Alessandro Campagna: “L’amore per il mare è diventato una professione e regala storie straordinarie”

Alessandro Campagna, direttore commerciale del Salone Nautico di Genova, racconta come è approdato alla nautica, il legame tra Genova e il suo Salone e il suo rapporto con il mare

Alessandro Campagna, nato a Padova il 9 novembre 1974. Attualmente è il direttore commerciale del Salone Nautico di Genova e sviluppa le attività di promozione per Confindustria Nautica, l’associazione di categoria che ha la rappresentanza istituzionale di tutta la filiera della nautica da diporto, di cui fa parte dal 2006.

Laureato all’Università degli Studi di Padova con una tesi di laurea sulle opportunità di sviluppo del modello fieristico, ha maturato la sua carriera gestendo manifestazioni a carattere Consumer e Trade, sia in segreterie organizzative, sia collaborando con la Fiera di Modena, la Fiera di Ferrara e la Fiera di Vicenza.

Dottor Campagna, il Salone Nautico di Genova continua a regalare soddisfazioni. Un evento che si conferma sempre più un punto di riferimento per l’intero settore nautico, che da anni può vantare il maggior numero di visitatori nel Mediterraneo e che nel 2018 ha ulteriormente aumentato il numero di espositori e visitatori. Cosa desidera ancora affinché il Salone possa fare un ulteriore salto di qualità?

Il Salone Nautico è un brand di altissimo valore e lo dimostrano le sue 59 edizioni. Non sono molti gli eventi che hanno spento tante candeline. E’ una manifestazione forte perché riflesso di un’industria eccellente, rappresentata con grande autorevolezza da Confindustria Nautica. La chiave del successo di questo evento sta proprio nell’associazione che ci consente di avere un rapporto diretto e privilegiato con tutte le categorie della filiera, recependone necessità e aspettative e trasformandole in un evento di promozione e di business efficace.

La crescita e le opportunità del Salone Nautico passano, però, necessariamente anche attraverso la visione più ampia della destinazione d’uso delle aree di piazzale Kennedy che per sua vocazione dovrebbero appartenere a tutte le attività funzionali allo sviluppo della cultura del mare e del diporto, mentre, ad oggi, persistono ancora diversi dubbi sull’attuazione di progetti strutturali. In piazzale Kennedy mancano i servizi di base tipici di una Fiera e ogni anno dobbiamo costruire tutto da zero con un enorme e poco efficace impiego di risorse.

E invece cosa chiederebbe alla città di Genova affinché il Salone Nautico sia ancora migliore?

Genova è una città straordinaria. Da padovano ho avuto il privilegio di scoprirla e di innamorarmene. Ma soffre di competitività in termini di hospitality rispetto ai competitor internazionali del Salone Nautico. L’aeroporto di Genova è cresciuto molto, ma rimane uno scalo secondario per i voli internazionali e le connessioni su rotaia o su ruota sono complesse.

E’ chiaro che queste siano situazioni di medio-lungo periodo ma vanno affrontate in modo prioritario. Nel breve periodo, però, Genova può fare sistema mettendo in rete le istituzioni, le associazioni di categoria e del mondo produttivo affinché, insieme, si possa sostenere di più il Salone Nautico, perché l’evento non nasce il giorno prima dell’inaugurazione ma è frutto di un lavoro di 12 mesi che necessita, in tutte le sue fasi, del massimo supporto di tutti.

Come vede il rapporto tra Genova e i genovesi e il Salone Nautico?

Come si dice da queste parti il genovese è un po’ “mugugnone”. La novità, la distrazione dalla quotidianità è sempre vista con diffidenza come se il nuovo possa sottrarre qualcosa. Ma il Salone Nautico è un evento che porta business per Genova e porta la conoscenza della città in tutto il mondo. Credo che il carattere un po’ chiuso del genovese non cambierà ma sono altrettanto convinto che ogni genovese sia orgoglioso che il Salone Nautico si svolga a Genova.

Lei è nato a Padova, com’è avvenuto il suo incontro con il mare?

E’ stato un incontro professionale. Sono nato nel mondo dell’organizzazione di eventi fieristici e la mia specializzazione prescinde dalla filiera rappresentata in un evento. Il mare e la nautica sono stati approcciati prima in modo didattico ma poi, confesso, ne sono stato rapito.

E’ un settore complesso dove innovazione e design sono componenti integrate che devono regalare emozioni e per tali ragioni è molto dinamico e sempre in movimento. E’ poi un settore dove la passione ha una componente straordinaria. Spesso le aziende si fondono con la storia familiare, magari di più generazioni, dove l’amore per il mare è diventato una professione e regala storie straordinarie. 

Nella sua carriera si è sempre occupato di grandi manifestazioni. Ma gestire spazi espositivi con yacht a terra e in acqua è decisamente più complicato di qualsiasi altro settore. Cosa è cambiato nel momento in cui ha iniziato a occuparsi di nautica?

E’ cambiato molto. In una fiera tipica si ha a che fare con una maglia espositiva di stand, più o meno regolare, ma pur sempre uno schema fisso. Mentre al Salone Nautico ogni singola imbarcazione rappresenta uno stand. E tutto questo rende molto dinamico il display espositivo. Ci siamo dovuti attrezzare con diverse professionalità che possano garantire la massima efficacia espositiva. Un lavoro complesso, ma di grande soddisfazione. 

Al di là del suo lavoro, oggi qual è il suo rapporto con il mare e che tipo di “frequentatore” è?

Adoro gli orizzonti aperti e quindi il mare è un elemento che amo. Purtroppo non sono un grande frequentatore del mare. Alla mia generazione manca un fattore fondamentale del lusso moderno, il tempo. Al di là della recriminazione personale, la mancanza di tempo è un elemento importante del nostro mercato perché il futuro è legato anche a nuove opportunità di fruizione senza essere legati al possesso.

Barca a vela o a motore?

Per opportunità vorrei avere una piccola barca a motore per poter sfruttare qualche ora nel fine settimana. Ho un bimbo che sta crescendo e vorrei che la barca fosse un elemento di condivisione tra me e lui. La quantità è poca e quindi la qualità del tempo diventa importantissima. Credo che il mare e la barca possano rappresentare questa qualità.

 

Giuseppe Orrù

Foto di Claudio Colombo

 

NAUTICA IN UN RITRATTO. Un progetto di Liguria Nautica e Claudio Colombo che propone una galleria di personaggi liguri o comunque con un legame con la nostra regione, che hanno lasciato un segno nella nautica italiana o con profonde radici e sinergie con il nostro mare. Per ognuno di loro, vi presenteremo un ritratto fotografico realizzato da Claudio Colombo e un’intervista del nostro giornalista Giuseppe Orrù, per conoscere meglio ogni protagonista, anche con curiosità sulla loro vita privata.

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3 commenti

  1. Rachele says:

    Complimenti per l’organizzazione e la bellezza del Salone Nautico di Genova e alla perfetta gestione e direzione commerciale. Bravi!

  2. Gennaro Coretti says:

    Saloni nautici, Ucina , Confindustria , Ente Fiera che contiene Regione, Comune ecc ecc compongono la jungla in cui Alessandro Campagna deve districarsi per realizzare un evento dove tutti sono pronti a criticare . Uscire indenne da questo groviglio per accontentare un esercito di espositori quasi sempre incazzati è un opera ciclopica . Solo chi ha provato a organizzare cose analoghe riesce ad apprezzare la professionalità di Alessandro costretto a operare in un contesto disagiato e inadeguato. La concorrenza è spietata : Düsseldorf, Cannes e ora anche Venezia gioca la carta del Salone Nautico , senza parlare di tante altre realtà minori ( Tulln, Nauticsud,La Grande Motte , ecc) che distraggono gli espositori con la localizzazione o con la specializzazione . È una sfida continua a cui Alessandro Campagna risponde con serietà e riconosciute capacità.

  3. giulio calza says:

    bella iniziativa quella d’intervistare i ” vecchi” della nautica ma, sino ad ora non ho sentito nessuno che abbia dato qualche motivo valido delle crisi ricorrenti di questo settore ed, ancorpiù qualche idea valida per un futuro più legato allo sviluppo del numero di utenti piuttosto che all’aumento di fatturato concentrato su pochi:

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