Posti barca: in arrivo IMU e TASI per tutti?

con una recente sentenza della Cassazione (15198/2016), il nodo si è sciolto: I posti barca della marina turistici sono soggetti al pagamento delle due imposte

29 November 2016 | di Redazione Daily Nautica

Qualche tempo fa ci occupammo di posti barca, in quel caso parlando del concetto di acquisto, proprietà e della relativa normativa applicabile. Tuttavia già in quell’occasione alcuni lettori chiesero alcune delucidazioni in merito al pagamento dell’Imu e della Tasi sui posti barca. Oggi, con una recente sentenza della Cassazione (15198/2016), il nodo si è sciolto: I posti barca della marina turistici sono soggetti al pagamento delle due imposte.

La sentenza oltre che a dirimere una battaglia legale che va avanti da molti anni, tra l’agenzia delle entrate e gli stessi marina, porterà anche all’accatastamento e della relativa rendita castale dei posti barca, così come avviene per gli immobili.

Le conseguenze di queste novità potranno avere, verosimilmente, sia riflessi economici che giuridici. In primo luogo vi sarà da comprendere la redditività dei posti barca per poi valutare in che misura i marina debbano versare per Imu, Ici e Tasi ai comuni interessati.

Con tutta probabilità lieviteranno anche i costi di gestione dei concessionari i quali potrebbero scaricare tali uscite caricando ulteriormente l’utente finale, cioè il diportista, vedendo così un aumento dei costi d’ormeggio. Giuridicamente parlando c’è invece chi fa osservare che considerando il posto barca alla stregua di una unità immobiliare quest’ultima sia soggetta alla disciplina civilistica e fiscale propria del settore, cosa che darebbe maggiori “diritti” alla proprietà.

Tuttavia c’è anche da dire che il concetto di proprietà, cosi come lo si potrebbe intendere per un bene mobile o immobile che sia, troverebbe una difficile applicazione in un contesto come quello di un marina. È infatti più che noto che le strutture mobili e immobili costruite in un’area demaniale sono frutto di una opportuna concessione demaniale, fatta dallo stato al concessionario il quale, ovviamente, non può essere di certo considerato quale proprietario delle stesse aree.

Gli effettivi risvolti di questa sentenza sono per il momento da vedere effettivamente applicati, ciò detto non è superfluo pensare ad altri eventuali contenziosi fin tanto che se da una parte si è “risolta” la questione fiscale rimane tutta aperta quella normativa e giuridica che potrebbe, ancora una volta, cozzare clamorosamente in un contesto, quello marittimo, che ha un proprio e conclamato regime normativo del tutto differente rispetto ad altri settori.

Daniele Motta

Perito e Consulente Navale

Tel. +39 389 006 3921

info@studiomcs.org

www.perizienavali.it

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7 commenti

  1. giancarlo says:

    il mio posto barca è accatastato al catasto di Chiavari già questo mi dovrebbe dare alcuni diritti ora dovendo pagare la tasi e la imu dovrei diventarne il legittimo proprietario nei confronti del concessionario che diventerebbe lo amministratore immobiliare del nuovo condominio con i limiti e doveri dello amministratore ,ed anche nel confronto del demanio(ora comune mi sembra)che erogando una tassa di proprietà dovrebbe trasferire la stessa allo utente . forse la mia ignoranza mi fa scrivere di cose che non so ma la mia logica è molto chiara non ho mai saputo di inquilini(oltretutto a tempo determinato) che pagano la imu buongiorno

  2. Roberto Carini says:

    Tutto questo è veramente assurdo, far pagare l’IMU e TASI, su una cosa che di fatto è di proprieta dello Stato, in quanto si sa che il posto barca è in concessione per tot anni. Infatti si compra l’utilizzo e non il mare e il molo. Con questa sentenza si crea molta confusione e ancora più ricorsi. Per quanto rigurda il Porto di Ostia anni addietro fu fatto l’accatastamento con relativa partita catastale sia del posto barca e posto auto e solo per il posto auto ho pagato la Tasi, anche se a mio avviso non doveva essere pagata. In effetti si tratta di circa 14 euro per anno. Ma se così fosse si acquisisce un diritto in quanto ricadrebbe come per assurdo a configuararsi un immobile vero e proprio.

  3. Riccardo Paba says:

    A meno che il legislatore non si riferisca ad alcuni posti barca in diversi Marina, ricavati in sede di costruzione dallo sbancamento del suolo,qui si puo’ parlare di effettiva proprieta’ di chi li ha acquistati;

  4. Riccardo Paba says:

    come faranno ad accatastare( e io lo pretendo, altrimenti non pago) uno specchio acqueo di cui di fatto non sono proprietario , ma solo titolare di un diritto di ormeggio ,la cui proprieta’ e’ e resta del demanio (Stato)??
    gli stabilimenti balneari hanno la proprieta’ della spiaggia?…
    Ma la Cassazione e’ impazzita?

  5. donatella zucca says:

    è pazzesco, i posti barca non sono proprietà ma beni in affitto legati alla durata della concessione demaniale del marina che li ospita. Non sapendo più cosa fare per colpire il turismo e la nautica da diporto adesso c’è anche questa bella trovata

  6. Emanuele says:

    Sbalorditivo! come continuare ad affossare un settore e peraltro in modo veramente subdolo! La proprietà dello specchio acqueo è dello stato per cui viene chiesto di pagare una concessione e poi i marina dovranno pagare una tassa di proprietà sui posti barca che naturalmente come dite nell’articolo verrà riversata sui diportisti che non sono proprietari di nulla! VERGOGNOSO!

  7. roberto says:

    Ormai la Corte di Cassazione fa parte integrante dell’Agenzia Entrate; aspettiamo quindi gli accertamenti milionari da parte dei Comuni che così potranno sperperare anche queste risorse. Dal punto di vista giuridico è assurdo che un soggetto che paga una concessione (per un bene non suo) debba pagare l’imposta in aggiunta alla concessione..sarebbe come dire che l’IMU la deve pagare l’inquilino in caso di immobile affittato. La conseguenza sarà che nei nostri marina rimarranno solo le piccole barche e quelle più importanti ancora rimaste andranno verso l’estero…tassazione Monti docet…

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