Nuova tassa sulla barca, vi spieghiamo come funziona

Da 800 euro annui per gli scafi superiori a 10 metri, fino a 25 mila per le barche oltre i 64 metri. Si potrà dare la propria barca in affitto pagando una tassa del 20%. Tutto, ma proprio tutto sulla tassa che entrerà in vigore l'1 maggio

29 February 2012 | di Redazione Daily Nautica

Ancora non si sa nulla con precisione, poiché il decreto verrà approvato domani, ma sembra che il pericolo di una tassa “ammazza-nautica” sia stato definitivamente scongiurato. Molto probabilmente – e lo diciamo toccando ferro – tutte le attività legate al settore del diporto potranno tirare un sospiro di sollievo, grazie alla trasformazione della famigerata tassa sui diritti di stazionamento delle imbarcazioni in tassa di possesso, esclusivamente rivolta ai proprietari di barche italiani e residenti in Italia, nell’ambito del “decreto liberalizzazioni”. In questa situazione di grande incertezza mista ad euforia, i gestori delle Marine rimangono cauti: «Sulla base di quanto accadrà domani – spiega uno di loro – decideremo la politica da seguire». Erano molti i porticcioli turistici in Italia, infatti, che si erano mossi per contrastare il cosiddetto “effetto tassa”, rimborsando parte dell’aliquota a chi decidesse di affittare un posto barca o comunque offrendo agevolazioni in grado di invogliare l’utente a restare in Italia.

 

MEGLIO DEL PREVISTO– Alla luce di quanto trapela dalle aule ministeriali, comunque, la tassa Monti, che entrerà in vigore il primo di maggio, pare sia stata ridimensionata: vuoi per il fatto che esiste una sentenza europea, emessa in occasione della famosa “tassa Soru” in Sardegna, che considera illegale la richiesta di un balzello quando si naviga o ormeggia in acque comunitarie, in evidente contrasto con la libera circolazione di beni e merci in Europa, vuoi per il fatto che l’Ucina aveva profetizzato una fuga di 27 mila barche all’estero, con grande gioia di Francia, Corsica, Slovenia e soprattutto Croazia, dove le richieste di posti barca avevano raggiunto quota 500 ed erano in rapida ascesa (un discorso a parte riguarda i mega yacht, visto che in Croazia almeno per ora non esistono strutture apposite. La prima del genere sarà inaugurata entro primavera nella zona di Mandalina a Sebenico. Si tratta di un progetto del Gruppo Dogus turco e del croato Ncp da 18 milioni di euro, in grado di accogliere 79 mega yacht).

 

QUALCHE NUMERO (IPOTETICO) – Vediamo di capirci qualcosa di più. Intanto, chi deve pagare la tassa? Tutti i cittadini italiani residenti in Italia possessori di una barca sopra i 10 metri di lunghezza fuoritutto. Saranno esentati, secondo l’emendamento, «i soggetti non residenti e non aventi stabili organizzazioni in Italia che posseggano unità da diporto, sempre che il loro possesso non sia attribuibile a soggetti residenti in Italia, nonché alle unità bene strumentale di aziende di locazione e noleggio». Se non ci saranno modifiche sostanziali, si parla di importi che vanno da 800 euro annuali per imbarcazioni comprese tra i 10,1 e i 12 metri fino a 25 mila euro per scafi di lunghezza superiore a 64 metri, cifre di gran lunga inferiori (soprattutto per quanto riguarda le metrature più importanti) rispetto alle cifre previste dalla precedente proposta Monti. Inoltre, i proprietari di barche potranno affittare occasionalmente il mezzo pagando una tassa unica del 20%. L’attività non costituirà uso commerciale se l’incasso annuo non supererà i 30mila euro e l’importo sarà soggetto a un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, e delle relative addizionali, pari al 20% «con l’esclusione della detraibilità e deducibilità dei costi e delle spese sostenute, relative all’attività di noleggio».

 

LE RIDUZIONI E LE ESENZIONI – Pagheranno una cifra equivalente alla metà degli importi sottoindicati le unità a vela con motore ausiliario il cui rapporto fra superficie velica e potenza del motore espresso in kW non sia inferiore a 0.5. Gli importi indicati sono ridotti del 15, del 30 e del 45 per cento rispettivamente dopo cinque, dieci e quindici anni dalla data di costruzione dell’unità da diporto. Tali periodi decorrono dal primo gennaio dell’anno successivo a quello di costruzione. Inoltre, allo scopo di sviluppare la nautica da diporto, la tassa non si applica alle unità per il primo anno dalla prima immatricolazioneInfine, la tassa non si applicherà alle imbarcazioni che si trovino in un’area di rimessaggio e per i giorni di effettiva permanenza in rimessaggio.

 

ECCO LA TABELLA DETTAGLIATA DEI COSTI

 

a) euro 800 per le unità con scafo di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri;

b) euro 1.160 per le unità con scafo di lunghezza da 12,01 metri a 14 metri;

c) euro 1. 740 per le unità con scafo di lunghezza da 14,01 a 17 metri;

d) euro 2.600 per le unità con scafo di lunghezza da 17,01 a 20 metri;

e) euro 4.400 per le unità con scafo di lunghezza da 20,01 a 24 metri;

f) euro 7.800 per le unità con scafo di lunghezza da 24,01 a 34 metri;

g) euro 12.500 per le unità con scafo di lunghezza da 34,01 a 44 metri;

h) euro 16.000 per le unità con scafo di lunghezza da 44,01 a 54 metri;

i) euro 21.500 per le unità con scafo di lunghezza da 54,01 a 64 metri;

l) euro 25.000 per le unità con scafo di lunghezza superiore a 64 metri.

 

PAGAMENTO E SANZIONI – Si legge nel testo del decreto: “Con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle entrate sono stabilite le modalità ed i termini di pagamento della tassa, di comunicazione dei dati identificativi dell’unità da diporto e delle informazioni necessarie all’attività di controllo. I pagamenti sono eseguiti anche con moneta elettronica senza oneri a carico del bilancio dello Stato. Il gettito della tassa affluisce all’entrata del bilancio dello Stato”.

E ancora: “La ricevuta di pagamento, anche elettronica, della tassa è esibita dal comandante dell’unità da diporto all’Agenzia delle dogane ovvero all’impianto di distribuzione di carburante, per l’annotazione nei registri di carico-scarico ed i controlli a posteriori, al fine di ottenere l’uso agevolato del carburante per lo stazionamento o la navigazione”.

Le sanzioni sono piuttosto salate: “Per l’omesso, ritardato o parziale versamento dell’imposta si applica una sanzione amministrativa tributaria dal 200 al 300 per cento dell’importo non versato, oltre all’importo della tassa dovuta”.

 

Eugenio Ruocco

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26 commenti

  1. Eduardo says:

    Salve sono in trattativa per un gozzo Aprea 7 metri motore 140 ho Volevo sapere se è soggetto a quli tasse grazie

  2. ernesto says:

    Io sono proprietario di una imbarcazione a vela di 14,15 mt.di lunghezza costruita nel 1976, ha quindi oltre 35 anni di vita e dovrò pagare la tassa di possesso come se fosse nuova, ovvero, come quella di un’altro diportista che ha una barca delle stesse dimensioni ma che è stata costruita nel 2012 e che quindi ha un valore completamente diverso dalla mia. Oggi la mia barca ha un valore di circa 30.000 euro mentre quella nuova dell’altro diportista ne vale 400.000 euro, entrambi però pagheremo l’identica xsomma di tassa di possesso.
    Mi chiedo c’è equità? è vi chiedo è giusdyto tutto questo?
    Noi siamo semprea pagare
    Ernesto.

  3. Paolo Cappellini says:

    QUALCOSA SULLA NAUTICA QUESTO È QUELLO CHE AVREBBE DOVUTO FARE UN GOVERNO TECNICO
    Non sono contrario a far pagare una tassa sull’imbarcazioni, visto che in questo momento è del tutto assente ma, come al solito, quello che fa rabbia è la disparità (VOLUTA), che si è venuta a creare, in questi ultimi anni, tra i ceti sociali, aggravata ulteriormente da questa manovra.
    È INGIUSTO CALCOLARE LA TASSA SULLA LUNGHEZZA DELLA BARCA; Con le stesse misure (esempio dai 14 ai 17 Mt) alcune barche valgono 10.000€ altre 5.000.000€ e pagano la stessa tassa. Ci sono persone che, per passione, si fanno la manutenzione della barca da soli e vanno in giro con una vecchia utilitaria, e pagano come quelli che, solo in carburante, sborsano lo stesso importo della tassa per un solo giorno di navigazione, hanno il marinaio a bordo e vanno in giro con auto da 100.000€ di valore
    COME SI POTREBBE FARE, DUE ALTERNATIVE SOCIALMENTE EQUE:
    1)Calcolare la tassa con una percentuale dell’ 1/1,5% sul reale valore della barca senza distinzione di misura (ci sono dei motoscafi e/o gommoni di 9/10mt che valgono 4/5 volte una barca a vela di 12mt).
    2)Calcolare la tassa come il bollo auto sui Kw dei motori istallati senza nessuna distinzione di misura e tipo (natanti compresi visto che ci sono dei motoscafi e/o gommoni con motori di 1000Cv e passa). Potrebbe essere equo, sia perché in automatico si distingue il costo di esercizio di una barca a vela rispetto a quella a motore, (se ci si può permettere una barca che consuma 3/4000€ di carburante al giorno, ci si può permettere di pagare una tassa più alta) sia perché si premia chi inquina meno, punto che non è stato preso minimamente in considerazione nella manovra Monti, penalizzando sempre i più corretti.

  4. rossella says:

    io e mio marito appassionati di mare con grande sacrificio abbiamo comperato una barca a vela con un leasing francese durata 10 anni ed ho sempre pagato la tassa di stazionamento.
    la mia barca lunga 10,30 non ha la targa – devo pagare anche la tassa di possesso in Italia??

  5. mike says:

    Senza entrare nel merito sui parametri fiscali che legano la tassa al possesso, mi domando come un uomo di sicura elevata cultura e intellettualmente sofisticato come il Prof Monti non si sia ancora reso conto che ci siano imbarcazioni omologate 9,99 con scafi anche di 12,45mt fuori tutto che costano 250.000 euro e non generano tassazione. Se qualcuno si prende la briga di spiegerglielo, magari anche chi ha una imbarcazione di 6 7 8 metri pagherebbe(magari poco) una tassa per contribuire proporzionalmente a un regime piu’ equo.O forse chi fa il pieno di benzina su un natante o spende 200 300 euro al giorno per diporto ha un certificato medico che lo giustifica? grazie

  6. Ilaria fabbri says:

    come tassa di possesso ci sta: pagano i motorini, forse diventerà tale anche sugli apparecchi televisivi quindi è giusto che il proprietario di un’imbarcazione paghi. ma dovrebbero pagarla tutte le imbarcazioni con un occhio anche alla potenza del motore.

  7. Antonio says:

    Per tutti coloro che lamentano di avere bandiera Francese o altro stato. Cambiate bandiera!!!!!!
    Pagate una tassa sola, esponete bandiera Italiana e non per ultimo, evitate di dare i vostri soldi agli “amici” francesi..

  8. Luigi Panella says:

    Mi sembra che si vada verso una soluzione ragionevole , ma per essere EQUA sarebbe opportuno fare pagare anche le barche piu’ piccole…specialmente quelle dotatte di supermotorizzazioni…e considerare anche la supervetusta’ di barche che hanno anche e oltre 40 anni,barche che con grande difficolta’ economiche ma con grande passione ,pensionati con redditi veramente limitati cercano di mantenere in vita.Luigi Panella

  9. giorgio telesi says:

    Ottimo decreto. Finalmente si e’ fatta una cosa sensata; manca solo la modalita’ di come effetuare il pagamento e il tempo di scadenza nonche’ la durata se di anno solare o 12 mesi dal versamento. Inoltre non e’ chiaro il discorso del pagamento della tassa sul possesso dell’imbarcazione quando questa per motivi tecnici o altri dovesse rimanere alcuni mesi in rimessaggio a terra. Giorgio Telesi.

  10. brunor says:

    Trovo iniquo che non si faccia pagare nulla ai possessori di natanti sotto i 10m, ma dotati di motori potentissimi e dal costo rilevante. Sarebbe equo far pagare una tassa piu’ bassa, ma a tutti, fino ai 6m. Si ricordi che sono moltissime le barche di 9.99m, costruite proprio con l’intento di evitare l’immatricolazione e le relative tasse.

  11. tommaso says:

    Sono il fortunato possessore di un Oceanis 411 lungo 12,70m del 1998.
    Pagherò come un 14 metri del 2007. Il mio è il gruppo più numeroso; equità o desiderio di far cassa? Non posso neache più consolarmi con una crociera su una nave della Costa, ho appreso con stupore che il RINA, che certifica il mio autogonbiabile revisionato periodicamente a pagamento che gettato in acqua non funziona (ho il filmato), ha ritenuto sicura una nave con il fondo da 12 mm di spessore. Se ci fosse giustizia i responsabili sarebbero incriminati e le navi in funzione rinforzate ma nessuno ne parla .Nessun tecnico ha notato la rottura anomala? O passano ai vagli solo i pettegolezzi ? E Schettino lo sà che se gli avessero dato una nave più robusta avrebbe solo fatto un’ammaccatura e sforzato un pompa di sentina? E Foschi lo sa che la nave che ha pagato per buona è stata mal progettata? Comunque sono contento: la tassa non mi sembra inaccettabile anche se certamente iniqua ed inquinata dal falso ideologico tipico della classe che ci detiene in schiavitù.

  12. pierluigi says:

    vorrei capire se la barca in rimessaggio cioe’ a terra si debba pagare o no la tassa

  13. Cesare says:

    Come al solito, soluzione all’italiana.
    Si modificano le norme tenendo conto degli interessi dei grandi gruppi di pressione. Nello specifico i costruttori di marine e i proprietari dei cantieri navali (UCINA). Il tutto condito con la scusa di salvare l’indotto!
    Si tassa invece il “possessore” di una imbarcazione da diporto acquistata in leasing francese, per il solo fatto di essere italiano e senza tenere conto che la tassa di possesso egli gia’ la paga in Francia. Il tutto in dispregio dell’equità e degli accordi firmati tra Italia e Francia per evitare le doppie imposizioni. I piccoli privati non contano pero’ come gruppo di poter, vero Senatore Grillo? Se ne ricorderanno pero’ al momento delle prossime elezioni. ci puo’ contare.

  14. rosario says:

    E’ giusto che paghiamo di meno e pagono tutti fino a sei mt.

  15. roberto says:

    secondo me ci si preoccupa troppo di questa tassa ma se ne parla poco del grosso probllema
    dei costi dei posti barca che hanno prezzi insensati da quanto esagerati e creano crisi nel settore.

  16. Paolo says:

    Vorrei sapere perchè io che ho una barca a motore di 10,77 mt. di 11 anni del valore di 60.000 euro (quasi come un camper) con bandiera francese devo pagare 839,00 alla francia e 560,00 all’italia per un totale di 1399,00 Euro mentre il mio vicino con una barca di 12 mt. con bandiera italiana di 1 anno del valore di 400.000 Euro ne paga solo 800,00?

  17. cesare says:

    Ma se una barca si trova all’estero,il proprietario può dichiarare che la barca è in cantiere.
    Chi può o ha interesse a controllare

  18. .giuseppe says:

    perche come paga il bollo una panda non .PAGANO PROPORZIONALMENTE .TUTTE LE BARCHE COMPRESE QUELLE INFERIORI A DIECI METRI CHE VALGONO.VENTI VOLTE UNA PANDA

  19. Tonino says:

    Un pò come succede per le auto.. era paradossale che una fiat panda paga il bollo e una barca da 10mt no.

  20. fredo says:

    Alessandro,
    credo proprio di si, se sei italiano residente in italia. Infatti è tassa di possesso. Ma a tal proposito la domanda è: se una barca di un italiano residente in italia, batte bandiera british….. come la mettiamo? di dovrebbe pagare giusto? ….

  21. Roberto says:

    Va bene così, non continuano a piangere…., dobbiamo contribuire e le cifre sono oneste.

  22. Alla luce di quanto sopra la tassa va pagata anche per il periodo in cui l’imbarcazione si trova all’estero? Grazie per il chiarimento

  23. paolo says:

    IL solito regalo ai ricchi con barca intestata a società offshore e la solita mazzata per chi la barca se l’è comprata da privato con sacrificio.

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