Livorno: disincagliata la Sigma, mistero sulla sicurezza

È stata disincagliata la nave Sigma a Livorno dopo tre giorni di lavoro grazie all'intervento della capitaneria di porto e dei rimorchiatori del gruppo Neri

16 January 2017 | di Redazione Daily Nautica

È stata disincagliata a Livorno durante la notte tra il quindici e il sedici di gennaio la nave “Sigma” il cargo battente bandiera liberiana appartenente alla flotta della compagnia ucraina “Intresco ltd“. Il cargo si era incagliato davanti alla spiaggia dei “Tre ponti” nel quartiere di Ardenza a Livorno, a pochi passi dalla strada.  In questo momento il cargo è stato ormeggiato in sicurezza nel porto di Livorno.

Le operazioni di rimozione della nave si sono svolte sotto la vigilanza della Capitaneria di Porto di Livorno d’intesa con l’armatore, al quale spetta l’onere di provvedere alla rimozione.  La rimozione si è svolta grazie all’aiuto di un rimorchiatore del gruppo Neri il quale, attraverso un cavo d’acciaio, ha trascinato la nave in acque più profonde disincagliando così lo scafo.

Secondo quando riportato dal Tirreno prima di incagliarsi il comandante del cargo, un ufficiale ucraino di 52 anni, aveva cercato di rassicurare la sala operativa della capitaneria livornese. I militari avevano notato, tramite gli appositi strumenti di tracking, uno strano andamento della nave e nonostante le rassicurazione del comandante avevano inviato una motovedetta sul posto per controllare le manovre. Secondo le ricostruzione, l’errore del comandante sarebbe stato quello di togliere l’ancora per riposizionare il mercantile con la prua al vento e avere così maggiore stabilità.

Come emerge un inchiesta del Secolo XIX il cargo era stato sottoposto a cinque giorni di fermo in seguito a un controllo della Capitaneria di Venezia. Infatti erano state riscontrate ben dieci deficienze tra le quali l’utilizzo improprio della radio di salvataggio; una non adeguata conservazione del cibo destinato all’equipaggio; una errata manutenzione delle porte taglia-fuoco; una mancante manutenzione del sistema antincendio; estintori non adeguatamente conservati; condizioni di lavoro, medicinali di pronto intervento e sicurezza a bordo “non adeguati”. Dall’ispezione erano emersi inoltre problemi anche al motore ausiliario

Gianluca Pedemonte

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