Pesca: Cymothoa exigua, il parassita mangia lingua

Cymothoa exigua, noto anche come “Tongue eating louse”, è in grado di sostituirsi ad uno degli organi più importanti dei pesci

Quante volte vi è capitato di pescare una mormora, un’occhiata o altri pesci e trovare nella loro bocca un parassita come quello in foto? La maggior parte di voi, se non tutti, risponderanno sicuramente di aver perso il conto!!

Ebbene sì, questo piccolo essere, denominato Cymothoa exigua, sembra presente nei nostri mari in maniera piuttosto consistente. Basti pensare che la percentuale di trovarne un esemplare all’interno della bocca di una giovane mormora supera il 90%.

Cymothoa exigua: che cosa è

Purtroppo non si hanno dettagli specifici ma nozioni più generiche su questo parassita, sebbene susciti notevole interesse soprattutto tra i pescatori che si trovano ad averne a che fare quasi quotidianamente.

Si tratta di un piccolo crostaceo appartenente alla famiglia degli Cymothoidae. La sua forma è ovale e presenta una sorta di guscio di colore giallastro. Cymothoa exigua è soltanto uno dei tantissimi parassiti che popolano il mare ma il suo modo di agire è davvero particolare e merita di essere studiato e osservato con attenzione.

Cymothoa exigua: che cosa fa

Il suo movimento è piuttosto lento ma una volta attaccatosi ad un pesce, non si stacca più. Questo perché possiede due piccole chele frontali che gli permettono di aggrapparsi al corpo del pesce, in qualsiasi parte ed esercitare una presa ben salda. Una volta ancorato è solito spostarsi nella zona delle branchie per succhiare sangue ma non è raro anche trovarlo fuori in bella vista sul corpo del pesce, dove inizia a bucare le squame per penetrare con le chele nella carne e cibarsi.

Una volta spostatosi nelle branchie, il parassita finisce col posizionarsi sopra la lingua del pesce. Qui inizia a nutrirsi del sangue tramite la lingua da cui aspira fino ad atrofizzarla e a staccarla. Lo step finale vede il piccolo crostaceo, una volta sparita la lingua, rimanere nella medesima posizione prendendone però il posto, attaccandosi ai tessuti muscolari con le chele.

In questa maniera Cymothoa exigua funge da “nuova lingua“, nutrendosi di frammenti del medesimo cibo di cui si nutre il pesce durante la sua vita, fino a raggiungere una dimensione di 3-4 mm. In caso di morte del pesce, il parassita non farà altro che lasciare la presa, fuoriuscire dalla bocca o dalle branchie e ricercare una nuova casa.

Cymothoa exigua: è pericoloso per l’uomo?

Per quanto riguarda l’essere umano, non c’è nulla da temere: il parassita non attaccherà mai il nostro corpo e per vivere necessita di stare in mare. L’unica accortezza riguarda noi pescatori, che prima o poi durante le sessioni di pesca ne avremo a che fare, soprattuto in fase di slamatura del pesce. Non è raro infatti ritrovarsi in mano l’amo slamato ma con il parassita attaccato: questo accade proprio perché il pesce in fase di abboccata mangia l’esca ma al posto della sua lingua si trova il parassita. Tuttavia qualora lo maneggiassimo con le mani potremmo ricevere qualche pizzicata e basta.

Non sappiamo se Cymothoa exigua possa compromettere le funzioni vitali di un pesce o se al contrario non rappresenta alcun fastidio per il malcapitato: quello che possiamo fare è limitarci ad osservare la natura così come è e apprendere una nuova lezione.

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1 commento

  1. Marco says:

    La fonte di quella immagine non è Twitter, sono foto di mia proprietà che ho pubblicato su Wikipedia dietro licenza Creative Common: potete liberamente utilizzarle ma va citato l’autore (quello vero) ossia “Marco Vinci”. Grazie.

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