Arriva “MARINAI 4.0”, la nuova rubrica di Liguria Nautica

Il campione di vela Andrea Henriquet accompagnerà i nostri lettori in un appassionante ed istruttivo viaggio alla scoperta dei marinai 4.0

Erano i primi di aprile del 1982, quando, a 8 mesi dalla partenza, concludevamo la terza edizione della “Whitbread Round the World Race” (il giro del mondo a vela), senza GPS, comunicando con qualche radioamatore una volta al giorno, senza corsi OSR, senza copertura GMDSS, senza AIS, senza modelli matematici per previsioni vento.

Abbiamo passato Capo Horn, navigato in mezzo ad iceberg, passato i 40 ruggenti e i 50 urlanti, abbiamo disalberato in mezzo all’Atlantico e siamo arrivati a vela a Cape Town, è caduto un uomo in mare nel Pacifico e, ancora oggi, siamo l’unico equipaggio che è stato capace di recuperarlo vivo!

Oggi ho tutto sul telefonino: rotte, porti, meteo, gestione della barca, traffico marittimo. Tutto sul touch dello smartphone! Siamo ancora marinai? Nell’epoca delle decine di applicazioni sul telefono che rendono così facile la navigazione, del sistema GMDSS, dell’AIS, dei mille sensori di Alex Thomson alla Vendee Globe e dei foil di Luna Rossa, cosa è un marinaio? Eppure, ancora oggi, tra grandi velisti uno dei migliori complimenti che si vorrebbe ricevere è proprio quello di essere “un buon marinaio“.

Peter Blake è forse stato il primo modello di marinaio moderno, il primo (un caso che fosse neozelandese?) a vincere giro del mondo e Coppa America, cioè le versioni più estreme delle attività sul mare a vela. Ma quali sono le competenze del marinaio? Tutta questa tecnologia ci porta ad essere meno sicuri in mare abbassando la prevenzione “perché nel caso ci trovano subito” o ci salva davvero? Secondo le norme e il modo moderno di andare per mare, oggi sembrerebbe impossibile fare un giro del mondo a vela senza l’utilizzo di tutti questi supporti elettronici e senza tutti i corsi previsti dalle organizzazioni veliche internazionali.

Nel 2023 partirà la “Ocean Globe Race” come riedizione della Whitbread, alla quale partecipai senza GPS e senza elettronica di bordo, con sestante e bussola. Che senso ha? Essere un “buon marinaio” è un valore che può essere declinato a vari livelli. Vuol dire avere la coscienza e la capacità di valutare lo “scenario“, saper valutare il tempo, la barca e l’equipaggio e prendersi la responsabilità di mollare gli ormeggi. Ci si può trovare a fare azioni da buon marinaio anche da principianti, anche in una facile giornata d’agosto nel Tigullio.

Mi arrabbio se vedo un ragazzo con il telefonino in mano per vedere la velocità e poi non è capace di lanciare una cima a terra per ormeggiarsi ma trovo utilissime le app: immediate, di facilissima consultazione, che ti fanno risparmiare tempo, una valanga di spazio e con una grandissima precisione. Stiamo vivendo un momento di ripartenza nella nautica da diporto molto più consapevole.

L’obiettivo di questa rubrica è di fornire indicazioni e consigli sulla conduzione dell’imbarcazione, dalla preparazione della barca a uscite giornaliere, fino a traversate importanti, prendendo spunto dalle massime espressioni in termini di regate e imprese e declinandole sulla navigazione da diporto più comune, cercando il punto di vista di un marinaio legato alle tradizioni, alle basi dell’andar per mare ma consapevole che tutte le novità utili sono da valutare, sapendo che in mare “quello che non c’è non si rompe“, che è necessaria un’affidabilità e serve sempre “il piano B“, che un buon marinaio capisce quali sono le priorità, che una presa a mare è più importante di un’assenza di wi-fi.

Le competenze e abilità manuali necessarie, la preparazione di un’uscita o di una crociera, l’attenzione verso la barca, verso l’equipaggio, verso la navigazione. Tanti temi nell’ottica di trovare la NOSTRA misura, il NOSTRO modo di andare per mare, il NOSTRO limite, che cambierà crescendo il nostro modo di essere MARINAIO oggi!

Andrea Henriquet (Foto di Claudio Colombo)

 

Fonte foto: https://viaggi.corriere.it/itinerari-e-luoghi/cards/vacanze-in-barca-a-vela-in-italia-dove-andare/

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2 commenti

  1. Claudia says:

    Molto interessante, grazie
    Lèggerò con interesse i prossimi articoli

  2. Giancarlo Damigella says:

    Assolutamente d’accordo con Andrea (ho navigato 10 anni con 4 traversate oceaniche solo con bussola e sestante), sono solo un pò pessimista sulla possibilità che si possa ancora forgiare dei veri marinai.

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