Waterfont di Levante: è pronto un piano B? Intervista esclusiva al rappresentante degli olandesi

Abbiamo intervistato l'architetto del Gruppo olandese, Eldert Overzee, per avere un suo parere sull'evolversi del nuovo waterfront di Levante

24 February 2019 | di Liguria Nautica
La zona interessata dal progetto del Waerfront di Levante
La zona interessata dal progetto del Waterfront di Levante

Forse anche a seguito dei nostri articoli sui “misteri” della Fiera di Genova e sul percorso tortuoso del nuovo Waterfront di Levante, l’assessore all’urbanistica e al demanio del Comune di Genova, Simonetta Cenci, ha dato delle prime risposte sulla stampa cittadina: pare infatti che la società EM2C entro febbraio farà finalmente pervenire l’offerta per l’acquisto dell’aerea prevista dal bando (escluso il Padiglione Blu Jean Nouvel), al momento ancora non formalizzata, probabilmente per possibili proroghe concesse. Ricordiamo che per stipulare l’accordo, l’offerta, salvo proroghe, sarebbe dovuta arrivare entro il 30 novembre.

Vorremmo comprendere in particolare quale sarebbe il “piano B” di cui ha parlato l’assessore Cenci. Dopo mesi c’è ancora incertezza sull’affidamento dei lavori?  O le proroghe sono state concesse per la ricerca di sponsor e capitali?

Noi di Liguria Nautica siamo riusciti a contattare e ad intervistare Eldert Overzee, l’architetto di Oudendal Group, il gruppo olandese escluso dalla prima fase della manifestazione di interesse perchè l’idea presentata non sarebbe stata conforme al disciplinare di gara, per avere un suo parere sulla vicenda.

Signor Overzee può spiegarci perché l’Oudendal Group, con sede in Olanda, è interessato allo sviluppo di un progetto sul lungomare di Genova?

Il Gruppo Oudendal ha seguito con attenzione il concorso di idee al fine di poter acquistare le aree, con un progetto già condiviso dal Comune, e realizzare gli interventi in tempi brevi. Purtroppo al concorso indetto da SPIM nessun progetto si è qualificato e pertanto abbiamo deciso di proporci direttamente come promotori. Infatti, come gruppo, siamo specializzati nell’acquisto di aree degradate e nella loro riqualificazione, realizzando nuovi quartieri vivaci e dotati di innovative infrastrutture, servizi pubblici e privati, puntando soprattutto nelle energie alternative con emissione di polveri sottili in atmosfera prossime allo zero.

Il complesso SPIM al Waterfront di Genova è infatti un’area molto problematica: l’attività fieristica è in forte crisi e gli spazi espositivi attuali rimangono per la maggior parte dell’anno vuoti, con considerevoli costi e perdite per l’amministrazione. Si tratta insomma di un’area che attualmente presenta aspetti di rilevanti problematicità ma rappresenta altresì una enorme potenzialità per l’intera città. Pensiamo che in questo momento storico un “refit” totale dell’area sarebbe un grande vantaggio per la città di Genova, per i suoi cittadini, per i visitatori degli spazi espositivi, per le nuove imprese che si insedieranno nella zona rinnovata e per gli abitanti stessi della Foce.

Può farci capire in breve la differenza tra la proposta di Oudendal e quella di EM2C?

Progetto Renzo Piano Building Workshop – Gli attracchi

Il Gruppo Oudendal è un grande fan del lavoro dell’architetto Renzo Piano. Il fatto che Renzo Piano abbia “visualizzato” il lungomare così come è stato proposto alla città di Genova, è stato uno dei motivi per cui eravamo interessati al progetto sin da subito. La differenza fondamentale tra la nostra proposta e la proposta francese è che abbiamo preso la proposta di Renzo Piano come un “Masterplan”, come “linea guida”, come “ispirazione” per un progetto finale pratico ed economicamente realistico dell’area, mentre i francesi hanno seguito fedelmente l’idea di Renzo Piano quasi esattamente come è stata proposta alla città, senza alcuna modifica sostanziale.

Perchè il vostro gruppo ha apportato queste variazioni?

Prima di tutto la proposta del Waterfront di Levante era intesa come un “piano regolatore”, come una filosofia, una linea guida per lo sviluppo futuro della città, non è mai stata intesa come un progetto definitivo e finale. In secondo luogo il progetto Waterfront era nato come un “progetto pubblico”, pertanto senza considerare l’aspetto economico di un eventuale operatore privato.

È evidente che una volta posto in vendita il bene, è necessario trasformare il progetto “pubblico-non commerciale” in un progetto “pubblico-commerciale” e conseguentemente si devono apportare alcune modifiche al fine di poter garantire la sostenibilità economica anche nell’interesse pubblico. Solo così potrà essere garantita la realizzazione delle opere, molte delle quali di interesse pubblico.

Signor Overzee cosa ne pensa infine dei ritardi sulla procedura?

Non voglio commentare ma penso che i ritardi non vadano a beneficio di nessuno. In questo momento di crisi economica sarebbe meraviglioso se si trovasse una soluzione rapida e si potesse realizzare questo importante investimento in città. È ovvio che l’idea da noi studiata, finalizzata a restituire alla città un quartiere ultramoderno ma assolutamente attento e rispettoso degli aspetti ambientali, creerebbe un importante e nuovo indotto con la creazione di imprese, posti di lavoro e spazi pubblici per dare anche nuova vitalità a Genova.

 

(Credit: foto 1 Ucina, foto due Spim)

 

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14 commenti

  1. FRANCESCO ODETTI says:

    chi pensa male indovina.. sempre seconda repubblica e’

  2. Mario Salvai says:

    L’amministrazione pubblica, che sia comunale o demaniale, dovrebbe mettere al primo piano gli interessi di tutta Genova, se la si vuole veramente far decollare. Quell’area potrebbe essere tranquillamente dedicata alla nautica da diporto, attirando i ragazzi ed i genitori ad imparare la vela, la pesca, il saper andare per mare, come per altro succedeva sino a pochi mesi fa. Genova Levante, città di mare con un porto commerciale importante, merita uno spazio marino per gli amanti del mare, che sono tantissimi.
    Ma perchè non si instaurano mai le condizioni affinchè ciò succeda?
    Così sembra una città di masochisti…ma basta con questa visuale!!! Sveglia!!! Siamo nel 2019 e non più negli anni 30.
    Viva Genova viva!!

  3. Dome says:

    Credo tu abbia centrato analisi

  4. Mariarosa says:

    Effettivamente c’è più di qualcosa che non è chiara, considerando che se n’è parlato solo una volta in consiglio comunale con una interrogazione… secondo me interverrá la Magistraura…e salta tutto..
    Gli olandesi hanno sbagliato a non assicurarsi da prima la collaborazione con qualche architetto conosciuto alla città e che ha già lavorato a genova con progetti e costruzioni importanti per la città….
    Chi vivrá, vedrá..
    MR

  5. Fausto says:

    Risultava alla cittadinanza che le riparazioni navali dovevano lasciare il centro città per una riqualificazione turistica dell’area, anche a seguito dell’inquinamento riscontrato nel quartiere di Carignano. Per rilanciare la Fiera del Mare, con manifestazioni fieristiche tra le quali il Salone Nautico, la Darsena avrebbe dovuto ragionevolmente essere assegnata alla UCINA. Il personale della Fiera del Mare è stato spostato alla soc. Porto Antico dando l’impressione di voler abbandonare la Fiera stessa. La delibera della Giunta Comunale,peraltro, prevedeva anche la vendita del padiglione B (quello blu).

    Ciò che invece è concretamente accaduto è che il 60% della Darsena è stata assegnata per 20 anni ad Amico (riparazioni navali), e il 40% per soli 4 anni ad UCINA; il Padiglione B è stato escluso dalla gara indetta dalla SPIM, ma si può immaginare che lo stesso potrebbe essere ceduto ad Amico per un utilizzo non pubblico.

    Dopo 4 anni la Darsena assegnata ad UCINA potrebbe quindi prevedibilmente passare ad Amico. Ciò potrebbe comportare che non si faranno più fiere di rilevanza nazionale e internazionale avvilendo quindi l’interesse pubblico sotteso.

    Sembra che ci siano troppe questioni da chiarire in questa vicenda per la Fiera, tra le tante, l’assegnazione dell’area con proroghe e con trattative con un solo concorrente. Allo stato, si potrebbe ipotizzare anche un danno erariale. Qualora arrivasse l’offerta dei francesi (entro oggi?..) si immagina che detta proposta sarà condizionata ed eventualmente realizzata con pagamenti procrastinati nel tempo in considerazione del fatto che l’aggiudicatario pare non abbia la disponibilità immediata delle risorse. Sarebbe necessario dunque, nell’interesse di tutti i cittadini e della città, riconsiderare questo anomalo percorso.

  6. Mario Salvai says:

    Sinceramente vedere i bambini sgomberare con le proprie barchette, per dare spazio e sfogo alla lotta fra giganti ed alla loro ingordigia e prepotenza, è una sciabolata a tutto ciò che i genitori e adulti, con visuale più naturalmente nautica, hanno fatto fino ad oggi. Che bell’esempio…
    C’è ancora chi pensa che la vela, o la piccola nautica da diporto, sia un’attività alla portata di pochi…niente di più falso… PROVARE PER CREDERE!!
    Un’attività sana, semplice, naturale, formativa…genovese!!! Macchè…gli interessi imperano…in barba ai progetti iniziali con investimenti pubblici…e poi i giovani vanno all’estero…li capisco.

  7. Maurizio Rossetti says:

    L’unica cosa vera è che il privato Amico con il consenso del comune, regione e autorità portuale sta industrializzando quel poco di bello che era rimasto alla foce. Cantieri navali, ricavi, e favoritismi. Questo signore in poco tempo a relegato in un angolo i cantieri storici genovesi (Gatti ed altri) per piccole imbarcazioni come la stragrande maggioranza presenti e locomotore per altre piccole attività artigianali prossime alla chiusura. Relegato mi un angolila il porto turistico sfogo al mare per i genovesi residenti a levante, in proiezione della chiusura di tutti gli altri approdi per il progetto di Renzo Piano. Ma di cosa stanno parlando? Solo chiacchiere e basta, intanto la piovra amico ha già transennato, recitando l’area messa a sua disposizione ……… senza attendere il ricorso fatto dai saloni nautici, ricordanto per ultimo che il tutto è stato fatto con soldi pubblici per favorire il turismo e la piccola nautica…….
    credo quindi che l’esito del ricorso Amico lo sappia già

  8. Stefano Vajda says:

    Per riprendere un vecchio adagio, Francia o Olanda, purché se magna…
    L’ingresso di massicce risorse private sicuramente può accelerare le operazioni ma i bellissimi propositi del nostro Piano (Renzo) rischiano di rimanere una pia illusione e quelli che operano nell’area si troveranno buttati fuori per un vertiginoso aumento degli affitti degli spazi. E, temo, non a favore del Comune e della collettività.
    Spero di sbagliare.

  9. Mario Salvai says:

    L’ANSA aveva scritto cosa diversa, cioè che dal TAR della Liguria è stato rifiutato il ricorso dell’accesso agli atti, e non il ricorso sulle concessioni, per il quale rimane fissa la data del 27 Marzo per il parere del TAR…che confusione…
    http://www.ansa.it/mare/notizie/rubriche/nauticaesport/2019/02/25/nuova-darsena-nautica-tar-respinge-ricorso-saloni-nautici_c17b1c97-2a8f-44b9-83ca-897d723e0ffd.html

  10. Mario Salvai says:

    Mi permetto, se posso, di pubblicare questo link, significativo di quanto sia intricata la situazione, oltre che spiacevole per Genova, che perde uno sfogo sul mare nel pieno centro della città sostituendolo con un probabile, oltre che importante, cantiere.
    http://m.ilsecoloxix.it/p/genova/2019/02/25/AEmA0xr-ricorso_darsena_respinge.shtml
    Per farla diventare la città di mare più importante del Mediterraneo si poteva partire con un altro tipo di approccio, o no?
    E tanti girano la testa dall’altra parte, ma quando si lamenteranno, per dare giusto sfogo al mugugno (segnale di vero e concreto interesse, oltre che di battagliera reazione), non ammetteranno mai di aver voltato la testa…

  11. Quaglia Maria Cristina says:

    Come possono pensare al waterfront quando un privatoottiene una concessione di 20 anni per allestire un cantiere nelll’aria della Fiera di Genova?????

  12. Mario Salvai says:

    …nella peggiore stanno fermi…

  13. Stefano Goria says:

    Basta guardare i titoli della sezione POTREBBE INTERESSARTI ANCHE per capire che sull’argomento non ci si capisce più nulla. E i genovesi nella migliore delle ipotesi possono solo stare e guardare e nella peggiore…

  14. Mario Salvai says:

    Sembra che il futuro sia molto incerto, viene da chiedersi se dopo 60 anni Genova perderà il Salone Nautico, e non per la crisi visto che i saloni di Cannes e Dusseldorf vanno a gonfie vele, ma per l’incapacità di gestione e organizzazione di un potenziale enorme, come effettivamente sono gli spazi contesi della Nuova Darsena, Palasport, ecc…
    Fra poco quali conseguenze pagherà l’indotto collegato?
    Pochi giorni fa i bambini della FIV hanno dovuto sgomberare le loro barchette a vela, conseguenza delle lotte fra giganti.
    I giganti, per curare i propri interessi, schiacciano i bambini, girano le spalle a Genova e ai genovesi…e noi siamo spettatori inermi…

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