A chi frega del Magra? Reportage a un anno dall’alluvione VIDEO

Siamo ritornati a poco più di un anno di distanza dalla tragica alluvione dello spezzino per capire com’è la situazione della piccola nautica alla foce del Magra. Un disastro: le istituzioni latitano, nonostante la buona volontà degli operatori

25 November 2012 | di Redazione Daily Nautica

A poco più di un anno dall’alluvione che, il 25 e 26 ottobre 2011, aveva messo in ginocchio tutti gli operatori nautici situati alla foce del fiume Magra (qui il nostro reportage in quattro puntate su cosa era successo), siamo ritornati sul territorio, per capire cosa è stato fatto per aiutare questa gente e soprattutto cosa non è stato fatto. Ci siamo fatti un giro tra Ameglia e Bocca di Magra, abbiamo parlato con gli operatori, scoprendo che, nonostante i sacrifici da loro compiuti, sia in termini di fatica fisica che monetari, le istituzioni non hanno praticamente fatto nulla, dando il via al classico rimbalzo di responsabilità.

 

Chi se ne frega del Magra – Il fiume non è stato dragato, c’è il rischio costante di una piena altrattanto devastante, ci sono secche dappertutto e alla foce la profondità non supera i 2,40 metri. La gente ha paura del Magra, e anche chi non ha ricevuto danni nel 2011 si è visto dare disdetta dai propri clienti affezionati, che non si fidano più a lasciare la barca nella zona: Ameglia, Fiumaretta, Bocca di Magra, Senata. Qui si trovano 30 operatori nautici tra darsene e cantieri di rimessaggio (non contando i grandi cantieri come Sanlorenzo e Intermarine), una media di tre dipendenti diretti ciascuno e un rapporto diretto/indotto (tra aziende connesse alla nautica e non) di 1/3. Il CNA ipotizza che, nell’area, le attività nautiche avrebbero un impatto pari al 60-70% sull’economia locale. E allora? Sembra che a nessuno freghi della foce del Magra.

 

GUARDA IL NOSTRO REPORTAGE!

 

Cosa era successo l’anno scorso – Il pomeriggio del 25 ottobre 2011 una preoccupante perturbazione si accumula nella parte nord delle province di Massa Carrara e della Spezia. In meno di 6 ore si scaricano 542 millimetri d’acqua: i fiumi Vara e Magra straripano impetuosamente. Il Vara uccide 7 persone, il Magra spazza via tutto causando danni per decine di milioni di euro: specialmente alle marine e ai cantieri di rimessaggio sulle sponde. Imbarcazioni distrutte dalla furia dell’acqua, pontili strappati, yacht che si vanno ad accatastare contro il ponte della Colombiera, nel frattempo irreparabilmente danneggiato dall’ondata di piena, che in alcuni punti raggiunge i 6 metri d’altezza. Buona parte delle imbarcazioni trascinate dal fiume riescono a oltrepassare il ponte e arrivano in mare, dove sono preda dello sciacallaggio di gente senza scrupoli.

 

Servizio di Eugenio Ruocco

Riprese di Manuela Facino

Montaggio di Riccardo Molinari

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1 commento

  1. Mario Tonarelli says:

    Buonasera,

    rispondo al titolo provocatorio, ma non troppo……”a me del Magra non mi frega più nulla”
    Perchè anche se per anni ho portato la mia barca in questo porto-fiume, ho visto la foce gradualmente insabbiarsi senza che le autorità (numerosissime) abbiano mai mosso un dito;
    Perchè l’alluvione dello scorso anno mi ha portato via la barca e i gestori della mia darsena non mi hanno chiesto neppure se la avessi mai ritrovata;
    Perchè per anni i gestori della mia darsena non mi hanno fatto mai avere una fattura, malgrado pagassi con mezzi tracciabili;
    Perchè le autorità sono state complici nello sciacallaggio delle barche (la mia compresa), e mi riferisco alla emerita marina militare italiana che altro che fare controlli a fine sanzionatorio non fa;
    Perchè la Regione Liguria non ha legiferato a riguardo allo sciacallaggio.

    Pertanto la mia barca le estati le passa e passerà nei porti sicuri della civile Toscana, e quando andrò a pescare in liguria, non mi fermerò neanche per un caffè!!!

    Grazie per lo spazio e saluti a tutti i diportisti

    Mario

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