Nautica da diporto in crisi, boom di commenti su Liguria Nautica

Vi ringraziamo per i tantissimi commenti pervenuti in risposta all'articolo da noi pubblicato sull'attuale stato di crisi della nautica da diporto italiana, con un calo di posti barca medio del 33%

24 August 2012 | di Redazione Daily Nautica

Tanti, tantissimi commenti sull’articolo che abbiamo postato relativamente allo stato di crisi della nautica da diporto in Italia, a cui non giovano di certo un regime di “terrore fiscale” fatto di controlli indifferenziati in mare, da parte dei più svariati corpi dello Stato, i prezzi del carburante troppo alti, la mancanza di un registro unico delle imbarcazioni immatricolate e via dicendo. Pubblichiamo di seguito alcuni dei vostri interventi. Tutti i commenti sono visibili in calce al succitato articolo.

 

Giorgio Torchio: “Sono stato e sono tuttora un addetto ai lavori: questo governo è composto – dal punto di vista nautico – da una concentrazione di analfabeti, incapaci, a livello di imprenditorialità, di vendere gelati sulla spiaggia con il caldo di questo agosto!

 

Ciò detto, per quanto riguarda i Leasing, ricordo che i contratti sono anche registrati all’ Uff. del Registro e poi trascritti in Capitaneria…quindi sono pubblici e sotto gli occhi di tutte queste forze dell’ ordine che invece potrebbero svolgere meglio altre funzioni importanti, oltre a fare inutili scorte a politici inutili, incompetenti, distratti e quasi sempre impreparati!

 

Sarebbe stato il caso che qualche predecessore spiegasse ai nostri Tecnici del Governo Attuale (?) che era stata fatta una legge per invogliare gli stranieri a portare le loro barche in Italia, dove sarebbero state trattate meglio (in tutti i campi) e che eravamo arrivati al 1° posto: loro, i lungimiranti, sono riusciti in pochi mesi a vanificare tutti i risultati positivi raggiunti, e provocando prima ironia, poi soddisfazione economica ai nostri vicini di costa…forse nei professori oggi al potere nessuno sa nuotare”.

 

Max Revello: “Stagione estiva “arroventata” dai pressanti “controlli fiscali” in tutti i settori dell’economia italiana, non solo nella Nautica…Ovviamente alla “Nautica” è riservato un “trattamento di favore” da parte dell’Agenzia delle Entrate, probabilmente perchè un certo tipo di “Nautica” ha operato per finire sotto la lente di ingrandimento del fisco.

 

Riguardo al Leasing, caro Giorgio, sai bene che negli anni “allegri” l’acquisto della barca (piccola, media o grande) veniva concesso senza particolari “verifiche” sulla capacità reddituale “reale” del Cliente. l’importante era “vendere” a prezzi “irrealistici” (la produzione era “finanziata” dal sistema bancario ed i “prezzi di vendita” tenevano conto del “rischio insolvenza” che, i tecnici, sicuramente consideravano onde evitare eccessive perdite future).

 

Riguardo alle iniziative “di legge” che questo Governo ha approvato solo con voto di fiducia, è doveroso sottolineare che sono state “volute” solo ed esclusivamente da una componente, sempre meno infuente, del settore. Quella “componente” che prima prova a tutelare le forme di elusione (norma “Salva-Briatore”, quindi sostiene l’emersione dell’evasione (noleggio occasionale), poi diffonde dati “parzialissimi” utilizzando la sponda di ONN.

 

Che oggi tale “componente” si lamenti ed oltrepassi il limite accusando ingiustamente la Guardia di Finanza di “terrorismo fiscale” è non solo fuori luogo, ma danneggia ulteriormente il nostro settore anche e soprattutto a livello mediatico.

 

Primo esempio, IL SOLE 24 ORE pubblica il 18 agosto 2012 un articolo “demagogico” che ancora una volta mette sotto la lente i “Diportisti”, accusati di aver pagato solo 23 milioni di euro sui 155 milioni attesi. Peccato che i “tecnici” che ci governano abbiano basato le previsioni di incasso su dati “inesatti”, non sapendo che su circa 100.000 unità immatricolate solo il 53% ha una lunghezza superiore ai 10 mt… Un tempo chi non sapeva far di conto avrebbe preso una insufficienza in matematica; oggi, invece, i “tecnici al governo” giustificano i propri errori accusano i “Diportisti che non esistono” di essere “elusori/evasori”. Problema: i dati chi li ha forniti?

 

Seconda questione: sembrerebbe che l’unica soluzione prospettata dalla famosa “Componente del settore” sia quella di creare il Registro Centrale Informatizzato (simile al PRA automobilistico). Storicamente tale ipotesi di lavoro risale alla fine degli anni ’80 con promotore Mare Club d’Italia. Difficile togliere “potere” a chi lo gestisce, nonostante la necessità di modernizzazione e di trasparenza.

 

Terza questione: probabilmente è stato deciso che gli Italiani debbano re-imparare l’arte della “sobrietà“, ovvero non investire i propri guadagni in “spese consumistiche” (anche solo per trascorrere un periodo di vacanza), perchè lo Stato ha bisogno di risorse (imposte e tasse). Quindi l’orientamento dei “controlli fiscali” non seguirebbe i principi di giustizia, equità e democrazia in genere, bensì la politica dello “spaventare a priori il Contribuente”, anche e soprattutto quello onesto. Se così non fosse, i risultati ottenibili dal contrasto “vero” all’elusione/evasione nel settore diporto (soprattutto in materia IVA ed accise) avrebbero riguardato le moltissime situazioni di “schermatura fiscale” attuate con bandiera straniera, comunitaria o meno.

 

La crisi esiste ed è evidente a tutti, nel diporto come nella balneazione o nel turismo in genere, ma solo nella Nautica c’è qualcuno che continua a “sfornare” comunicati che accentuano l’avversione contro il nostro settore.

 

Mi auguro che finita la prossima edizione del Salone Nautico di Genova si possano rivedere strategie, obiettivi e soggetti promotori del settore in Italia”.

 

DM: “Come operatore del settore, nel ramo della pitturazione nautica in una multinazionale storica, condivido appieno i timori espressi da tutti i posts e viviamo sulla nostra pelle le difficoltà del mercato. La fuga di imbarcazioni dall’Italia abbia fatto assolutamente bene anche ai ns colleghi vicini di casa: abbiamo marine all’avanguardia vuote, cantieri super attrezzati sottoutilizzati, mentre altri paesi che non hanno investito altrettanto si trovano ad essere stracolmi di domanda.. “thank you Italy!”. Effettivamente la pubblicità aggresssiva e intelligente effettuata dagli operatori dei paesi limitrovi (marine e cantieri in primis) avvenuta lungo le nostre coste (cartelloni e volantini con cui si garantivano prezzi inferiori di ormeggio, trasferimento delle imbarcazioni a spesa delle marine stesse,.. tanto fare due esempi), ha portato benefici a tutto l’indotto straniero vicino, anche a quello delle pitturazioni appunto. E non è la prima volta che in Italia si compiono errori tanto grossolani: ricordiamo la fuga delle barche dalla Sardegna alla vicina Corsica coem reazione alla tassa applicata dal Consiglio Regionale dell’Isola in alcune aree turistiche. Non è richiesta nemmeno una grande memoria storica..

 

E’ veramente deprimente assistere ad una compressione del nostro mercato per colpa di conti mal fatti e di superflue valutazioni. Come sempre, gli operatori del settore dovrebbero essere interpellati dal Governo prima di assumere delle decisioni, ma evidentemente temono il confronto. Ci auguriamo che l’informatizzazione dei controlli possa aiutare a perseguitare i veri evasori e a lasciar stare il 73 enne e la sua barchetta. Personalmente, lavoro nel settore da poco tempo, troppo poco per aver vissuto gli anni d’oro della nautica come fiore all’occhiello italiano: è molto triste conoscere bene la qualità dei propri prodotti e non potere avere la soddisfazione di collaborare con professionisti dell’indotto con serenità”.

 

C’è anche chi ci critica e fa notare un altro problema, che in effetti non abbiamo trattato nell’articolo a causa della sua diffusione a macchia di leopardo in Italia:

 

Carlo B: “Vi leggo da un po’ di tempo, ma ho sempre l’impressione di un piede in due scarpe. Perché non parlate dei prezzi fuori di testa dei posti barca stagionali, specificatamente in Liguria e Toscana? Conosco aziende che affittano barche a vela “popolari”, che, quest’anno hanno tenuto le barche a terra perché un mese in acqua si mangerebbe gli utili delle scarse locazioni, che sono si dovute alla crisi, ma sopratutto al fatto che alcuni clienti abituali hanno dichiarato di aver affittato nei paesi confinanti, per quanto esposto nei commenti precedenti”.

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9 commenti

  1. Max Revello says:

    Colgo la sollecitazione di Carlo Bassi per invitare lui e tutti gli Imprenditori interessati a “ridisegnare” il futuro della Nautica Italiana ad incontrarci per valutare la situazione e stabilire una “base comune” di iniziative da realizzare in tempi rapidi.

  2. Carlo Bassi says:

    Mi rivolgo a Max Revello e quondi a Isyba, di cui condivido pienamente la posizione e a tutti coloro che hanno animato e stanno animando questa discussione , e ovviamente agli amici di Liguria Nautica, per proporre un incontro ” vero, reale e concreto” sui temi emersi. Quando dico vero reale e concreto e’ un invito a confrontarsi su ciò che seriamente va considerato come causa dell’ attuale situazione. Senza demagogia, senza posizioni pregiudiziali e soprattutto ” politiche” cioè di interesse solo di una
    parte. La mia non e’ ingenuità ma la convinzione che oggi nulla e nessuno piu’ può permettersi che non si guardino le cose come stanno. Se non si fa così non c’ e’ possibilità di tentare una qualsiasi forma di ripresa. Ovviamente questo vale ancor più per il nostro settore che e’ completamente azzerato e sicuramente non per ciò che sta avvenendo negli ultimi mesi ma per come era stato impostato negli ultimi anni. Per molti aspetti abbiamo di fronte una buona occasione per tutti per pro arena ricostruire secondo consecuzioni , modalità e opportunità che non sia solo speculative .
    Lo dico e propongo come operatore del settore ( Sciallino) , come armatore , e permettetemi, da cittadino.
    Grazie per l’ attenzione
    Carlo Bassi

  3. Max Revello says:

    Gent.mo Eugenio Ruocco,

    non è la prima volta che ci scambiamo opinioni via web, anche se differenti per funzioni ed obiettivi. Mi spiego meglio:

    1) La funzione di ISYBA, 265 Imprese associate che operano a vari titolo nel diporto professionale, è quella di informare in modo asettico il mercato italiano ed internazionale.

    2) La funzione di un organo associato ad UCINA sembrerebbe essere quella di riportare i “comunicati stampa” dell’associazione a cui Liguria Nautica appartiene e quelli del gruppo editoriale “Panama Srl” (Il Giornale della Vela etc.)

    Può darsi che AFA (Anton Francesco Albertoni) ed il pensionato Mario Oriani possano ancora aver voce in capitolo nella Nautica italiana, resta il fatto che continuare ad accusare ingiustamente la Guardia di Finanza di “terrorismo fiscale” produce e produrrà solo ed esclusivamente risultati ulteriormente negativi ion un momento di crisi economica che proprio AFA negava a fine 2008, seguito a ruota da Mario Oriani.

    Già, un Mario Oriani che di vela, forse, frequenta solo quella “borghese” dei pensionati benestanti che stazionano nella ormai scontata Portofino dimenticatata anche dallo YCI. Ma che continua immotivatamente a “spingere” la vela degli “evasori” e del “noleggio occasionale”, degli Skipper “succhi di frutta” e delle Associazioni Sportive legati ai sindacati che eludono sistematicamente il fisco.

    “Terrorismo fiscale”, caro Eugenio Ruocco, termininologia che anche il Commissario della Provincia di Genova (Piero Fossati) ha recentemente condannato ricordando che “le difficoltà che colpiscono duramente anche questo settore nella pesantissima crisi mondiale, non possono certo essere attribuite ai controlli fiscali, tanto meno in una indagine di un organismo (ONN) che insieme ad UCINA vede rappresentanze, dall’Università alla Provincia di Genova, all’Accademia della Marina Mercantile, di soggetti istituzionali che ben conoscono quanto sia significativo ed insostituibile il lavoro della Guardia di Finanza”.

    A nome di ISYBA, condividendo appieno le affermazioni del Commissario della Provincia di Genova (Piero Fossati), invito il Presidente di UCINA a smettere di diffondere messaggi “dannosi” per la “nautica da diporto italiana” e ad impegnarsi, invece, per collaborare fattivamente con la GDF per contrastare quei “pochi ma significativi” fenomeni di elusione/evasione fiscale che fino ad oggi ha tutelato con iniziative totalmente discutibili

  4. BarcAncorata says:

    L’Italia vive la stessa crisi che vivono gli altri paesi europei nelle stessa misura, o addirittura Voi la vivete meno degli altri. Peccato che siete buoni solo a lamentarvi usate i circa 700 porti dislogati su 8500Km di costa come un posto letto in ospedale, l’amico vi fa conoscere il dottore che poi a sua volta vi manda da un’altro dottore per il ricovero.
    Esiste un progetto serio in Italia per la ricerca del posto barca libero al transito, e che valorizza le vostre zone a prezzi competitivi in Europa??

  5. Massimo says:

    Buongiorno a tutti,
    da ligure, la crisi della nautica da diporto si annida in una serie di peculiarità che a mio avviso hanno poco a che spartire con l’attuale Governo e le sue scelte.

    Casomai hanno molto a che vedere con le NON SCELTE prese nei passati decenni da tutto il mondo che ruota dentro ed intorno alla nautica fatto di istituzioni locali assenti, operatori inefficaci, mancanze di coordinamento, INDIVIDUALISMI, EGOISMI, conflitti d’interesse vari, ed anche una visione esclusiva ed elitaria della diportistica: in un parola di CULTURA.

    In Francia ogni paesino ha il suo piccolo porticciolo, perfettamente integrato e non invasivo o “cementificatore” della costa; da noi “apriti cielo”! La parte a ponente di Santa Margherita Ligure si preferisce lasciarla nel degrado e nell’abbandono piuttosto che rinnovarla, e di posti barca guai a parlarne; e di esempi più o meno eclatanti ce ne sono a decine.

    Il fatto è che fino a quando ci saranno pochi posti barca, si potranno affittare a prezzi esagerati ed i soliti noti potranno agire in regime di oligopolio e relative “prebende” (Raffone docet), o i pescatori della domenica potranno tenere la loro barchetta a costo zero: ma è possibile che per un 10mt. di solo ormeggio si paghino 6.000€ all’anno ?!

    Chissà che invece questa crisi non dia una scossa al “sistema”, e ci faccia veleggiare finalmente verso una concezione della nautica da diporto dove invece che spartirsi una grande fetta di una torta molto piccola, non si distribuisca la giusta fetta di una torta molto grande.

    Saluti

  6. Carlo B says:

    Grazie per la comprensione, ma il problema vero non sta nella pubblicazione del redditometro on-line, ma nel redditometro stesso e dei tempi della sua applicazione. Infatti al momento dell’acquisto(1998), il mio reddito era sicuramente capiente, ma a nessuno fregava niente, e forse, non esiteva neppure il redditometro. La mia ingenuità, (un po’ di ironia non guasta) é stata di non “tagliare” 90cm a poppa al momento giusto.
    Perché qui sta il GRANDE LIMITE: 9,99m oppure 10,10m; il primo é per gente normale e anonima, il secondo é per ricchi degni di ogni attenzione fiscale. Allora, come ricordato per le automobili, via con 9m super, e morte a vecchie e gloriose barche usate, ma anche nuove che superino i fatidici 10m.
    Ma dov’é la logica di una simile legge? Oltre ad essere un limite per chi acquista, é un limite per chi pregetta e costruisce, che non puo’ mettere una cala vele, un ripostiglio, un bagnetto in più, se no diventa un LUSSO. Qualcuno dei commentatori, in modo molto duro, ha parlato di gelati, ma qui si tratta di comune buon senso, e sopratutto, di non mettere in difficoltà chi ancora riesce a produrre qualcosa e chi, ancora, vuole acquistare
    Il fisco faccia il suo doveroso mestiere ma lo faccia in modo equo, sapendo distinguere tra un una barca (o qualsiasi altro prodotto ) che possa essere considerato di lusso oppure no.
    E poi é giusto fare la guerra al lusso?? Ma qual’é il limite del lusso?? In quale paese libero esiste un concetto di lusso, che precluda ai suoi cittadini di aspirare ad avere il meglio secondo le loro possibilità? Come si fa ad impedire di fatto a una famiglia con tre figli di acquistare una barca usata di un metro in più, perché altrimenti……..Mah!

  7. Come adetto hai lavori non che possesore di barca posto questi commenti!
    Tutto questo che succedde e triste per la nautica Italiana; I cantieri specialmente certi nomi sono fuori dell ochiello mondiale, e vedere certi marchi cosi tanto in difficolta fa male veramente.
    La nautica Italiana a dimostrato la sua eccelenza su molti fattori non solo con certe barche costruite, ma anche a livello competitivo vedete Americas Cup o Offshore.
    Ma per I sistema porti e I cantieri di rimessagio non mi dispiace a fatto. Perche in Italia si paga il posto barca Troppo CARO. 10k EURO all anno per un 10 metri, 5k EURI per un rimessagio annuale sono costi spaziali e il brutto in tutto questa vicenda che chi applica questi prezzi continua a dare colpa all attuale governo. Cera un servizio su Porto Cervo su Canale 5 dove dicevano che erano vuoti a fine Luglio, perche non cominciano ad abbasare I prezzi.
    Un 10 metri in Sardegna paga nella parte Costa Smerlda un media di 100 EURO all giorno di media, se vai in Corsica dall altra parte delle boche di Bonifacio pagi 40 EURO per lo stesso mare di massimo. In certi marina anche 25 EURO. VERGOGNA!
    Poi andiano nelle localita piu desiderate Lipari, Capri, Salina (l’unico porto all mondo che si paga di largezza e un 10 metri puo arrivare sopra I 200 EURO all giorno). VERGOGNA!

    Ero a Giardini Naxos due settimane fa e uno dei quattro pontili dove chiedo il prezzo mi dice 80 EURO all giorno, poi gli dico che e per 2 giorni e quando dico questo mi dice siamo all settimana di Ferroagosto cosi dovrai pagare di piu. Questo pontile e il primo quando entri e si chiama Walter, in quell giorno Domenica 12 era rimasto con quattro posti vuoti. Gli altri pontili erano molto piu educati. Il terzo era pieno e anche se avevo fatto una prenotazione non mi aveva mai risposto, e il secondo dicendo che per 2 giorni mi a abbasatto la tariffa di 20 EURO. Poi chi sono le boe a Taormina dove ti chiedono 70 EURO all giorno per un 10 metri trattata per 60. Ma siamo perdondo la testa.
    In Croazia le boe costano massimo 10 EURO e in certi posti puoi anche ormeggioare in banchina gratis, con aqua gratuita e corrente a pagamento. E diciamolo con uno dei piu bei paesaggi dell mondo intero non che mare.

    Queste sono le cose che nessuno dica. Speriamo che l’attuale momento faccia vedere queste cose di piu.

  8. Luci Marco says:

    Non capisco tutta questa polemica per la tassa di possesso.
    Prima considerazione: molti ignoranti nel senso che non conoscono, accusano i diportisti di aver portato la barca all’estero per non pagare la tassa. Non sanno che è una tassa di possesso e si paga indipendentemente dal posto dove si trova la barca.
    Versamento della tassa da parte dei noleggianti: per le barche date in locazione la tassa va pagata dal noleggiante. Per le barche a vela in virtù della riduzione in quanto tali e per quella di vetustà è poca cosa, è una seccatura da parte del noleggiante ma ha il merito di contrastare l’abusivismo e il nero.
    Se poi il possessore di uno yacht di alcuni metri di lunghezza a motore o a vela che sia deve sborsare qualche centinaio o migliaio di euro, pensate, in proporzione, al sacrificio dei pensionati inps che ne hanno subito di tutti i colori.
    In questa Italia di …… che è arrivata al capolinea grazie a ci ha governato e che si accinge di nuovo a farlo per la rovina finale, la cosa più giusta sarebbe una equa ripartizione dei sacrifici.

  9. silvano says:

    il settore nautico italiano ormai e’ alla fine. ringraziamo i nostri governanti guardia di finanza per il lavoro ben fatto per distrugere il mercato e altro ringraziamento da parte della Slovenia e Croazia per l’aiuto economico avuto . la cosa che ogni posto di lavoro perso nel settore ci dovrebbe essere almeno un finanziere licenziato per compensare la perdita di entrate da parte del fisco .
    Ogni euro che pensano di recuperare sul settore ne perdono 100 di indotto

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