Il reportage dalla foce del Magra – Terza puntata

C'è anche chi ha perso la propria barca nell'alluvione e non è un riccone, ma ha lavorato sodo per comprarsela.

23 January 2012 | di Redazione Daily Nautica

L’alluvione degli scorsi 25-26 ottobre e la conseguente piena del Magra non hanno soltanto causato ingenti danni a livello idrogeologico e alle aziende, che si ritrovano “in braghe di tela” nella totale indifferenza delle istituzioni. Sono tanti quelli a cui il fiume ha portato via la barca: e mica si tratta di ricconi, ma di gente comune per cui la barca rappresentava il frutto di tanto sudore e sacrifici. A distanza di tre mesi dai tragici eventi che hanno coinvolto il levante ligure, abbiamo  cercato di fare il punto della situazione in un territorio devastato.

 

Paolo Corradini la sua barca, Mima, un Windy 26, pilotina norvegese di 7 metri e 70, l’ha perduta nello straripamento del Magra e non ha visto il becco di un quattrino nonostante abbia chiesto i danni perfino alla Regione Liguria: «Quando il fiume è tracimato – racconta il 64enne di Reggio Emilia, Mima era ormeggiata presso l’Antica Compagnia della Vela di Fiumaretta, nella darsena di Ripa Verde. Un pontone di un cantiere vicino è crollato danneggiando imbarcazioni e pontili. Della mia barca non ho più avuto notizie. Ho provato a chiedere un parziale rimborso dei danni alla Regione e al Comune di Ameglia, ma non si sono degnati neanche di rispondere. Inoltre penso che qualche responsabilità ce l’abbiano anche i titolari della darsena, perchè se mi avessero avvertito delle condizioni meteorologiche in tempo avrei dato disposizioni per mettere in secca la barca. E pensare che si sono anche persino rifiutati di rimborsarmi almeno una parte dell’affitto del posto barca!».

 

Eugenio Ruocco

 

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1 commento

  1. Antonio Russo says:

    incarica un legale e, documenti di proprietà e di ormeggio alla mano, chiedi i danni a chi aveva la barca in custodia, otterrai sicuramente il rimborso comprensivo di interessi e spese legali. devi solo essere determinato ed avere pazienza.
    Antonio

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