Raffineria Iplom, anni di disastri ambientali: tra incendi e sversamenti, adesso anche il mare in pericolo

Si rompe una valvola dell'oleodotto: la marea nera invade il rio Fegino, il Polcevera e arriva fino al mare

19 April 2016 | di Redazione Daily Nautica

La Iplom colpisce ancora: allarme inquinamento in Valpolcevera in seguito allo sversamento 680 mila di litri di greggio. Un tubo dell’oleodotto si rompe a poca distanza dal rio Fegino: a Genova Borzoli si sente un boato, passano pochi minuti e l’acqua si tinge di nero. Il petrolio corre veloce e, nonostante il pronto intervento dei Vigili del Fuoco, arriva fino al Polcevera, un odore nauseabondo accompagna lo scorrere del liquido fino al mare.

I tecnici dell’Arpal sono sul posto per quantificare il danno e per capire quanto greggio sia finito nei due torrenti e in mare. L’area è stata messa in sicurezza e la situazione sta tornando alla normalità, le polemiche però non si placano.

A quanto emerge dalle prime ipotesi, pare che sia stata la rottura di un condotto a determinare lo sversamento. Era in corso un trasferimento di greggio nigeriano da una nave ormeggiata al porto petroli di Multedo, la maltese Sea Dance, fino alla raffineria Iplom di Busalla. Secondo un’inchiesta pubblicata da Genova Era Superba il piano di emergenza esterno della raffineria era datato 2012, quindi scaduto nel 2015 in base a una normativa (Decreto Legislativo 105 del 26 giugno 2015) che impone di rinnovarlo ogni 3 anni. E’ stato aperto un fascicolo per disastro ambientale e tra gli indagati figura il gestore dell’oleodotto, Vincenzo Columbo, direttore della raffineria di Busalla.

Di sicuro non si tratta di un episodio isolato, la Iplom, raffineria fondata a Busalla dall’ingener Profumo negli anni Trenta, è tristemente nota per fatti di questo tipo.

Raffineria Iplom: dagli anni Ottanta ad oggi incidenti e danni ambientali

Lo sversamento nel Polcevera è soltanto l’ultimo dei tanti incidenti che hanno riguardato la raffineria di Busalla. Tanti gli episodi controversi, fin dall’inizio degli anni Ottanta. Ecco i fatti più eclatanti degli ultimi trent’anni.

  • Nel giugno del 1980 l’azienda viene indagata in merito allo sversamento di 700 quintali di gasolio nello Scrivia successivamente alla rottura di un tubo di connessione tra l’oledotto Genova-Busalla e un deposito della raffineria Iplom.
  • Nel 1982 si spezza una tubatura e scatta un nuovo allarme. Aria irrespirabile, moria di pesci e  pesanti rischi per la salute delle persone: lo Scrivia viene colpito nuovamente.
  • Stesso scenario anche nell’aprile del 1989. Pare addirittura che l’azienda abbia provato a insabbiare la questione, così da evitare controversie legali. I carabinieri intervengono in seguito alla chiamata di un privato.
  • In seguito a ripetute richieste dei cittadini, del Comune e all’intervento del Tar di Genova,  l’Iplom costruisce un diaframma plastico sul torrente Scrivia per limitare eventuali sversamenti di sostanze oleose. L’intervento non servirà a molto. Siamo all’inizio del 1991.
  • Nel settembre dello stesso anno si rischia la tragedia, scoppia un rogo: una forte vampata e poi fiamme alte venti metri. Ci sono solo alcuni feriti ma poteva esplodere tutta la struttura.
  • Nel 1998 una fanghiglia oleosa invade nuovamente lo Scrivia: probabilmente l’ennesima perdita sotterranea di qualche serbatoio.
  • Nel 1999 si rischia ancora l’esplosione, un forte odore di zolfo si diffonde nell’aria: l’Iplom è una minaccia costante, ma non si procede in nessun modo per mettere in sicurezza la zona.
  • Il primo settembre del 2005, alle ore 22, scoppia un incendio nella raffineria, nel giro di tre ore la situazione si normalizza. L’autostrada A7 Genova-Milano viene chiusa al traffico e una frazione di Busalla viene sgomberata.

  • Il 31 luglio 2008 un nuovo rogo  avvolge la raffineria. Situazione identica alla precedente: ci vogliono ben quattro ore per domare le fiamme. Tanta la paura, fortunatamente nessun ferito.
  • Nel 2012 ennesimo sversamento ed ennesimo allarme inquinamento per lo Scrivia, infine eccoci all’incidente del 17 aprile 2016.

Adesso si tratterà di capire quali conseguenze ambientali ci saranno per l’eco sistema del Fagino e de Polcevera e quali per la costa e il mare dove il petrolio è arrivato correndo lungo il fiume

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Paolo Bellosta

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1 commento

  1. Carlo de Thierry says:

    ma guarda un po’, in Riviera a Genova non me l’aspettavo il petrolio, piuttosto invece sui Lidi Ferraresi. Si dovrà chiudere la raffineria IPLOM e raffinare il greggio in Francia o in Libia. Carlo de Thierry

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