7 Mosse per l’Italia: la chiacchierata con Soldini, Farinetti e Scurati

In occasione del Salone Nautico, abbiamo incontrato e chiacchierato con il “papà” del progetto “7 mosse per l’Italia”, il patron di Eately Oscar Farinetti , con il capitano Giovanni Soldini e con lo scrittore Antonio Scurati

6 October 2011 | di Redazione Daily Nautica

In occasione di un incontro con il pubblico, i numerosi protagonisti del progetto “7 mosse per l’Italia” hanno raccontato la loro avventura in mare, da Genova a New-York. A prendere la parola per primo dopo una breve introduzione di Farinetti, è stato il capitano, Giovanni Soldini, che ha raccontato il viaggio sotto il profilo velico. Partiti il 25 Aprile da Genova ed arrivati dopo 31 giorni a New York, con scali a Palma de Maiorca, Gibilterra e Madeira, hanno affrontato una navigazione abbastanza impegnativa per il periodo dell’anno in cui è stata fatta. “Oscar è stato mitico: a  57 anni, senza mai essere salito in barca, è stato 31 giorni in mare, sempre con uno spirito pazzesco. E devo dire che tutti sono stati davvero in gamba”. Soldini fa i complimenti ai vari equipaggi che si sono succeduti, sottolineando l’armonia che si è sempre avuta a bordo e dichiarandosi stupito della facilità con cui molti che non avevano mai avuto a che fare con la barca a vela, abbiano subito imparato le cose fondamentali: come muoversi, il non sprecare acqua, energia, etc. “Per me è stata una grande esperienza di vita” confessa il navigatore solitario “ è stato molto bello vedere, in primis nelle discussioni per le 7 mosse, come gente che ha posizioni completamente diverse, alla fine non ha mai abbandonato la voglia di parlarsi, senza discutere in maniera animata e negativa, ma semplicemente cercando di comunicare l’uno con l’altro con grande rispetto e con grande armonia.. E spesso mi è capitato di pensare, “ma allora è possibile!” Possibile che delle persone si sentano sulla stessa barca e che se anche sono lontane fra loro, trovano un modo di parlare costruttivo”.

 

E Il patron  di Eately  Oscar Farinetti prosegue la chiacchierata: “le 7 mosse che abbiamo trovato, poggiano su 4 assets fondamentali, su cui tutti i naviganti si sono trovati d’accordo. Il primo è quello dell’autocritica:  smettere di lamentarci e cominciare a fare qualcosa noi. Il secondo è quello di tornare alla passione e all’impegno, cioè ritrovare i politici migliori, gente che ha degli ideali, passione, che ha voglia di fare e che ha un grande impegno. Il terzo punto comune è quello delle competenze: bisogna ricominciare a mandare nei luoghi chiave persone che hanno competenze specifiche, che sono i migliori in un settore. l’ultimo tema fondamentale ricorrente in tutte le mosse è la scuola. La scuola non solo vista  come il preparare le nuove generazioni ad aspettare, ma la scuola vista come il fatto che le nuove generazioni vi imparano qualcosa , poi tornano in famiglia, le raccontano e i bambini diventano così i migliori educatori dei grandi”. È un uomo pieno di energia e genuino entusiasmo Oscar Farinetti, un uomo che ti sprona a migliorare.. “La prima colpa del periodo di declino in si trova l’Italia è degli italiani: siamo intontiti, protestiamo, ma non proponiamo, non approfondiamo. Ce lo meritiamo questo declino se non ci diamo una mossa. E di mosse, abbiamo pensato di farne sette ed è così che è nata quest’avventura, l’idea di fare un piccolo pezzo di vita insieme  a pensare a delle soluzioni, il più possibile veloci ed efficaci, ai problemi principali del nostro Paese”.

 

Avviciniamo poi Antonio Scurati, di professione scrittore e insegnante, veneziano ma mai salito in barca, chiedendogli come ha vissuto quest’avventura in mare. “Ero molto inquieto prima di salire, per mia natura, perché tendo ad angosciarmi in maniera preventiva, soprattutto mi spaventava l’idea della dimensione claustrofobica. È vero che stavo solo cinque giorni,ma aveva paura fosse un po come l’aereo,  da cui non puoi scappare. E poi certo, la paura del mal di mare! Invece man mano che la barca si allontanava dalla terra ferma, dopo una mezz’ora, ecco che ho tirato un sospiro, è come se avessi iniziato a respirare”.

La barca a vela, si sa, è uno de luoghi per eccellenza di riflessione, su di sé e  sul mondo. Abbiamo chiesto a Scurati se ha avuto il tempo e il modo di scoprire questa dimensione e lui ci ha risposto molto onestamente, ammettendo che per lui l’effetto benefico del viaggio è  consistito “nel liberarmi dalle mie inclinazioni, dalle mie consuetudini, che mi portano ad essere sempre molto riflessivo, critico, polemico. La barca, ad esempio, mi ha fatto perdere l’abitudine che ho di metaforizzare tutto, ed è stata una bella scoperta”.

 

L’avventura fatta da Farinetti, Soldini e Co. è davvero un bellissimo esempio di impegno, entusiasmo e grinta, di voglia di migliorare questa nostra bella e vituperata Italia. L’obiettivo di trovare “7 mosse” è stato raggiunto, in pieno. Ora serve che ognuno si impegni a metterle in pratica con lo stesso ardore e la stessa  passione.

 

Francesca Pradelli

 

(foto di Liguria Nautica)

 

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