Il futuro del porto di Genova passa anche dalla “Via della Seta”: a Palazzo San Giorgio istituzioni, operatori e sindacati a confronto

A Palazzo San Giorgio incontro tra istituzioni, operatori del settore marittimo e portuale e rappresentanze sindacali per parlare del rilancio del porto e della città

18 April 2019 | di Redazione Daily Nautica
Convegno Il Mediterraneo e la Via della Seta, a Palazzo San Giorgio, Genova, 16 aprile 2019
Convegno Il Mediterraneo e la Via della Seta, a Palazzo San Giorgio, Genova, 16 aprile 2019

Affrontare la questione “Via della Seta” senza pregiudiziali ideologiche, valutando le opportunità offerte dagli accordi siglati dal governo e gli eventuali rischi, ribadendo al contempo l’importanza di tutelare il mercato e tutti gli operatori. E’ quanto auspicano istituzioni, operatori del settore marittimo e sindacati che nei giorni scorsi a Palazzo San Giorgio di Genova hanno partecipato al convegno “Il Mediterraneo e la Via della Seta”.

All centro del dibattito, organizzato dalle associazioni Centro in Europa e Le Radici e le Ali insieme alla Fondazione Casa America e in collaborazione con l’Autorità di Sistema portuale del Mar Ligure occidentale, il rilancio del porto e della città di Genova.

L’evento, articolato in due sessioni e tre tavole rotonde, ha offerto alla comunità portuale e cittadina un’occasione di approfondimento e di discussione in merito ad un tema molto rilevante ai fini della definizione delle strategie di medio e lungo periodo del porto di Genova, la nuova “Via della Seta”, nel quadro degli accordi sottoscritti bilateralmente tra Italia e Cina, che coinvolgono direttamente anche lo scalo del capoluogo ligure.

L’evento -ha spiegato Roberto Speciale, presidente dell’associazione Centro in Europa non nasce come fatto isolato ma è il frutto di un lungo lavoro portato avanti dall’associazione ‘Le Radici e le Ali’, in dialogo continuo con Confindustria, Camera di Commercio, terminalisti, Spediporto, sindacati e rappresentanti di importanti operatori. Ci ha mosso la necessità di rendere più forte il dialogo tra porto e città.

Secondo Speciale, occorre più sinergia e coordinamento tra tutte le realtà e i soggetti coinvolti (compresi istituti di ricerca, formazione e valutazione) per “dare vita in maniera più esplicita e decisa ad un polo marittimo portuale, ad un centro di eccellenza, naturale in questa città. Le nuove relazioni commerciali con la Cina -conclude- possono senz’altro essere un’opportunità, ma la Cina non risolve tutti i problemi, come d’incanto. Si tratta di un’occasione per mettere a fuoco i problemi che ci appesantiscono e accelerarne la soluzione”.

La mattinata è stata caratterizzata da un vivace dibattito relativo alla situazione del porto e della città, volto a mettere in evidenza tutte le criticità e le iniziative in atto. Nel pomeriggio l’analisi si è spostata sul futuro e sul rilancio del porto nel quadro delle relazioni con la Cina.

Nessuno Stato europeo -ha affermato Giuliano Gallanti, ex presidente delle Autorità Portuali di Genova e di Livorno- può da solo confrontarsi con la potenza economica del governo cinese. Deve essere l’Unione Europea a misurarsi con la Cina, lavorando per fissare delle regole di accesso al mercato europeo non solo sul piano della reciprocità e del controllo degli investimenti ma mettendo anche in campo risorse per rafforzare il sistema dei trasporti e della logistica per mantenere viva una competizione positiva, in modo da evitare una debacle in particolare nei porti ma a livello più generale per quanto riguarda la nostra economia”.

L’incontro si è poi arricchito di una prospettiva internazionale con i contributi di Eamonn O’Reilly, presidente di ESPO, Victor Schoenmakers, corporate strategy Director del Porto di Rotterdam e Stavros Hatzakos, già direttore generale del Porto del Pireo, che hanno sottolineato in maniera concorde l’opportunità, nel trattare con la Cina, di mantenere in mano pubblica la proprietà delle aree portuali.

 

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