ABC del Surfcasting: I’uso del trave da pesca

Scopriamo il suo utilizzo per affrontare il mare a 360 gradi

Il Surfcasting di oggi si discosta molto da quello di un tempo, sebbene ne abbia mantenuto i caratteri di fondo, come l’utilizzo del trave. Una volta compreso come creare un trave da pesca, cerchiamo di capire la logica che nasconde e dunque i motivi per cui sarebbe opportuno utilizzarlo se peschiamo da una spiaggia.

PERCHE’ USARE IL TRAVE DA PESCA

L’utilizzo del trave da pesca, anziché la classica montatura a piombo scorrevole, racchiude in sé tutta una serie di vantaggi. Il primo aspetto, più rilevante, è sicuramente la possibilità di poter utilizzare tre ami anziché uno solo. Impiegare un solo amo risulta infatti molto sconveniente nel caso in cui fossimo in presenza di pesci di piccole dimensioni, perché attaccano immediatamente l’esca senza dare la possibilità ad un pesce più grande presente nelle vicinanze di poter abboccare.

Invece, l’impiego di tre ami permetterà di fare più selezione, magari innescando su un amo un’esca più corposa. Gli altri ami potremo invece innescarli con un’esca che faccia molto odore come l’arenicola. In questa maniera si creerà un effetto di richiamo. Accade così spesso di recuperare il trave con triplette di pesci, di cui uno di taglia come una bella mormora o un’orata.

Un altro aspetto importante è la possibilità di mirare al pesce di galla come il branzino, inserendo un pop up sul bracciolo più alto del nostro trave, che riuscirà così a distaccarsi molto dal fondale. Un ultimo aspetto riguarda la velocità: una volta recuperato il nostro trave, possiamo immediatamente sganciarlo e attaccarne subito uno nuovo già innescato e pronto per il lancio.

DIAMETRI DIVERSI PER DISTANZE DIVERSE

Una prima distinzione importante deve essere fatta sulla base della distanza di lancio. Se peschiamo nella prima fascia, ovvero quella che va dai 0 ai 30-40 metri, utilizzeremo uno spessore del trave non superiore allo 0.30, con braccioli dello 0.16, amo n.10 e piombo da 50 grammi. Se peschiamo sulla seconda fascia, che va dai 50 ai 100 metri aumenteremo la piombatura fino a 100 grammi impiegando un trave dello 0.40, lasciando braccioli e ami invariati. La terza fascia necessiterà invece di una canna con un casting di 100-200 grammi, in modo da poter lanciare piombi di 150 grammi senza fatica. Il trave aumenterà il suo spessore arrivando allo 0.50/0.60, con braccioli di diametro 0.20 e amo n.10/8.

IL FONDALE

Conoscere la morfologia del fondale che avremo di fronte a noi una volta arrivati in spiaggia, è un elemento fondamentale per il buon esito della nostra pescata. La maggior parte dei pescatori sottovaluta questo aspetto considerando una spiaggia uguale all’altra. In realtà ci sono diverse tipologie di spiaggia. In Liguria per esempio, le spiagge nella zona di Levante sono molto profonde, mentre quelle a Ponente sono molto basse, come in Toscana e nel Lazio. In una spiaggia poco profonda la marea scava nella sabbia creando dei veri e propri canaloni e buche, dove andranno a depositarsi i sedimenti trasportati dalla corrente. È proprio in questi punti che dovremo andare a lanciare le nostre esche.

LE CONDIZIONI METEO-MARINE

In certe situazioni occorre fare scelte differenti da quelle che saremmo portati a fare in presenza di un determinato tipo di fondale. Questo accade quando ci sono condizioni meteo-marine avverse, come mare mosso, forte vento o pioggia, che possono modificare la medesima spiaggia dove avevamo pescato una settimana prima. Se siamo in presenza di una mareggiata, si consiglia l’utilizzo di piombi dai 150 ai 170 grammi e di accorciare la lunghezza di trave e braccioli, fino a riuscire a non avere grovigli sulla lenza ed a rimanere in pesca.

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