Costa concordia, ultima tragedia in un secolo di naufragi

Cento anni di tragedie in mare a partire dal Titanic, passando per i tragici disastri dell'ultimo ventennio in Mediterraneo

15 January 2012 | di Redazione Daily Nautica

Proseguono senza sosta le ricerche delle persone che erano a bordo della Costa Concordia, la nave della Costa Crociere che si è incagliata al largo dell’Isola del Giglio, sulla rotta Civitavecchia-Savona nella serata tra venerdì e sabato scorso (qua i video con la sua storia). Per adesso sono 3 i morti (due francesi e un membro dell’equipaggio peruviano), ancora 38 i dispersi. Il comandante della nave, Francesco Schettino, è in stato di fermo con le accuse di omicidio plurimo colposo (per aver condotto la nave fuori rotta) e abbandono della nave (Schettino non è rimasto a dirigere e coordinare le operazioni di soccorso) mentre il commissario di bordo, ferito ad una gamba, è stato soccorso in mattinata.

 

 

La tragedia è l’ultima di una lunga serie che ha il suo inizio proprio cento anni fa con l’incidente del Titanic, nel 1912, in cui perirono 1523 persone, e prosegue con la collisione, al largo delle coste americane tra la nave Andrea Doria, costruita nei Cantieri Ansaldo di Sestri Ponente, e la motonave svedese Mn Stockholm, il 25 luglio 1956 alle 23.10: il disastro costò la vita a 46 passeggeri dell’Andrea Doria e 5 della Stockholm.

 

In Mediterraneo, gli incidenti si contano a bizzeffe, nell’ultimo ventennio soprattutto: ecco i casi che ebbero maggior presa mediatica, tralasciando le (purtroppo) numerose tragedie che hanno interessato l’immigrazione clandestina verso le nostre coste, eccetto il caso della Kater i Rades, su cui aleggiano tuttora inquietanti ombre. Una tragica curiosità: il 22 novembre 2008, a causa del forte vento, la Costa Concordia aveva colliso contro la banchina nel porto di Palermo; allora l’incidente non aveva causato vittime.

 

29 aprile 1990 – Espresso Trapani. L’Espresso Trapani, traghetto della Conatir, affondò a circa 4 miglia dalla costa tra lo Scoglio dei Porcelli e l’isola di Levanzo. Ironia della sorte, quel giorno la comunità trapanese festeggiava Santu Padre, il patrono della gente di mare. Nel naufragio, persero la vita 13 persone fra cui il comandante Leonardo Bertolino al suo ultimo viaggio prima della pensione. A bordo del traghetto, al ritorno da Livorno, al momento del disastro c’erano 52 persone: sei morirono mentre sette non furono mai ritrovate nonostante le operazioni di ricerca condotte dai sommozzatori della Marina Militare. La nave si inabissò e tutt’oggi il relitto si trova a 112 metri di profondità. Fu la fretta nel velocizzare le operazioni di sbarco a causare la tragedia, visto che furono sganciati i mezzi pesanti imbarcati nel ventre nella nave e svuotate anche le casse della zavorra. La nave era troppo leggera ed una volta superato lo Scoglio dei Porcelli, fatta la virata a sinistra per allinearsi al canale di ingresso del porto di Trapani il traghetto sbandò paurosamente per poi inclinarsi, capovolgersi e affondare.

 

10 aprile 1991 – Moby Prince. Il Moby Prince, traghetto in servizio per la compagnia di navigazione privata Nav.Ar.Ma, fu protagonista della più grave tragedia che abbia colpito la Marina Mercantile Italiana dal secondo dopoguerra. L’incidente, avvenuto poco al largo del Porto di Livorno la sera del 10 aprile1991, coinvolse lo stesso Moby Prince e la petroliera Agip Abruzzo, con la quale il traghetto entrò in collisione. Morirono nel rogo successivo allo scontro (perchè la petroliera aveva, a seguito dello scontro, “spruzzato” sulla Moby tre le 100 e le 300 tonnellate di petrolio) tra il traghetto e la petroliera Agip Abruzzo tutte le 140 persone a bordo del Moby Prince, equipaggio e passeggeri, tranne il giovane mozzo napoletano Alessio Bertrand.

 

11 aprile 1991 – Amoco Milford Haven. La Haven era una superpetroliera VLCC cipriota dal 250 mila tonnellate varata nel 1973. L’11 aprile 1991, proprio ad un giorno dalla tragedia della Moby Prince, intorno alle 12.30, durante il travaso del carico da prua a centro nave, forse per il malfunzionamento di una pompa, si verificò un’esplosione che fece saltare cento metri di coperta nella parte prodiera, in un braccio di mare di 94 metri davanti a Voltri. Nell’incidente morirono quattro membri dell’equipaggio ed il comandante. Durante la notte la nave in fiamme si spostò al largo di Savona. Il giorno successivo fu trainata tra Cogoleto e Arenzano; durante l’inizio dell’operazione di traino, la parte prodiera, indebolita dalle esplosioni, si staccò dal resto dello scafo. Fu il più grave disastro ecologico nel mar Mediterraneo. Bruciarono circa 90.000 tonnellate di greggio delle 144.000 presenti al momento dell’incidente oltre alle circa 1.000 tonnellate di carburante. Una parte del carico, stimata in una quantità compresa tra 10.000 e 50.000 tonnellate, inquina tuttora gli alti fondali tra Genova e Savona. Attualmente il relitto si trova a circa 80 metri di profondità al largo di Arenzano: si tratta del più grande relitto visitabile dai subacquei in Mediterraneo.

 

28 marzo 1997 – Kater i Rades. Tutto ha inizio alle tre del pomeriggio del 28 marzo 1997, quando dal porto albanese di Valona salpano più di 140 persone, intere famiglie – tra cui numerose donne e bambini – a bordo della Kater I Rades, una piccola motovedetta militare (poteva trasportare solo nove marinai), allestita ben 35 anni prima. Per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina, l’Italia aveva schierato diverse navi nel canale d’Otranto con il compito di bloccare le barche provenienti dall’Albania, dove era peraltro in corso una guerra civile. Dopo aver doppiato da poco il capo dell’isola Karaburun, la Kater I Rades viene intercettata dalla fregata italiana Zeffiro che naviga in acque albanesi e che le intima di invertire la rotta, senza successo. Attorno alle 17.30, la Kater viene avvicinata dalla nave della Marina Militare Sibilla, che comincia ad avvicinarsi pericolosamente all’imbarcazione albanese. Alle 18.45 la tragedia: la prua della nave Sibilla colpisce la Kater. L’urto sbalza molte persone in acqua. Un nuovo colpo e la Kater I Rades si capovolge, prima di affondare alle 19.03. Solo pochi, e soprattutto uomini, riescono a nuotare al buio, nelle acque gelide, fino a raggiungere la Sibilla. Alla fine saranno almeno 108 le persone a mancare all’appello. Resta ancora da capire se si sia trattato di un incidente o ci siano altri motivi alla base. Qualcuno ha parlato di “strage di Stato”.

 

Eugenio Ruocco

 

 Alcune foto delle navi coinvolte nei disastri succitati. Titanic, Andrea Doria, Moby Prince e Kater i Rades

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9 commenti

  1. Franzele says:

    meditate gente meditate, (costa crociere )non prendete comandanti dal regno della “immondizia” non sono affidabili!Quanta galera si prenderà un vile simile scappato mentre altri morivano?

  2. è un dolore grandissimo vedere un gigante del mare in queste condizioni ma un pensiero va ai passeggeri non sono d accordo sulle notizie che scrivono i giornali avendo vissuto qualche anno fa una crociera proprio con costa devo dire che gentilezza preparazione e cortesia era la prima cosa non è che con il caos creato la gente presa dal panico non sapendo cosa fare a intracciato anche l equipaggio per fare il loro dovere? pensate se 4000 persone si mettono a correre senza sapere ne che fare ne dove andare pensate che caos poi se il comandante a sbagliato paghera un consiglio alla costa secondo me le prove di allarme dovrebbero farle appena è finito l imbarco prima di muoversi da terra e non qualche giorno dopo

  3. tata says:

    mi sembra che il capitano della nave fosse un pò alterato .Non è che abbia bevuto un pò troppo per non rendersi conto che cosa era sucesso?

  4. elisabetta says:

    Sono tornata da una crociera Costa 2 mesi fà ed è un grande dispiacere apprendere questa notizia, lo è ancor di più vedere come i giornali abbiano messo alla gogna non solo il comandante, che certamente ha avuto una grande responsabilità nella vicenda, ma anche l’intero equipaggio definendolo “impreparato”. Credo che questi giudizi siano stati troppo affrettati, chi come me ha avuto la fortuna di viaggiare su navi costa può confermare che professionalità, serietà e preparazione sono le caratteristiche di queste persone che sono al servizio del viaggiatore….poi se vogliamo parlare di errore umano evitabilissimo a quanto pare….beh attendiamo la giusta condanna

  5. Mario says:

    E perche non dimenticare anche la tragedia della Sirio scomparsa il 4-8-1906, la Po 14-3-1941, la Renteria 13-2-1946… E queste sono solo alcune. Ma la MS Estonia poi diventata MSC 28-9-1994 della EstLine. La maggior parte come la Doria, Titanic, Estonia, MobyPrince, Tirrenia VincenzoFlorio e Concordia sempre per errore umano. A volte la verita e le colpe vengono al pettine altre volte per motivi economici solo dopo anni e dopo che sono morti tutti si scopre la verita solo per soldi, Vedi la storia della Doria, oppure solo perche nave ospedale prima e da crocera dopo per paura la fanno sparire a colpi di mine la Po. Ora la Concordia sfortunata nave ma ora e nel primato di Nave da Crociera piu grande del mondo mai naufragata, e chissa che per la moltitudine di danaro che MSC deve perdere o per quello o quella ragione se si avra giustizia e verita, cosa mai avvenuta per Moby e Estonia e molte altre, ma deve avvenire mentre siamo in vita e non per i posteri…. Vedremo…
    Intanto porgo il mio cordoglio ai parenti delle vittime, non solo del Concordia, e ai superstiti di poter superare questo momento tragico e di continuare a vivere anche per coloro che hanno perso la vita e per coloro che ci vogliono bene.

  6. Eugenio Ruocco says:

    Forse è presto per dare giudizi, meglio aspettare la scatola nera. Se Schettino ha sbagliato pagherà…ci sono giornali che lo hanno già esposto alla gogna mediatica. Stiamo a vedere amici.

  7. franco says:

    purtroppo molti comandanti di navi, specialmente per trasporto passeggeri, hanno la brutta abitudinedi navigare sottocosta dei loro paesi natii o dove vivono familiari e parenti per fare il cosidetto “saluto alla voce” con emissione di suoni con la sirena di bordo e altri schiamazzi cosi da perdere la contentrazione sulla rotta da percorrere. Nel caso della “Costa Concordia” con tutte quelle persone a bordo e’ stata una leggerezza madornale da parte di chi sta sul ponte di comando e addolora tutta la gente di mare di cui anch’io faccio parte.

  8. Sono commosso di vedere queste immagini così tristi della nave su cui siamo stati nel 2006.
    Da 2 giorni ci sentiamo come se ci fosse accaduto un lutto in famiglia, essendo molto legati alla vostra compagnia. Vedendo il modellino acquistato 6 anni fà ,pensiamo che resterà solo un ricordo. Non ci sono parole che possano colmare il dolore, ma vi siamo vicini con affetto e sempre stima.

    15/01/12 villasmundo (melilli- Siracusa)
    visicale salvatore

  9. eugenio says:

    non ho parole per il capitano

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