Allo studio una nuova tassa ammazza-nautica

Nella bozza di manovra sarebbe prevista una tassa per i diritti di stazionamento delle imbarcazioni nei porti turistici. Ucina insorge

3 December 2011 | di Redazione Daily Nautica

Lo sapevamo che con il governo tecnico di Monti sarebbe arrivata la stangata. Impossibile pensare, inoltre, che la nautica l’avrebbe passata liscia. Secondo alcune indiscrezioni, il governo, nella bozza di Manovra, starebbe valutando l’istituzione di una tassa per i «diritti di stazionamento delle imbarcazioni».  Non si tratterebbe di un’ imposta sul loro possesso, quindi, ma di un provvedimento relativo ai posti barca, che in Italia sono oltre 153 mila, con la media di un posto di lavoro fisso generato ogni tre.

 

Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina-Confindustria nautica, ha parlato di un «colpo di grazia» ad un settore che nel 2010 ha visto più che dimezzato il proprio contributo al Pil (da 6,5 a 3,2 miliardi di euro).

 

«Avevamo proposto due norme a costo zero – ha detto Albertoni all’Ansa – in grado di produrre gettito e occupazione, ovvero l’applicazione del regime Iva del margine, volto a evitare il doppio pagamento dell’Iva nel caso di rivendita della barca e riattivare così il mercato dell’usato, e le semplificazioni amministrative per le navi da diporto, intese a riportare in Italia la flotta internazionale che ha diretto la prua verso la vicina Francia».
 

Il presidente di Ucina definisce l’ipotesi «strumentale, inutile e demagogica». E non ha tutti i torti. Ponendo una tassa sui diritti di stazionamento delle imbarcazioni, non si ottiene il risultato di tassare i ricchi (che, secondo l’immaginario collettivo, costituiscono i fruitori di maggioranza del mercato del diporto, grazie al clamore mediatico intorno a megayacht e luoghi costieri della “bella vita”), ma di danneggiare quell’80% di persone che acquista barche dal valore inferiore ai 20 mila euro (come una macchina, quindi). 

 

I sacrifici, caro Monti, siamo disposti a farli tutti: ma che almeno siano finalizzati a una progettualità di crescita. Qui si sta ammazzando la nautica: e, dice bene Albertoni, a rimetterci saranno «gli operai e non i ricchi».

 

Eugenio Ruocco

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6 commenti

  1. Massimo says:

    Che la situazione in cui siamo finiti fosse contrastata da una manovra economica addizionale era ormai chiaro. Che i beni di lusso potessero essere i più colpiti da un regime addizionale di tassazione era certo e tutto sommato mi trova d’accordo. Ora occorre che quanto presentato mantenga il principio di equità sociale anche tra i cosiddetti beni di lusso. È forse giusto considerare di lusso una imbarcazione di 12 m e con 20 anni di vetustà, il cui valore di mercato è di circa 30.000 € e ne spende circa 3.000 €/anno di manutenzione rispetto ad una imbarcazione di 9.99 m nuova il cui valore di mercato è di può variare tra 120.000-250.000 € e ne spende circa 500 €/anno. Probabilmente il concetto di lusso non è da ricercare solo sulla lunghezza ma anche sulla vetustà. Se pensiamo al paragone con le auto d’epoca queste sono esentate dalla tassa di proprietà e probabilmente anche dalla soprattassa se sono state immatricolate da più di 30 anni.
    Se poi l’imbarcazione fosse destinata al noleggio le società di charter godrebbero dell’esenzione dalla tassa di stazionamento in acque interne italiane in quanto bene destinato ad una attività.
    Questa tassazione rischia di non perseguire il lusso ma semplicemente lo stazionamento di imbarcazioni maggiori di 10 m e se così fosse i piccoli proprietari di vecchie imbarcazioni che cercano di mantenerle efficienti magari facendo in casa parte dei lavoretti si troveranno costretti a lasciare le imbarcazioni al di fuori delle acque italiane diminuendo così l’introito dal turismo ed aumentando quello degli altri paesi dall’amata Europa!

  2. lanfranco Tittarelli says:

    Bene,bene, già la nautica è in una fase allarmante, mi riferisco alla crisi del settore, nelle Marche già molti cantieri hanno chiuso, altri come la CRN un colosso del settore che nel passato aveva accorporato molte aziende sta facendo la stessa fine, con migliaia di adetti compresi quelli dell’indotto che dovranno essere messi in cassa integrazione che poi paghiamo tutti.
    Con l’introduzione dell’aumento dell’iva e le nuove ventilate tariffe della tassa di stazionamento, molto probabilmente rottamerò la mia imbarcazione di 11 metri, non riuscirei a venderla, (Motorsailler di 40 anni di vita) cosi risparmierò, carburante con relariva tassa e iva che pagavo,affitto posto barca con relativa tassa di iva, pezzi di ricambio e relativa iva, costi inerenti a rimessaggi e soste a terra per manutenzione e carenaggio e tutti gli altri costi inerenti alla manutenzione(che mi facevo da solo, acquistando però i materiali e pagandoci anche su questi l’iva)Penso che sarebbe stato più conveniente percepire quanto ho descritto soprra che nulla.
    cordiali saluti
    lanfranco.
    .

  3. fernando says:

    forse non erano 400 lire al centimetro ma 700 ma poco cambia……………

  4. fernando says:

    chi non si ricorda la tassa di stazionamento su qualsiasi imbarcazione superiore ai 25 cavalli. Avevo ed ancora ho un vecchio gommone marshall80 di 440 cm e siccome montavo un motore di 40 cv pagavo una tassa annua fissa di 400 lire al centimetro. Fino a quando mi stancai e comprai un 25 cv che montavo con un piccolo paranco in cantina quando tornavo dalla Croazia dove andavo in ferie con il 40 cv cosi la tassa non la pagai più. Ricordo che il mio gommone doveva portare ben visibile sui fianchi in numero di matricola. SCIOPERO’ ANCHE LA FIERA DI GENOVA E MIGLIAIA DI POSTI DI LAVORO NELLA NAUTIC SALTARONO. POI VENNE BURLANDO CHE CON UN COLPO DI SPUGNA SI AFFRETTO’ A CANCELLARE TUTTE LE TASSE FINO ALL’ATTUALE LIMITE. MI RICORDO CHE LE AZIENDE MOTORISTICHE CORSERO AI RIPARI COSTRUENDO MOTORI CHE NEL LIMITE DEI 25 CV CON UN SEMPLICE TRUCCHETTO TI PERMETTEVANO DI GUIDARE MOTORI DI 150 KG DI OLTRE 100CV SENZA PATENTE……………Ho ancora ben costudito il mio vecchio 25 cv sostitutivo se ci fosse bisogno anche se ormai devo constatare che andare per mare in Italia ci si sente un po’ coglio.. sempre fermati da vigilanze e guardie costiere pronte a darti la multa per stupidaggini…..meno male che c’è la Croazia attrezzatissima ed ospitalissima……

  5. Roberto Costa says:

    Con tanto sacrificio ho acquistato una concessione da 8m. in un porticciolo della Liguria ed ho comprato un gozzo cabinato da 7 m., vecchio di 20 anni e con un motore diesel 40 CV. Andare per mare è la mia passione e per far questo non mi concedo vacanze all’estero, nè settimane bianche nè SUV. Ora, stando alle indiscrezioni, oltre alle spese e tasse che ovviamente già pago, tutto ciò mi costerà, se andrà bene, almeno altri 3.000 € all’anno. Forse non potrò più permettermelo, anche se non mi sembra di appartenere alla categoria dei “ricchi”. E’ giusto?

  6. ettore says:

    sono assolutamente concorde sarebbe per lo meno “equo” se questa nuova tassa fosse progressiva
    realmente non solo sui cm di lunghezza!!!
    un tanto a cm fino a 5 un tanto fino ai 10 un po?di piu fino a 15 un’altro po’ fino a 20 e tanto in più oltre i venti
    differenziando natanti ed imbarcazioni,
    vela e motore
    etc etc
    ma non iludiamoci tutti uguali!!! e dai a quello che ne a meno

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