Giusto oggi i bambini delle scuole vela hanno avuto difficoltà ad accedere al mare perché in corso il Festival dell’Oriente…una scena pietosa per la quale dobbiamo ringraziare la nostra pubblica amministrazione.

  11. Fabio Caruana says:

    È talmente tutto in controtendenza alle parole che mi preoccupa come cittadino e sportivo.
    Avevamo il più bel Salone del mediterrano e un progetto di waterfront per quanto impegantivo sintomatico di una linea di crescita e sviluppo della citta del suo storico mare e attività ad esse conesse.
    Arrivare a sfrattare le generazioni future dalle aree sportive è l’apice del controsenso.
    Mi auguro che i nostri politici e il nostro sindaco noto amante del mare possa agire con buon senso .

  12. Mario Salvai says:

    Grazie al Comitato Porto Aperto, ora so che Genova è un caso mondiale per l’incompatibilità delle aree del Porto, utilizzate come sede dei cantieri navali, in relazione alla vicinanza delle zone abitate. Ora so che esiste la convenzione internazionale di Hong Kong del 2009, secondo la quale in tutto il mondo si stanno delocalizzando i cantieri, e che a Genova, nella Foce e Carignano, se ne sta invece autorizzando l’espansione.
    Ma i Comitati di Quartiere non fanno nulla? A cosa servono?

  13. Paolo Alfieri says:

    Grazie Liguria Nautica, Guardare quella cartina fa male al cuore, ma peggio ancora e pensare che i nostri amministratori locali accettino uno scempio del genere distruggere uno dei porti turistici più belli della liguria in pieno centro per soddisfare gli interessi di un privato Poi li sentiamo parlare nelle varie Tv di sviluppo del turismo locale. I Genovesi e sopratutto i residenti alla Foce e Carignano sanno cosa sta succedendo ? La stampa Genovese e le Televisioni locali sono a conoscenza di tutto questo? o non volgliono sapere ?….. rimane da sperare nel TAR

  14. Giuse says:

    Non si é ancora capito che fra 4 anni tutta la Darsena sará di Amico e invece dell fiere faranno riparazioni navali?? E dire che i precedenti politici al Governo hanno pensato di spostare tutte le riparazioni navali…
    Vantaggio di uno a svantaggio della comunità… BRAVO SINDACO…

  15. Mario Salvai says:

    Speriamo che almeno il TAR fermi uno scellerato processo di cantierizzazioni selvagge.

  16. Stefano Goria says:

    Ognuna di queste domande va a scoperchiare pentoloni scomodi e pieni di patate bollenti. Speriamo che da questa metafora possano nascere risposte ricche di gusto e magari anche un po’ speziate!!

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