Naufragio Concordia tra i misteri italiani: fu tutta colpa di Schettino?

Torniamo sul caso del Concordia, un naufragio che non può essere dimenticato e sul quale c'è ancora molto da chiarire, non solo sulla condotta di Schettino

22 January 2016 | di Redazione Daily Nautica

Le righe che seguono rappresentano la volontà di questa testata di non lasciare cadere nel dimenticatoio quella che a ragione può essere considerata come una delle più grandi sciagure vissute nella storia della marineria italiana. Il caso del Concordia, per certi aspetti, può essere annoverato tra i grandi misteri italiani: molto c’è ancora da capire su cosa sia successo la notte di quel 13 gennaio, ma c’è da capire anche cosa forse doveva essere fatto sulla nave nella storia precedente al naufragio e invece non è stato fatto. Liguria Nautica continua a ritenere che l’ex Comandante del Concordia, Francesco Schettino, abbia mostrato una condotta sciagurata, ma se altre responsabilità ci sono è bene parlarne, anche ascoltando le parole di quello che è l’indiscusso protagonista della vicenda (M.G.)

Il 13 gennaio è passato e perciò anche l’ennesimo e triste anniversario della sciagura ha avuto corso. Ma cosa è successo nel frattempo? I riflettori da diversi mesi sembrano ormai essere spenti in riferimento a questa vicenda che, forse, a dispetto del gossip, dovrebbe interessare, e di molto, a tutti gli operatori marittimi.

Le ultime importanti news (che risalgono allo scorso settembre) riguardarono, come forse alcuni ricordano, il ricorso dei PM in riferimento ai contenuti della sentenza di primo grado i quali furono giudicati non congrui.

Da allora, eccettuate talune testate – purtroppo non specializzate – qualche cosa da registrare e da cui prender nota forse c’è.

Ma partiamo dall’ultima notizia, secondo noi degna di nota, rifacendoci ad un articolo (pubblicato lo scorso 24 dicembre) sulla testata il quotidiano.net. In una parte di questo articolo, che evidentemente fa riferimento alle relazioni peritali dei periti Enzo Dalle Mese (anche definito “l’uomo dei radar”; si è occupato in passato anche del caso Ustica) e Alessandro Cantelli Forti, si erano individuati, in riferimento ad indagini di loro competenza tecnico-scientifica, di «TEST CHE dovrebbero essere eseguiti durante le operazioni di primo collaudo ma che ci risultano non essere mai stati depositati».

A parte questo però due interessanti eventi, sicuramente non troppo diffusi, sono avvenuti nel corso di questi anni. Il primo è un’ intervista, disponibile su youtube, del 15 luglio 2014, fatta dal Codacons, dove Schettino, come forse mai fin da allora, si è “sbottonato” parlando non solo nel dettaglio degli attimi del prima e del dopo collisione ma anche dei suoi pensieri in merito a molti aspetti e interessi che ruotano attorno al sinistro.

In questa occasione, la quale non possiamo che giudicare “preziosa” per cercare di comprendere le argomentazioni dell’ex comandante, sono sicuramente state degne di nota, almeno per farsi un’idea delle tesi esposte da Schettino.

Ma tra i vari punti dai lui affrontati forse ve ne è uno, anche spesso citato da vari esperti di shipping, che merita di essere citato: Schettino muove infatti molte perplessità (ma di fatto critiche) allo staff di ufficiali, soprattutto di coperta, che erano sul ponte di comando sia prima che dopo la collisione.

Il primo aspetto che lui sottolinea è quello riferito alla tenuta della guardia sul ponte, fatta dagli ufficiali in quel momento di turno e dunque responsabili, per definizione, della condotta della navigazione. Qui lui si chiede ad esempio come possa essere verosimile che nonostante vi fossero ben 3 ufficiali e un timoniere di guardia, nessuno abbia ritenuto opportuno di accorgersi e di comunicare a Schettino che il Concordia navigasse in rotta di collisione con degli scogli affioranti (i quali lo stesso comandante dice di aver visto prima di effettuare una manovra evasiva). Poi va ad indicare come la valutazione dei danni a lui riportata sia stata motivo di ritenere, in un primo momento, non persa la nave…

In seguito va a individuare, come ulteriore causa che andò a gravare sulla situazione d’emergenza, vari trafilamenti d’acqua che a suo parere avrebbero dovuto di fatto non esserci.

Mentre in merito alle dinamiche lo stesso Schettino dichiara: “…io arrivo sul ponte di comando con una schiera di ufficiali di guardia e come mio solito fare… alla fine nessuno rappresenta il pericolo ma anzi mi si cede d’improvviso la guardia [e io] dico vabbè accosto io… ma io dico… come si fa a non parlare?” (facendo riferimento al fatto che la nave navigasse con una rotta di prora alla terra e non tangente ad essa).

Ma sicuramente degna di nota è stata una delle presentazioni del suo libro “le verità sommerse”, fatto in duo con Vittoriana Abate, nota giornalista di Porta a Porta. In questa presentazione, anch’essa visibile su youtube, svoltasi a Salerno presso l’Hotel Mediterranea (il 10 luglio u.s.), Schettino fece molte osservazioni e rispose ad alcuni quesiti posti dagli intervenuti sul libro. Dalla dimostrazione delle consuetudini perorate negli anni in riferimento agli “inchini” alle disquisizioni tecniche in riferimento alla pianificazione della rotta fino alla sua verità relativa alla gestione dell’evacuazione, alla caduta sulla scialuppa e alla telefonata di De Falco, molti argomenti sono stati trattati in riferimento ai punti chiave per i quali da molte parti è stato legittimamente criticato.

L’ultima “apparizione” di Schettino è pero abbastanza fresca e risale a pochi giorni fa. In questa circostanza, dalle notizie che abbiamo esaminato, la giornalista Giusi Fasano, che ha visionato una lettera di Francesco Schettino inviata ai giudici, ci permette di prender nota di ulteriori novità.

In una parte di questa lettera l’ex comandante scrive: “Al processo di secondo grado, ancora non fissato, cercherò di essere presente il meno possibile dato che la mia presenza fisica fin dal principio è stata pregiudizialmente mal interpretata ricalcando un copione che non è in linea con la mia persona e soprattutto con la mia indole”.

Ancora la giornalista spiega: “Delle 32 vittime – che poi sarebbero 34, contando i due sub morti mentre lavoravano per la rimozione della nave – Schettino parla dopo aver premesso che «intendo offrire alla valutazione della Corte anche il mio tratto umano», cosa che «è bene scrivere» piuttosto che rivelare con «dichiarazioni relative a sentimenti, sensazioni, angosce». E che i giudici lo sappiano: «Auspico che il mio mondo interiore possa non rimbalzare sulle prime pagine» per evitare che «le mie emozioni possano essere trasformate in prodotto da dare in pasto all’opinione pubblica». Assomiglia a un’ossessione, quella che lui definisce «assordante clamore dei media».

Daniele Motta

Perito e Consulente Navale

Tel. +39 389 006 3921

info@studiomcs.org

www.perizienavali.it

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17 commenti

  1. Mauro says:

    Ringraziamo tutti i lettori per essere intervenuti, come sempre ci fa piacere che il dibattito sulle nostre pagine sia vivace ma anche corretto e rispettoso. A tal proposito riteniamo che il contributo di Daniele Motta sia stato come sempre preciso e puntuale, i contenuti espressi non lasciano dubbi sul merito.

    Mauro Giuffrè

  2. Antonio says:

    Telefonata di De Falco che giudicare miserabile sarebbe dir poco. Le CP, il RINA e la Costa sono uscite fuori di scena senza macchia solo perché da più parti, anche mediaticamente, si è riusciti a vedere un unico colpevole cioè Schettino. Mentre per chi dice che i passaggi sotto costa, fatti per esigenze non operative, siano ammissibili sbaglia di grosso: la buona perizia e il buon senso dovrebbero evitare di effetuare, quando non è necessario, passaggi in acque ristrette senza pianificare a fondo il passaggio in tali punti. Secondo me gli ufficiali felloni in quel momento di guardia, compreso il marinaio, hanno tutti responsabilità maggiori rispetto a Schettino i cui suoi errori sono invece a monte. Lui da comandante avrebbe dovuto dare il suo modus operandi, improntato sulla sicurezza, pretendendo e in parte formando gli ufficiali ad essere più riflessivi ed efficienti nell’applicare l’ordinaria perizia (che in teoria conoscono perfettamente) nella conduzione e nella tenuta della guardia in navigazione. La verità é che la compagnia non ha mai fino ad allora avuto una reale attenzione alla formazione del personale infischiandosene di aumentare il valore umano e professionale del proprio staff. Non erano un ingegnere della costa e un avvocato della stessa che durante una intercettazione discutevano di farsi consegnare una nuova nave con difetti di costruzione sapendo che il RINA avrebbe chiuso gli occhi?!

  3. Antonio says:

    Umberto e Vento da Nord hanno centrato il punto. Per chi si é letto la perizia d’ufficio, disponibile qui https://www.ansa.it/documents/1350559529657_Relazione_Tecnicaperitigip.pdf, e avendo un minimo di competenza e voglia di approfondire sarà certamente arrivato ad avere le vostre stesse considerazioni. La cosiddetta giustizia ha fatto due pesi e due misure lasciando un unico colpevole reo di tutti i mali e di tutte le responsabilità in riferimento dall’accaduto e questo non é ammissibile. Schettino, come molti ufficiali sorrentini, spesso molto altezzosi se non saccenti, sbagliò dal principio promuovendosi a volte in una chiave negativa amplificando anche gli effetti della t3lefonata

  4. UMBERTO says:

    vorrei aggiungere :
    per fortuna la Marina Militare ha persone capaci, preparate e di buon senso che hanno rimosso e trasferito ad altro incarico De Falco, che mio concittadino ha espresso al massimo la “peggiore napoletanità” registrando una telefonata piena di assurdità e maleparole; che fatto strano dopo due ore era già diffusa per il mondo. Si sà, la pubblicità è l’anima del commercio, forse sperava con la sua bravata di diventere almeno ministro, del resto qualcuno in passato ci è riuscito.

  5. UMBERTO says:

    Al di la delle inutili chiacchiere fatte solo per accontentare l’opinione pubblica i fatti a mio avviso sono inoppugnabili :
    1. chissà perchè la Costa Crociere avrebbe dovuto affidare ad un imbecille un giocattolo da 700 milioni.
    2. Dovrebbe essere noto che una nave come la Concordia ha solo dieci ufficiali, una trentina di marittimi e novecento assistenti di camera (non personale marittimo specializzato)
    3. E’ noto che al Comandante sia richiesto un ruolo di rappresentanza “la famosa cena al tavolo del Comandante per gli ospiti importanti”
    4. Perchè mai un uomo con trenta anni di navigazione, avrebbe avuto il desiderio di navigare in vista della costa e non andare lontano non creandosi problemi ??
    5.Sapete tutti (spero) che le lance di salvataggio in caso di sbandamento oltre 20 gradi della nave su un fianco non servono ??
    Conclusione : Il Comandante è come l’amministratore di una società; è per legge responsabile; a mio avviso è il sistema intero che è responsabile, dieci ufficiali sono pochi quattromila passeggeri di più nazionalità sono troppi, i mezzi di salvataggio quasi inutili. Ringraziamo Dio che i morti siano stati trentadue, se la nave fosse affondata, invece che incagliata (per merito di Dio o del Comandante) sarebbe stata una strage !!!

  6. Vento da Nord says:

    Mi sembra veramente inutile fare i precisini e criticare chi scrive… tanto sia Schettino che i suoi Ufficiali sanno benissimo di cosa parliamo.
    Cosa invece importante è che sin dall’inizio di questa storiaccia tutta la stampa mondiale (fatti salvi http://heiwaco.tripod.com e Skagerrak) hanno scritto sonore sciocchezze su quanto accaduto.

    Per precisione: la Plancia ha patteggiato e così Costa Crociere. Schettino non ha potuto patteggiare. Non glielo hanno lasciato fare.

    In questa tragedia tutti hanno un ruolo da protagonista: dalla plancia (fatta di incompetenti traditori) alla Costa Crociere per finire alla Guardia Costiera con il meraviglioso neo eroe dei due mondi De Falco: un vero Brancaleone alle crociate, Fincantieri e il RINA.

    E ovviamente il Comandante Schettino incluso.

    La verità su questa storiaccia non verrà fuori completamente. E avremo la vittima sacrificale servita su un piatto d’argento.

    Il tutto ovviamente fa solo schifo.

    Comandante Vento

  7. LM says:

    Infatti la rotta era stata di fatto tangente alle scole! Io non vedo proprio la costruttività delle tue parole.
    io visto l’intervista su YOUTUBE e il senso che arriva è più o meno quello citato. che vai cercando allora?
    meglio stare alla larga dai diportisti esaltati come te.

  8. Sig. Biasotti,
    Mi dispiace dover rispondere a questa tipologia di commenti – provocatori e del tutto inopportuni – ma ora mi vedo costretto. Le parole tra parentesi sono state prese cosi come descritte durante l’intervista di Schettino al CODACONS e dunque, ciò detto, non certo sono farina del mio sacco. Può andar bene criticare una parafrasi eventualmente fatta (come nel caso in questione) ma ciò non dovrebbe mai sfociare certo nell’insulto velato e irrispettoso nei confronti di chicchessia.
    Dunque sarò lieto di cedere il mio posto in redazione a persone evidentemente più competenti, come lei, profondi conoscitori della lingua italiana nonché della scienza e della tecnica della navigazione.
    Mi dispiace solo per gli altri lettori, e sono molti, che al contrario di lei, hanno spesso letto e magari anche commentato con rispetto, stile ed interesse i contenuti dei miei molti articoli. Con questo chiudo, ringrazio e saluto.

  9. Cesare Biasiotti says:

    Tralasciando ogni commento sulla sintassi e sulla comprensibilità dell’articolo, basta solo notare l’affermazione interpretativa delle parole di Schettino, quando parla di “rotta di prora alla terra e non tangente ad essa” per comprendere che chi scrive, o non sa nulla di navigazione, o conosce poco l’italiano. “Rotta di prora ” non vuol dire nulla; la rotta e la prora sono elementi ben diversi e distinti. E poi, peggio, nessuna rotta può e deve essere tangente alla terra. “Tangente” vuol dire …..”che tocca”……!.
    Mi chiedo, ma in redazione c’è qualcuno che si intende di mare?
    cb

  10. Antonio says:

    Alessandro hai ragione, quelli citati da te sono fatti inoppugnabili. Però io credo che stare sulla notizia sia anche giusto almeno per farsi un idea di insieme sui fatti e sulle notizie che arrivano.In effetti è pur vero che i grandi organi di stampa non mi pare abbiamo fatto menzione alcuna, almeno per ricordare e commemorare le vittime. E’ comunque pregevole che liguria nautica sia stata tra le poche testate che abbia ritenuto opportuno aggiornare noi utenti su alcuni aspetti relativi alla vicenda. Ma è anche vero che oramai gli altri imputati hanno patteggiato e molti di loro continuano a fare il proprio lavoro. Schettino fa il suo: difende i suoi interessi e questo è un suo diritto, a prescindere!

  11. Alessandro says:

    Gli errori sono stati attribuiti anche ad altri ufficiali e dirigenti dell’azienda. Tutti questi soggetti hanno patteggiato la pena, ovvero riconosciuto e pagato la propria responsabilità. L’unico che non riconosce le proprie colpe è proprio l’ex Comandante che purtroppo, date le attribuzioni di legge, nonché l’analisi dei fatti, ha il maggiore grado di responsabilità.
    In valore assoluto, autorizzare gli “inchini” non vuol dire mettere a rischio l’incolumità di una nave, pertanto la critica nei confronti della compagnia, in questo senso, non tiene. Inoltre, la notte del 13 gennaio, la compagnia di navigazione non aveva proprio nessun interesse ad effettuare un tale passaggio nei pressi del Giglio.
    Secondo me, questa continua ricerca di “verità” nascoste e non attribuibili all’ex Comandante sono solo chiacchiere.

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