Carene a spigolo: l'intervista a Maurizio Cossutti

Abbiamo parlato di spigoli con l'Ingegnere Maurizio Cossutti, progettista di numerose barche sportive di grande successo, per capire quanto conti la moda e quanto invece la reale efficacia di queste carene

4 April 2013 | di Redazione Daily Nautica

Gli scafi a spigolo continuano a essere sempre più frequenti nel mondo delle barche a vela, in particolare negli scafi che affrontano regate o navigazioni oceaniche come gli IMOCA 60 o i VOR, ma non solo. Si tratta di una concreta novità progettuale o più semplicemente di una moda estetica che sta prendendo campo? Ne abbiamo parlato con l’Ingegnere navale Maurizio Cossutti, progettista di numerose barche di successo, tra le quali spiccano negli ultimi anni il Vismara 34, l’M37 e l’NM38 campione del mondo ORCi ad Helsinki. Con Cossutti abbiamo cercato di capire quali sono le differenze tecniche tra la carena tonda e quella a spigolo, quali le performance e in che condizioni, in rapporto anche ai regolamenti di stazza.

 

Dal punto di vista della tenuta del mare la carena a spigolo offre dei vantaggi sensibili?

 

No, la cosa che conta di più sono i volumi ed i pesi, se una carena è ben disegnata terrà il mare bene indipendentemente dallo spigolo.

 

Sono quindi le performance dello spigolo a spingere i progettisti verso questa direzione?

 

La carena a spigolo ha una stabilità dinamica maggiore della carena tonda. In certe condizioni la spinta dello spigolo aumenta le prestazioni, soprattutto nei laschi ad alta velocità quando la stabilità conta molto come nel caso degli IMOCA o dei VOR, barche che fanno in Oceano tanto lasco con vento forte. Se dovessi disegnare un IMOCA 60 con la carena tonda per conferire pari stabilità rispetto allo spigolo la barca dovrebbe essere molto più larga e perderebbe con vento leggero.

 

Anche nelle barche che non fanno Oceano inizia a comparire lo spigolo, quanto influisce la moda?

 

Senza dubbio la moda e le tendenze commerciali influenzano la progettazione, ma fare una barca molto pesante e poco performante con lo spigolo non ha senso. Le carene a spigolo esprimono la loro efficacia su barche ad alte performance, a patto che i volumi siano equilibrati. I primi GP42 di Botin avevano uno spigolo che conferiva una spinta importante ma volumi a prua molto sottili: la barca con vento forte al lasco tendeva a ingavonarsi da prua. La cosa fondamentale è equilibrare la spinta dello spigolo con i volumi di prua (pensate per un attimo ai volumi di prua molto pronunciati dei VOR 70 di ultima generazione).

 

Meglio lo spigolo o la carena tonda per le regate a rating IRC-ORC?

 

Nell’ORC abbiamo riscontrato che i numeri tra carena tonda e a spigolo sono simili. Anche in IRC non c’è un grosso abbuono per le barche disegnate a spigolo. In definitiva non ci sono particolari controindicazioni o vantaggi nel regatare con una barca del genere con gli attuali regolamenti di stazza.

 

Mauro Giuffrè

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2 commenti

  1. ClaudioD says:

    Da diversi anni si notano gli spigoli su barche tipo IMOCA o simili, ma ho sentito dirre che la cosa nasce da una restrizione del baglio che imponeva delle penalità alle barche oltre una certa misura. Qualcuno ha avuto l’idea di tagliare a livello ponte una “fetta’ in modo da rispettare il regolamento sulla larghezza senza modificare il baglio al galleggiamento che é cio’ che conta. Niente di più, ma é diventata una moda con giustificativi inesistenti.

  2. Sergio Abrami says:

    Forma e materiali : lo spigolo, le superfici sviluppabili in generale sono complementari, direi conseguenza ovvia all’utilizzo di determinati materiali ALU – Acciaio – CPM , ma non solo.
    Date un occhiata qui al link che vi segnalo . C’è qualche info a riguardo nel pezzo ,ma soprattutto nelle risposte a seguire.
    Buon vento !
    Sergio Abrami YD

    http://www.altomareblu.com/superfici-sviluppabili-nautica/

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