Violazioni della sicurezza e rischi per l’ambiente: fermata a Genova una nave cinese

Una nave porta automobili battente bandiera cinese è stata fermata ieri dalla Capitaneria di Porto di Genova. I militari hanno contestato una serie di carenze tali da impedirne la navigazione

7 February 2019 | di Giuseppe Orrù
La plancia della nave cinese fermata a Genova
La plancia della nave cinese fermata a Genova

Una lunga serie di violazioni delle norme in materia di sicurezza della navigazione e pericoli per l’ambiente marino. È quanto emerso dalle ispezioni che i militari della Capitaneria di Porto di Genova hanno effettuato mercoledì 6 febbraio a bordo di una nave porta automobili battente bandiera cinese, la Yu Heng Xian Feng della compagnia Nyk Line.

Per questi motivi l’unità è stata sottoposta ad un provvedimento di “detenzione”, che impone la completa rettifica delle mancanze prima di poter riprendere la navigazione verso il prossimo scalo. La nave, proveniente dal porto di Bengasi, in Libia, da dove era partita nella tarda serata del primo febbraio, è giunta all’ormeggio in banchina Canepa a Genova nella mattinata del 6 febbraio.

A sottoporla ad una accurata ispezione è stato il nucleo Port State Control della Capitaneria di Porto di Genova, in applicazione dell’accordo internazionale sui controlli per la sicurezza della navigazione, noto come Memorandum of Understanding di Parigi del 1988.

Nel corso dell’ispezione sono emerse alcune violazioni delle norme sulla sicurezza della navigazione e si è scoperto che gli equipaggiamenti obbligatori per la tutela dell’ambiente marino, come l’importante sistema di separazione delle acque di sentina, non funzionavano.

Intanto i tecnici del registro navale China Shipping Society sono già al lavoro per ripristinare le mancanze e consentire nuove verifiche da parte dell’autorità marittima italiana, che, solo dopo aver appurato l’esecuzione delle prescrizioni, potrà consentirne la partenza.

Il fermo della nave, d’altronde, è una misura di tipo eccezionale che si applica nelle situazioni più gravi e finalizzata a verificare che anche le navi straniere che attraccano nei porti italiani garantiscano standard di sicurezza e sistemi di protezione dell’ambiente marino richiesti al naviglio battente bandiera nazionale.

 

Giuseppe Orrù

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1 commento

  1. Roberto Pampaloni says:

    Meno male!
    Alla Tv si vedono le conseguenze della plastica trascinata dall’arcipelago toscano verso La Spezia e la Liguria, se ripenso alle chiatte di spazzatura che vidi scaricare negli anni 70 ! Guai a passare di lì si rimaneva bloccati !

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