Aspettando la Giraglia: la nostra intervista a Davide Besana

Abbiamo parlato con Davide Besana, pubblicitario, vignettista noto al popolo velico e armatore di Midva: ecco come ottimizzare una vecchia barca e farla tornare vincente!

5 June 2012 | di Redazione Daily Nautica

Avete una bella barca, potenzialmente veloce ma tanto vecchia, e volete riportarla agli antichi fasti per farla tornare a regatare? Vorreste partecipare a qualche regata importante, perché no una Giraglia, ma pensate che il vostro mezzo non sia all’altezza? Realizzare questo piccolo grande sogno è possibile. Ne abbiamo parlato con Davide Besana, una celebrità nel mondo della vela, armatore di Midva, un Three Quarter Ton di 10,61m del 1982 firmato Ron Holland, e ispirato alle linee dello Swan 371, che negli ultimi anni, alla faccia dell’età, ha vinto alcune delle regate più importanti nel Mediterraneo, tra cui anche la Giraglia. Sarà perché alla tattica c’è spesso un signore triestino, biondo, che di nome fa Mauro Pelaschier, sarà perché Ron Holland sapeva il fatto suo, o perché i lavori di ottimizzazione sono stati svolti al meglio, sta di fatto che questa barca, in lamellare, datata 1982, è la dimostrazione che si può regatare e vincere anche senza avere a disposizione un mostro di tecnologia.

 

Abbiamo discusso con Davide Besana degli interventi necessari a portare nuova linfa a una vecchia barca da regata: vele, materiali, stazza,  pesi e sicurezza sono particolari importanti, ma non dimenticate mai un buon lavoro di carena.

 

Cominciamo dalle vele: quanto sono importanti e su quali materiali conviene puntare?

«Sono importanti come le gomme in una macchina da corsa. Se possibile bisogna puntare sui migliori materiali che ci sono in commercio: laminate e in carbonio, o il kevlar che è leggermente meno costoso. La chiave del successo è attrezzare la barca come se fosse un modello nuovo e quindi metterle a disposizione, se il budget lo consente, le vele migliori. L’investimento è sensato perché i regolamenti in vigore pagano molto le barche più vecchie e meno veloci. Nell’ottica di affrontare una regata lungaha un certo peso anche la scelta degli spinnaker: indispensabili a bordo almeno un VMG e un runner, il primo adatto ad angoli stretti mentre il secondo per la poppa con aria fresca. L’ideale sarebbe avere a bordo anche uno spi più magro da issare quando il vento e poco e si preferisce stare più alti piuttosto che “scendere”».

 

Quali sono i lavori di ottimizzazione che si possono fare?

«Prima di tutto bisogna immaginare la barca come il primo giorno che è andata in acqua e iniziare a sbarcare tutto ciò che è superfluo, dopo avere studiato i bordi liberi per capire di quanto lo scafo può salire sull’acqua. Al momento della stazza attenzione a tenere a bordo tutto ciò che sarà anche in regata incluse per esempio ancora e cima adeguata. Su Midva poi abbiamo lavorato molto sull’attrezzatura: drizze nuove, in sostituzione delle vecchie con anima in acciaio e bozzelli nuovi. Abbiamo sbarcato quattro degli otto winch di bordo, superflui e pesanti».

 

Siete intervenuti anche sulla sicurezza della barca?

«Esclusa la manutenzione ordinaria del caso, su Midva albero e sartie sono quelle originali. Abbiamo però fatto dei controlli appositi per evidenziare eventuali zone di ossidazione dei cavi o altri punti deboli.  L’albero, dopo avere eliminato per ragioni di stazza le volanti, pompa parecchio, ma la randa in carbonio, grazie alla sua rigidità, quando viene cazzata lo aiuta a rimanere stabile e ne limita il pompaggio».

 

Per concludere, un ultimo consiglio ai nostri lettori: il particolare da curare maggiormente?

«Curate la carena della barca allo stesso modo delle vele non dimenticandovi mai di arrivare in regata avendola tirata a lucido. Una carena non perfettamente pulita può annullare i lavori di ottimizzazione».

 

Nel salutare i nostri lettori Davide Besana ha voluto rassicurare la concorrenza che, almeno per quest’anno, Midva non sarà alla Giraglia. Le barche più giovani possono tornare momentaneamente a dormire sogni tranquilli.

 

Mauro Giuffrè

 

Per la foto di Midva si ringrazia Davide Besana

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