Kitesurf: Toby Braeuer, quattro chiacchiere con il re dell’AirStyle

L'atleta tedesco Toby Braeuer è uno dei migliori interpreti mondiali della disciplina del kitesurf che consiste nell'eseguire salti altissimi e completare stilose figure acrobatiche a mezz'aria. Durante una sua visita in Italia, a Crotone, dopo averlo visto in azione gli abbiamo rivolto qualche domanda.

14 September 2015 | di Redazione Daily Nautica

Nel mondo Toby Braeuer è conosciuto come il “kiter volante”, ossia il re dell’AirStyle, una disciplina del kitesurf che consiste nell’eseguire salti a decine di metri di altezza grazie all’utilizzo di grandi ali e completare innumerevoli figure acrobatiche, per lo più togliendosi la tavola dai piedi per poi rimetterla appena pochi secondi prima di atterrare. Toby, di nazionalità tedesca ma che risiede per gran parte dell’anno a Cumbuco, in Brasile, è uno dei massimi interpreti di questo sport e ormai da diversi anni cerca di promuoverlo in giro per il mondo visitando i migliori spot, compresi quelli italiani.

Questa estate in uno dei suoi viaggi tra la Spagna e l’Egitto è venuto qualche giorno in Italia, nella provincia di Crotone, Calabria, dove è stato ospite della scuola 360 Kite School di Giovanni Scalise. Lo spot scelto per le sue spettacolari esibizioni è stato Steccato di Cutro sulla costa ionica, più precisamente al Lido Turazzo, che in una splendida giornata ha regalato vento da Sud sui 25-28 nodi. Oltre che per ammirare i salti mozzafiato e le manovre a mezz’aria da capogiro, l’occasione è stata utile per rivolgere al campione tedesco qualche domanda su di sé e la sua passione per l’AirStyle.

– Toby nel mondo del kitesurf hai grande notorietà, puoi raccontare chi sei a chi ancora non ti conosce?

«Sono nato ad Amburgo (Germania) 43 anni fa e ho iniziato a praticare il kitesurf nel 2000. Erano gli albori di questo sport e non essendoci in giro riviste specializzate cominciai a utilizzare internet per saperne di più quanto ad attrezzature, spot, tecnica e sicurezza. Non trovandone a sufficienza nel settembre del 2001 ho aperto il sito internet www.kiteforum.com ancora oggi uno dei forum più popolari della disciplina a livello mondiale. Nel frattempo ho deciso di dedicarmi a tempo pieno a questo sport anche come atleta e mi sono appassionato dell’AirStyle. Oggi promuovo questa disciplina in giro per il mondo con l’obiettivo di creare un circuito mondiale».

– Ecco, puoi spiegare cos’è esattamente l’AirStyle?

«L’AirStyle per me significa volare. In pratica si salta rimanendo agganciati con il kite al trapezio e grazie alla potenza di ali di grande metratura (16-18 metri) si rimane in aria per molti secondi (in gergo l’hang time, nda). Mentre si è in volo si possono quindi eseguire tantissime figure con il corpo dedicandosi allo stile e dando spettacolo. Spesso l’AirStyle viene confuso con lo stile OldSchool solo perché si salta agganciati a differenza dello stile agganciato della nuova disciplina freestyle, ma non è così visto che le manovre board off (ossia togliendosi la tavola dai piedi) sono nate poco prima dell’handle pass, quindi pochissimi anni fa. Si tratta di una disciplina moderna e anzi più popolare del freestyle perché la maggior parte dei rider vuole saltare senza farsi male».

– Come può un principiante avvicinarsi a questa disciplina?

«Prima occorre imparare a fare kite naturalmente, dopodiché ci sono da imparare alcune figure di base come il salto semplice, il backroll e il grab. Una volta fatti propri questi trick si può cominciare con manovre più complesse. In teoria ogni giorno con un po’ di impegno si possono imparare trick nuovi, questo è ciò che rende l’AirStyle una disciplina a portata di tutti. Un paio di anni fa ho pubblicato un dvd proprio per chi vuole progredire».

– Quali sono i contenuti del dvd e dove si può acquistare?

«In pratica è un video didattico in cui eseguo 666 manovre e spiego come realizzarle punto per punto. I tricks sono classificati in cinque sezioni, dal livello base fino alle manovre più avanzate. Si tratta di un manuale per tutti con tanti consigli anche sulla sicurezza perché l’obiettivo è divertirsi senza farsi male. Per me è stato un lungo lavoro cominciato nell’ottobre del 2011 e che ha comportato circa 8 mesi di riprese tra Brasile, Filippine ed Egitto. In realtà oggi eseguo quasi 1.200 manovre, quindi tra un po’ è tempo di pubblicare il secondo volume. In ogni caso il primo dvd si può acquistare sul mio sito www.airstyle.tv».

– Toby una curiosità: ho visto che sulla tua tavola sopra la maniglia hai una tabella con delle scritte piccolissime e dei numeri che sembrano dei codici. Di che si tratta?

«Come ti permetti di spiare la mia attrezzatura…? (ride). Sì, è un promemoria per le mie manovre. Eseguo talmente tanti triks che a volte non me li ricordo e allora do un colpo d’occhio a quella tabella e il gioco è fatto. Ricordi quando a scuola facevamo così durante i compiti in classe? Più o meno è la stessa cosa… Per realizzare il dvd mi è stato molto utile e adesso continuo a …copiare».

– Il lavoro e la tua passione ti portano a viaggiare molto. Qual’è secondo te il migliore spot del mondo per praticare il kitesurf?

«Per praticare questo sport serve il vento, poi a me piace il caldo. Per me uno dei posti con la maggior percentuale di vento è Cumbuco, nel Nord del Brasile. Io praticamente ci passo ormai circa sei mesi l’anno da diversi anni. L’ho scoperto nel 2004 grazie a un amico che mi invitò in questa località per un mese. Vento ogni giorno, un paradiso. Ci tornai l’anno dopo e poi ancora, finché nel 2006 comprai una piccola casa e da allora è il posto in cui vivo e mi alleno quasi ogni giorno».

– Dopo l’Italia qual’è la tua prossima tappa?

«Andrò in Egitto, a Ras Sudr dove dal 28 agosto al 6 settembre si disputa l’AirStyle & Race Hangout, una gara di AirStyle aperta a tutti gli appassionati e di cui sono testimonial naturalmente. L’evento è organizzato per il secondo anno consecutivo dal mio amico Fabio Cantelli che ha una scuola di kite in quel meraviglioso spot, una laguna di acqua piatta a ridosso del Mar Rosso. Vi aspetto tutti alla gara, ovviamente strictly hooked!».

David Ingiosi

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