Le immersioni ai tempi del Coronavirus: le prime 5 regole da rispettare

Un vademecum preparato dal Dan indica dieci raccomandazioni rivolte ai subacquei ed ai diving per immergersi in sicurezza anche nei confronti del Covid-19

La sicurezza del subacqueo è il caposaldo imprescindibile attorno al quale tutte le didattiche impostano l’addestramento. Nessuna didattica però era preparata all’arrivo del Coronavirus. E’ possibile effettuare immersioni in sicurezza anche dal contagio?

Una domanda alla quale ha cercato di dare una risposta il Divers Alert Network, meglio conosciuto da tutti i sub come Dan, la nota fondazione senza fini di lucro che conduce ricerche scientifiche in merito all’attività subacquea e si è prefissa il compito di assistere i subacquei in difficoltà tramite la sua rete mondiale di centrali d’allarme e di soccorso. 

Il protocollo diffuso dal Dan indica 10 punti fondamentali su cui diving e subacquei debbono porre la massima attenzione per mitigare il rischio di contagio. Vediamoli brevemente. 

1) Misure per la sicurezza di clienti e staff. Nel sito del Dan è possibile scaricare un’apposita modulistica da far compilare al subacqueo sul modello di quelle che già compiliamo per entrare in assemblee o teatri. All’interno del centro, valgono le oramai consuete regole di igiene e di distanziamento sociale, sia nelle aule didattiche che nei locali comuni. Attenzione agli spogliatoi dove il rischio di contagio è più elevato. Gli oggetti personali, inclusi vestiti e asciugamani, devono essere riposti in modo da evitare il contatto con le superfici comuni. Nel caso si utilizzino armadietti, questi vanno sanificati dopo ogni utilizzo. In alternativa, è una buona norma infilare i vestiti in borse di plastica monouso.

2) Gestire le operazioni di disinfezione. La ricerca scientifica non ha ancora chiarito quanto a lungo il virus resista sulle superfici. In ogni caso, è necessario pulire tutte le superfici comuni ed igienizzarle di frequente. Attenzione però: molti prodotti disinfettanti sono a base di alcol e quindi estremamente infiammabili. Evitiamo un contatto diretto e anche indiretto con attrezzature, bombole e fruste di riempimento usate per ricariche con aria arricchita. Attenzione al materiale che si usa per la disinfestazione. Ci sono prodotti efficaci ma dannosi per l’ambiente marino come i composti di ammonio quaternario. Da preferire igienizzanti più costosi ma più ecologici come l’EW80 o il Virkon S. 

Due subacquei in immersione

3) L’attrezzatura a noleggio. Diciamo subito che non basta sostituire il boccaglio di plastica dopo ogni utilizzo. Una persona infetta infatti, contamina tutto il secondo stadio. Tutta l’attrezzatura quindi va disinfettata con particolare attenzione a erogatori, GAV, snorkel e maschere. Inoltre, è necessario tenere separate le zone di riconsegna dell’attrezzatura usata da quelle dove è riposta l’attrezzatura già disinfettata, in cui va vietato l’accesso ai clienti. 

4) Come risciacquare l’attrezzatura. Niente vasche comuni! Spetta solo al diving risciacquare e igenizzare tutta l’attrezzatura a noleggio. In quanto all’attrezzatura personale, se il centro immersioni non ha la possibilità di fornire vasche per un risciacquo individuale, allora ci portiamo pinne, muta e quant’altro a casa o in albergo e sciacquiamo tutto là. Ricordiamoci che anche durante l’asciugatura bisogna mantenere il distanziamento tra le attrezzature.

5) Misure da adottare in barca. E’ il momento più delicato, perché le persone tendono a stare a stretto contatto, facendosi trasportare dall’emozione dell’avventura che stanno per vivere o che hanno appena vissuto. Ed invece bisogna sempre mantenere la distanza di un metro sia tra i clienti che tra lo staff. Anche durante l’ingresso e l’uscita dall’acqua. L’attrezzatura va caricata già assemblata da personale dotato di guanti. Niente secchi per il risciacquo e niente saliva sulla propria maschera ma gli appositi prodotti anti appannanti. Ricordiamoci anche che l’acqua del mare non è un disinfettante! A bordo, è necessario tenere un disinfettante per mani e bisogna usarlo tutte le volte che veniamo a contatto con superfici comuni. 

Bene. Queste sono le prime 5 regole d’oro per immergersi in sicurezza anche dal Coronavirus. Nella prossima rubrica, esamineremo le altre 5, cercando di trovare una risposta anche alla difficilissima domanda che mi ha rivolto un allievo: “Ma se ho finito l’aria e sto per annegare, posso respirare dall’erogatore del mio compagno?”. Voi che ne pensate? 

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