Megayacht: Italia leader nella produzione e all'ultimo posto come domanda

L'analisi di Lorenzo Policardo conferma il momento del mercato italiano della nautica: ai vertici nella produzione, ultimi come compratori

26 June 2014 | di Redazione Daily Nautica

I megayacht, con questa espressione vanno considerate le unità superiori ai 30 metri, continuano a essere una delle realtà più produttive della nautica italiana e mondiale. Lo dicono i dati, che confermano quanto i maxi restino un settore dove i cantieri fanno buoni affari, mentre i piccoli e medi armatori continuano a essere in difficoltà anche in questo 2014.

 

Di questo ha parlato Lorenzo Policardo, ingegnere navale e responsabile della sezione Yacht di Federagenti, nel suo intervento alla Naples Shipping Week, la manifestazione che si svolgerà a Napoli fino al 28 giugno, dedicata al mondo della nautica e al suo mercato.

 

Il 2009, con i suoi 587 ordini, è stato l’apice della produzione nel settore dei megayacht. Dal 2010 in poi è iniziata la discesa, che ha toccato il punto più basso con le 407 unità del 2013. Per questo 2014 la tendenza è già stata invertita, con le 411 imbarcazioni già prodotte sembra proprio si tratti di un anno particolarmente fertile.

 

Un’ottima notizia per i cantieri italiani, che con il loro 39% si confermano leader indiscussi della produzione di superyacht, staccando di molto Olanda e Turchia che si fermano solo al 13%. Va considerato però che la stragrande maggioranza delle unità prodotte dai nostri cantieri vanno all’estero, essendo la nostra domanda interna ancora particolarmente debole su tutte le fasce. Il maggior numero di armatori di megayacht si concentra infatti in USA  e Canada che detengono il 28%, seguiti a stretto giro dai russi con il 20%, mentre l’Italia è solo al 2%.

 

Dati che confermano, da un lato, quanto il made in Italy sia ancora nel mondo un sinonimo di indubbia qualità, dall’altro, quanto la nostra economia sia ancora debole e in una fase molto delicata.

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3 commenti

  1. William says:

    Amen Franco! Ben detto, l’Italia e l’unico posto all mondo dove un armatore di un imbarcazione di 10 metri e un criminale.

  2. FrancodettoSamurai says:

    E’ un pò povero il commentare la situazione con un ” quanto la ns economia sia ancora debole e in una fase molto delicata” si doveva anche affermare che la ns cantieristica è di indubbia qualità perchè permeata da ebanisti, vetroresinatori, idraulici, falegnami, elettricisti, architetti, disegnatori, sognatori certo e tutti di indubbia qualità! Non sarà sufficiente far ripartire la ns asfittica economia se non VERRANNO RIMOSSI I PREGIUDIZI di ogni tipo e da ogni parte assecondati da politici maldestri, ignoranti e oggi sappiamo anche corrotti! Se a dirigere la banda dei suonatori saranno i soliti uffici delle ENTRATE e i servizi di controllo che riescono davvero a controllare chi già fà il suo dovere vessandolo e angariandolo allora, stante queste prerogative, NON aspettiamoci una rinascita dell’ITALIA degli armatori!

  3. Mauro says:

    Forse sfugge all’articolista che tutti gli Armatori Italiani battono bandiera di comodo!

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