Mercato usato: vediamoci chiaro sulla garanzia legale di conformità

Torniamo a parlare di usato, affrontando l'argomento della garanzia legale di conformità, un tema come vedremo non semplice da un punto di vista legale

5 April 2016 | di Redazione Daily Nautica

Il D.lgs. 206/05 meglio conosciuto come il codice del consumo disciplina, a ragione, le compravendite di beni usati. Ma particolarmente nel nostro settore, quello navale e soprattutto diportistico, molte sono ancora le lacune che non consentirebbero ad oggi un’interpretazione univoca, ed una certa applicabilità, anche sul mercato nautico.

In particolare, come già peraltro applicato nel settore automotive, l’intento sarebbe quello di creare dei form di valutazione dell’usato che dovrebbero fornire al cliente “tutte le informazioni sull’effettivo stato, sul reale valore e sulla garanzia che viene rilasciata”.

Sicuramente una bella iniziativa che, ad onore del vero, non rappresenta però una novità nel panorama marittimo: sono stati già in molti, comprese anche aziende private, che in precedenza e in questi ultimi anni hanno tentato in quest’ottica di voler offrire all’acquirente forme di tutela più o meno ispirate al mercato dell’usato automobilistico.

Ciò detto andiamo ora ad analizzare quelli che potrebbero essere i punti critici di queste – potenziali -buone pratiche.

Il primo elemento importante sta nel “certificare” lo stato d’uso ed il valore del bene, non in ultimo ricordando che, così come dice la norma, vi sarebbe sempre la clausola del vizio occulto che, lo si rammenta, ha efficacia nei due anni successivi alla vendita…

In quest’ottica se si volesse tutelare veramente sia il venditore che l’acquirente l’unica possibilità sarebbe quella di procedere alla perizia dell’imbarcazione per determinarne, sempre nei limiti delle umane possibilità, il valore e lo stato d’uso e manutenzione. Questo è un punto fondamentale che, al contrario di come avviene per le automobili, potrebbe realmente individuare anche i limiti (e i rischi) delle garanzie ad esclusivo vantaggio della trasparenza e della qualità con la quale, idealmente, un venditore vuole piazzare le sue imbarcazioni.

Infatti senza la determinazione e l’applicazione dei parametri tecnico estimativi, tipici del settore, conseguenti nel peritare un’imbarcazione, il rischio potrebbe essere quello di ritrovarsi davanti ad un acquisto dove ciò che è garantito e certificato non è pero supportato da una reale e indispensabile esistenza delle evidenze necessarie (perizie, fatture di eventuali lavori ecc.). Ma purtroppo, e spesso, è proprio quello che avviene nel settore auto dove il venditore dichiara dei lavori senza magari produrne l’effettiva esecuzione (fatte sempre le dovute eccezioni).

Altro spunto critico è dato da ciò che si può garantire e in quale misura: ciò riguarda chiaramente un’infinità di aspetti che vanno dalla componente scafo, macchine, apparati e allestimenti con i limiti che tutti chiaramente possono immaginare.

L’ultimo punto da prendere con le molle, soprattutto se si volessero creare dei contratti di compravendita standardizzati e con delle garanzie annesse, sta proprio nella redazione di questi ultimi che potrebbero essere redatti con eventuali ed immancabili clausole e/o franchigie vedendo, nell’ipotesi peggiore, più che un miglioramento dei livelli di compravendita una disparità tra chi compra e chi vende.

Bene allora procedere ad iniziative che forniscano al cliente tutte le informazioni necessarie, ma saranno le consolidate ed usuali pratiche a prevalere? Staremo a vedere.

Daniele Motta

Perito e Consulente Navale

Tel. +39 389 006 3921

info@studiomcs.org

www.perizienavali.it

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