Middle Sea Race: tutte le variabili meteo della regata mito

Quella che viene considerata una delle più belle regate del circuito mediterraneo racchiude in se una componente di grande variabilità legata alle condizioni meteorologiche

20 October 2016 | di Redazione Daily Nautica

La Middle Sea Race, start il 22 ottobre da Malta, è una regata che storicamente vede una nutrita partecipazione della flotta italiana. Dalla Sicilia, dal sud Italia ma non solo, sono tanti gli armatori che ogni anno trasferiscono ai primi di ottobre la propria imbarcazione fino a Malta per partecipare a quella che è riconosciuta come una delle regate più belle al mondo.

Il percorso e i passaggi tattici

Ben 607 miglia di percorso con alcuni dei passaggi più affascinanti che si possano immaginare. Dopo la partenza dalla Marsamxett Harbour di Malta, rotta su Capo Passero, l’estremo lembo a sud della Sicilia. Poi la risalita del versante orientale dell’isola, con la variante tattica interessante del cono d’ombra dell’Etna: andare sottocosta in cerca delle termiche, rischiando di rimanere all’ombra del vulcano, o puntare fuori in cerca di aria pulita?

Superata la scelta dell’Etna, il successivo passaggio fondamentale è quello dello Stretto di Sicilia con le sue correnti. Le fasi delle correnti vanno studiate con molta attenzione, per riuscire ad attraversare con corrente favorevole, ma non sempre è un’opzione facile. Spesso le scelte vincenti sono state fatte con una rotta estrema vicina alla costa calabra.

Superato lo Stretto è tempo di pensare all’approccio alle Isole Eolie, per doppiare Stromboli. Anche li vanno valutati i coni d’ombra delle varie isole, un vero grattacapo in caso di passaggio con poca aria. Il successivo doppiaggio di Favignana segna l’ingresso in quella che, statisticamente, è la zona più ventosa della regata: il Canale di Sicilia, con la problematica dei suoi bassi fondali.

Il Maestrale forte e lo scirocco intenso possono sovente interessare la zona, e va considerato che gli equipaggi arrivano avendo già diverse centinaia di miglia sulla scia, con le forze che iniziano a mancare. Pantelleria con i suoi banchi è un pericolo in caso di Maestrale a causa del forte moto ondoso, poi Lampedusa, prima di fare rotta su Malta per un meritato arrivo di una regata che molti continueranno a sognare per giorni.

L’analisi delle variabili meteo

Quella che viene considerata una delle più belle regate del circuito mediterraneo racchiude in se una componente di grande variabilità legata alle condizioni meteorologiche. Posizionato al confine tra il Mediterraneo occidentale e quello orientale, il campo di regata della Middle Sea Race, specialmente nei mesi autunnali, è interessato da regimi di vento che oscillano tra condizioni di relativa calma e burrasche in grado di mettere in seria difficoltà anche gli equipaggi più esperti. Il passaggio dello Stretto di Messina, ad esempio, in condizioni di flussi settentrionali, impone una lunga bolina spesso associata a condizioni di onda ripida e correnti che quando contrarie possono complicare ulteriormente le cose.

Passate le Eolie, dal punto di vista meteomarino, le condizioni più impegnative si incontrano nelle tratte che transitano in prossimità dei canali di Sardegna, prima, e di Sicilia poi.

Specialmente in regime da Mistral, il moto ondoso può presentarsi con picchi superiori a 5 metri che impongono grande cautela nelle andature portanti, specialmente in condizioni di onda ripida.

In questa stagione è frequente il transito di depressioni mediterranee che, transitando dal nord Africa verso settentrione,  mettono a confronto masse di aria relativamente fredda, delle latitudini maggiori,  con le acque ancora calde del Tirreno meridionale e dello Ionio. In queste circostanze, in aggiunta alla consueta rotazione progressiva del vento, si assiste ad intensa attività temporalesca associata a grandinate e groppi.

In particolari situazioni, e con una frequenza relativamente bassa, in questo tratto di mare si possono formare particolari depressioni (successivamente battezzate come medicanes o uragani mediterranei) che alle immagini satellitari mostrano la presenza di una struttura centrale simile ad un occhio, che ricorda da vicino quello dei cicloni tropicali. Tuttavia per dimensioni e intensità dei fenomeni, i medicanes  sono molto più simili alle depressioni delle latitudini polari, meglio conosciute come polar lows.

Mauro Giuffrè

Paolo Andrea Gemelli

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