Scusi vice Ministro Calenda: ma il progetto del Governo sulla nautica qual è?

Rispondiamo al vice Ministro Calenda: a proposito di progetti, ci dica qual è quello del Governo sulla nautica perché non l'abbiamo ancora capito

5 February 2015 | di Redazione Daily Nautica

Salone si, Salone no, chi ci sta e chi non ci sta, chi critica e chi incensa: il balletto del Nautico quest’anno è iniziato molto prima, vuoi per le turbolenze in UCINA, vuoi per qualche ministro a cui piace gettare benzina sul fuoco, vuoi per noi media che andiamo a nozze con le polemiche. L’ultimo atto del valzer è l’intervista rilasciata dal vice ministro allo Sviluppo Economico Carlo Calenda a themeditelegraph.com, intervista che conferma le dichiarazioni precedentemente sostenute da Calenda, ovvero, in sintesi: senza un progetto serio il Salone non verrà finanziato. Il vice ministro però coglie l’occasione per aggiungere altre precisazioni, particolari che ci fa piacere approfondire.

 

Un deciso Calenda parte subito per mettere in chiaro le cose: “Chiariamo una cosa, il Salone nautico è stato il primo evento a cui ho pensato dopo Pitti. È ovvio che la nautica, al pari della moda, è un comparto che il governo vuole sostenere. È meno ovvio che il punto di riferimento della nautica sia Genova e non perché lo dica io, lo dice il mercato“. Bene, non è ovvio che il punto di riferimento della nautica in Italia sia Genova, vorremmo a questo punto chiedere al Ministro dove farebbe un Salone di respiro Internazionale con adeguati spazi fieristici e un accesso a mare che consenta la presenza di una flotta nutrita ed eterogenea. E inoltre: quale città avrebbe una tradizione migliore di Genova per ospitare un evento simile? Ma andiamo avanti.

 

La critica di Calenda poi parte forte, e inizia dall‘inaugurazione della scorsa edizione del Nautico, a suo parere andata male perché vi erano: “Le autorità protagoniste e le imprese relegate in un angolo, dimostrando così che quella manifestazione è diventata autoreferenziale, fatta per mettersi in mostra invece che per servire i clienti, cioè le imprese che vi partecipano“. Ci fa piacere ricordare a Calenda, a proposito di autorità presenti all’inaugurazione, che lo scorso Salone attese per oltre 2 ore l’arrivo del Ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi (per la cronaca Ministro del Governo di cui fa parte Calenda, giusto per precisare), con l’imbarazzante situazione del pubblico che entrava in una manifestazione che non aveva avuto ancora il suo via ufficiale. Ma andiamo avanti.

 

Qual è il modello di Fiera ideale per il vice ministro Calenda? Pitti a Firenze: “Una cosa meravigliosa: 15 giorni di eventi nella città. La fiera e tutte le istituzioni insieme hanno proposto un’offerta ricchissima: concerto di Bocelli, cena sul Lungarno, mostre, installazioni, eventi culturali di ogni genere“. Pausa di riflessione. Pitti, un evento dedicato alla moda, il Salone, un evento fieristico dedicato alla nautica. Trovate voi i punti in comune, noi non ci siamo riusciti.

 

Adesso tenetevi forte e allacciate le cinture perché arriva la dichiarazione clou: “A Genova ho detto: presentatemi un progetto potente e io ve lo finanzio e forse riusciamo a recuperare il tempo perso“. Forse. A questo punto sorge una domanda che vorremmo fare al Ministro Calenda: concordiamo che UCINA e Genova debbano presentare un progetto forte, ma invece il progetto del Governo sulla nautica qual è? A parte l’abbattimento IVA per i Marina Resort, che a nostro avviso non è una norma che va incontro ai piccoli porti, e il registro telematico, c’è il nulla. La riforma dei porti la stiamo ancora aspettando, una norma che alleggerisca il costo del carburante per le attività nautiche non c’è, non esiste un progetto culturale che parta dalla scuole per diffondere la cultura marinara, non c’è un progetto per l’IVA agevolata sulle attività di charter, non ci sono progetti per far ripartire la vendita del nuovo, non esiste un progetto per rilanciare la pesca e potremmo continuare a lungo questo triste elenco. Molti di questi punti erano inclusi nelle 10 domande a Matteo Renzi, formulate circa un anno fa e ad oggi senza riscontri.

 

Aggiungiamo poi qualche cifra. La nautica italiana nel 2008 fatturava 6,2 miliardi di euro, oggi ne fattura 2,5 circa. Il 90% della produzione oggi parte per l’estero, nel 2008 era solo il 48%. Alla luce di questi dati, dare la colpa della crisi della principale esposizione nautica italiana soltanto a chi ha gestito il Salone di Genova, sicuramente commettendo degli errori, appare quanto meno pretestuoso. Il Salone di Genova sta morendo perché molte politiche dei Governi sono state devastanti (vedi il pasticcio sulla tassa di possesso), il mercato interno è inesistente, sta morendo perché grande parte della nautica italiana è fatta da piccole e medie imprese che non riescono a entrare in correlazione con i mercati esteri; il Salone di Genova sta morendo perché non c’è un piano per la nautica italiana e più in generale non c’è un progetto strutturale che crei le condizioni per una ripresa dell’economia italiana, e questo non è colpa di UCINA, di Genova e di nessuno, ma è responsabilità di chi governa. Allora Sig. Vice Ministro Calenda, il Vostro progetto?

 

Mauro Giuffrè

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10 commenti

  1. Salve , simpatica la richiesta di aiuto al ministro per la nautica , non vi sara’ alcuna risposta , semplicemente perche’ in un momento di crisi nessun politico
    sposera’ gli interessi di un settore che tratta con i RICCHI specie in Italia dopo il bombardamento mediatico iniziato nel 2009 che accomuna la BARCA UGUALE AD EVASORE.-

    Mi ha confessato il comandante di una imbarcazione Italiana con armatore italiano a capo di un grosso gruppo industriale che ormai l’abbinamento controllo in mare e verifica presso il gruppo di 15 finanzieri in autunno e’ una costante annuale , senza trovare nulla ovviamente , ma le direttive sono queste , possiamo pensare che il Ricco disgraziato prima o poi non si portera’ la barca fuori dall’italia ? male ha fatto a non averlo gia’ fatto ,noi operatori del settore abbiamo fatto molto poco per difendere la clientela , anzi abbiamo accettato tutte le angherie di tanti governi che ci hanno subissato di leggi ed angherie.-

    I nostri vicini sono felici e ci ringraziano , in alcuni paesi lavorano anche di notte per ampliare i porti turistici e quindi ,mentre i loro porti si ampliano con piu’ posti barca ,noi ci ritroviamo con i porti vuoti , quanto durera’ ? per me vecchio operatore che ho vissuto nel periodo della crescita nautica ed oggi ne assisto al declino pessimisticamente stimo che gli anni addivenire saranno sempre peggiori con ministri e senza.-

    Cordiali saluti fscolloca vibo marina 8/2/15

  2. Marino says:

    Non sanno di cosa parlano. Lupi non saprebbe spiegare la differenza tra un’house boat e una portacontainer.
    CI VORREBBE IL MINISTERO DEL MARE.

  3. Gianni says:

    Guardando bene le colpe possiamo trovarle da entrambe le parti. UCiNA ha le sue per lo sfruttamento nei confronti degli operatori negli anni di “vacche grasse” e il nostro Governo nel non avere capito l’importanza del settore economico di fatto affossandolo con decisioni e legislazioni punitive.
    Qui bisogna che tutti e due si rimbocchino le maniche e diano vita ad una politica nuova e intelligente che consenta di far ripartire l’economia del paese. Ma forse è chiedere troppo.

  4. La differenza sostanziale ,in tema di saloni , è che a GENOVA si vendono barche mentre a Parigi e Dusseldorf si vende turismo : TURISMO NAUTICO .
    L’ospite a Parigi segue un tappetto rosso verso i porti turistici e il charter,mentre a Dusseldorf in aggiunta ai porti ,alle vie fluviali e al charter abbiamo l’esposizione diving più importante d’Europa.
    E non è una questione di mercato tedesco ricco, ma anche di facilità alberghiera e taxi low coat durante la fiera.
    V.ce P.te ASSONAT

  5. alfio says:

    ucina e’ stata identificato con il salone di genova perché è lì che mungeva i quattrini agli espositori(me’ compreso) per campare tutto l’anno, per il resto se il governo non smette di fare terrorismo fiscale sul settore siamo definitivamente fregati anzi già siamo morti , inutili sussulti e grida ci hanno già messo la corona da morto in testa dopo averci munto e stramunto, e finita un epoca ed è meglio trovare altro da fare

  6. giorgio says:

    ma avete visto che espressione ha? probabilmente sta cercando qualche idea ma nella sua testa, e fa fatica a trovare qualcosa, ed è probabile che non sappia cosa significa (o ha significato) la nautica per l’ economia del nostro paese…
    penoso, penosa figura, in totale armonia con Sunseeker messo ad icona dello yachting italiano nella presentazione per l’ Expo…

  7. Giuseppe says:

    Pienamente d’accordo con Ducaconte !

    Anch’io ho fatto il Nautico per anni come espositore, salassato, bistrattato, ecc.
    UCINA e Fiera di Genova hanno fatto di tutto in passato per affossare il salone cercando di scaricarne le colpe su tutti, governi compresi

    Voglio riconoscere che negli ultimi 2 anni hanno perso un po’ dell’arroganza sempre usata nei confronti di tutti, salvo i grandi espositori che facevano vetrina ( e che se ne erano andati) e per fortuna il Salone , più piccolo e più povero è andato un po’ meglio

    Purtroppo ciò che manca a Genova è l’umiltà di andare a vedere che cosa fanno gli altri (Cannes, Düsseldorf ad esempio ) e … copiare

    In fondo è Genova “la Superba” , si ma di superbia si muore anche

    Giuseppe

  8. Narese says:

    Se il vice Ministro Calenda impersona le politiche governative per la Nautica da Diporto, povera lei! Possiamo gia’ dirle….R.I.P..
    SvNarese

  9. Agata says:

    Suppongo il ministro gradisca portare il salone a Roma, per colmare quell’enorme buco nell’acqua che sono state le edizioni di BigBlue… 😉

  10. ducaconte says:

    Sono in parte d’accordo, anzi pienamente d’accordo sulla parte che riguarda le responsabilità istituzionali sulla crisi del settore. Ma per quanto riguarda i problemi instrinseci del Nautico, temo che Fiera di Genova e Comune di Genova abbiano molte responsabilità. Ho fatto 12 edizioni del nautico, 4 come espositore e 8 come giornalista, e credo che la location sia quanto meno complicata e dagli organizzatori locali sia vista come limone da spremere e non come opportunità. Enormi problemi logistici, prezzi altissimi, impossibilità di parcheggio, multe e divieti a quattro palmenti, fornitori imposti… A parte che non è obbligatorio fare un salone nautico sul mare come dimostra il successo di duessdorf, ma è anche vero che ci possono essere location sul mare e porti molto più consoni ad ospitare una Fiera di queste dimensioni (anzi: di quelle…passate). Non ho mai capito fino in fondo perché UCINA è sempre stata identificata con Fiera di Genova.

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