Le immersioni ai tempi del Coronavirus: le seconde 5 regole da rispettare

Un vademecum preparato del Dan indica dieci raccomandazioni rivolte ai subacquei ed ai diving per immergersi in sicurezza anche nei confronti del Covid19

Come immergersi senza paura di contrarre il Covid? Continuiamo in questo secondo post a riassumere il vademecum in 10 punti predisposto dal Dan, il Divers Alert Network, e rivolto ai sub ed ai gestori di diving center per minimizzare i rischi di contrarre il virus durante la pratica subacquea. Ecco gli ultimi 5 capitoli. 

6) Buddy check ed emergenze. Ci eravamo lasciati con l’inquietante domanda postami da un allievo: “Ma se ho finito l’aria e sto per annegare, posso respirare dall’erogatore del mio compagno?”. La risposta è ovviamente “Prima pensa a restare vivo e poi a non contrarre il Covid”. Ma, a parte gli scherzi, come eseguire in sicurezza il cosiddetto “Buddy check”, cioè il controllo reciproco delle attrezzature col compagno prima di immergersi? Cerchiamo di usare più gli occhi che le mani. Evitiamo, in particolare, di toccare il primo stadio e tutto quello che viene a contatto con occhi e bocca. Anche la condivisione dell’aria, in caso di emergenza, va fatta tramite il secondo erogatore. Non  si passa al compagno in difficoltà l’erogatore dal quale si sta respirando (come insegnavano tante didattiche prima che arrivasse il Covid) ma quello di riserva. 

7) Caricare le bombole. Anche nella ricarica delle bombole, bisogna porre molta attenzione. I filtri consueti sistemati sui bocchettoni d’aria non garantiscono l’assenza del virus. Per fortuna, la temperatura interna dell’aria durante la fase di compressione raggiunge i 120 gradi centigradi, “bruciando”, se mi passate il termine, ogni possibile contaminazione. Il rischio piuttosto è che il personale addetto contamini le fruste di ricarica. Indossare quindi sempre guanti e mascherina. Occhio anche agli igienizzanti a base di alcol che possono essere molto infiammabili. Difendiamoci dal coronavirus senza dar fuoco a tutta la baracca, possibilmente. 

Due subacquee provano le procedure di emergenza. Ma come effettuarle senza pericolo di contrarre il Covid?

8) Primo soccorso e Rcp (rianimazione cardio polmonare). Se un compagno ha bisogno di un intervento di rianimazione, c’è poco da fare. Ma se lo si ha a disposizione, utilizziamo un defibrillatore semiautomatico. Altrimenti bisogna rischiare anche con la respirazione bocca a bocca. Come ho scritto sopra, prima si pensa a sopravvivere e poi al virus! In ogni caso, prima di intervenire, valutiamo lo stato dell’infortunato scuotendolo ma tenendoci lontani dalla sua bocca. Valutiamo la respirazione osservando il torace e non avvicinando il nostro volto al suo, come ci viene insegnato nei corsi istruttori. 

9) Il virus sopravvive in acqua? Sarebbe bello se bastasse l’acqua di mare a sconfiggere il Covid. Potremmo chiedere al governo di istituire l’obbligo per tutti di frequentare un corso di immersione. Così saremmo tutti subacquei e tutti sani. Invece, stando alle ultime ricerche, pare che il virus rimanga attivo sulle superfici del mare e dei laghi per periodi anche lunghi. Sembra invece che non ci siano problemi per l’acqua delle piscine che è trattata col cloro. 

10) Aggiornare le procedure di emergenza. Il Dan raccomanda a tutte le didattiche e a tutti i sub di aggiornare i propri piani di emergenza tenendo conte delle indicazioni fornite nel vademecum che abbiamo appena riassunto. Attenzione che il documento è in continuo aggiornamento, così come sono in continuo aggiornamento gli studi scientifici sul virus. E’ necessario quindi scaricare periodicamente dal sito del Divers Alert Network la versione aggiornata. Ma in ogni caso, niente paura, conclude il vademecum, supereremo questa emergenza insieme. 

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