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Il vocabolario dei subacquei per "parlare" in immersione
La comunicazione sott’acqua avviene grazie un “vocabolario” di gesti che tutti i subacquei devono sapere per evitare facili incomprensioni
Parlare sott’acqua con i compagni d’immersione è una missione impossibile. La bocca è “tappata” dall’erogatore e il naso è compresso dalla maschera. Farsi capire solo tramite suoni gutturali sarebbe davvero difficile.
Se vi siete mai chiesti come si fa a comunicare durante le immersioni, la risposta è solo una: attraverso i gesti. Esiste un sorta di dizionario per farsi capire e comprendere le richieste o i suggerimenti del compagno o dell’intero gruppo.
Non aspettatevi che questo glossario sia ricco come l’enciclopedia della lingua italiana, anzi. Quello dei subacquei è un vocabolario scarno, ma efficiente. Pochi gesti utili e essenziali per intendersi.
Poter comunicare solo attraverso cenni e non udire altri rumori al di fuori del rumore del mare e del suono del proprio respiro, è uno degli aspetti che mi affascina di più della subacquea.
I gesticolii che si fanno sott’acqua, però, non sono convenzionali, anzi molte volte possono essere mal interpretati e possono ingannare. E’ quindi fondamentale studiarli, ricordarseli bene e non confondersi. Uno degli errori che viene commesso più spesso è sbagliare il gesto indica che va tutto bene.
Se pensate che il pollice alzato, stile Fonzie, voglia dire ok, non è così. Anzi è uno di quei gesti che rientra nella categoria dei “falsi amici” e che potrebbe trarvi in inganno. Il pollicione rivolto verso l’alto indica la volontà o la necessità di tornare in superficie. Quando invece il pollice sarà rivolto verso il basso, non preoccupatevi non è un gesto di disapprovazione da parte dei vostri compagni d’immersione, ma significa che bisogna andare giù, verso gli abissi.
Se invece vedete qualcuno che si passa la mano tesa sul collo non è una minaccia nei vostri confronti, non abbiate paura per la vostra salute, tutt’altro dovrete pensare a quella del vostro compagno. Con questo gesto il subacqueo vi vuole segnalare che ha finito l’aria nella propria bombola e che ha bisogno del vostro aiuto per effettuare la risalita.
Se invece volete comunicare che tutto va bene dovrete fare come i praticanti yoga quando emettono il suono Om. Bisogna unire pollice e indice e tenere teste le altre dita.
I gesti della mano sono uguali tra yogi e subacquei ma il fine è diverso. Se nello yoga il pollice e l’indice uniti rappresentano qualcosa di interiore, come l’unione tra la coscienza con il divino e l’energia corporea, nella subacquea questo gesto ha una valenza più pratica: le dita rappresentano una O e una K, quindi simboleggiano ok.
Questi gesti sono solo alcuni tra quelli che vengono usati in immersione, ma ne esistono tanti altri. E se ora vi state chiedendo se i segni convenzionali che esprimono una forte disapprovazione o addirittura un disappunto solitamente usati sopra al livello dell’acqua, hanno lo stesso significato anche in immersione, la risposta è sì. Possono essere capiti anche a 40 metri di profondità e oltre. Ma non sta a me dire se usarli oppure no, non vorrei entrare nel capitolo bon ton. Insomma con questi gesti si riesce a mandare un messaggio, in modo piuttosto diretto, a qualsiasi profondità!!
Elisabetta Cantalini
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