“Barca dolce barca”: la storia della studentessa di Cagliari che ha scelto di vivere in barca a vela

Per la studentessa e insegnante di vela, Marta Magnano, "ci vuole coraggio a restare a terra, non a prendere il largo". E "l'unico vero rimpianto è non averlo fatto prima”

22 October 2020 | di Maria Cristina Sabatini

Marta Magnano è una ragazza di 30 anni, cagliaritana, studentessa di medicina ed insegnante di vela. A gennaio del 2019, all’età di 28 anni, ha deciso di fare il grande salto e trasferirsi a vivere a bordo di Churingas, barca a vela di 10 metri, trasformandola nella sua “barca dolce barca”.

Oggi, la giovane studentessa affascina il mondo raccontando attraverso immagini e parole il trascorrere delle giornate su Churingas, in compagnia di Patè e FoisGras, i suoi inseparabili amici pennuti, dimostrando che, se hai nel cuore una passione puoi davvero decidere di provare ad inseguire i tuoi desideri. Perché la barca a vela non è uno status symbol a disposizione di pochi fortunati ma è un sogno realizzabile, alla portata di tutti e lei ne è un valido esempio!

A seguire le sue avventure  sui social sono ormai in tantissimi: 7601 solo su Facebook  e più di 10 mila su Instagram. Marta si è così trasformata in una vera e propria testimonial del mondo della vela. Se ne è accorto anche il Salone Nautico di Genova, che l’ha invitata a partecipare come ospite alla 60esima edizione appena conclusa.

Marta Magnano: una passione per la vela nata da bambina

La passione di Marta per la vela parte da lontano. È iniziata presto, da bambina. Derive, optimist, laser, persino qualche zattera costruita per gioco con gli amici: “Tutto pur di stare in mare – racconta – crescevo e come tanti desideravo avere ‘da grande’ una mia barca”.

Un desiderio forte, prepotente, irrefrenabile. Marta non poteva attendere. Doveva assolutamente realizzarlo. “Prima c’è stata la maturità – spiega – poi il test di medicina, poi ci sarebbe stata la laurea, la specializzazione chissà dove, la dura ricerca di un lavoro che durasse più di 6 mesi di contratto rinnovabile, poi la casa, la macchina, la stabilità… Tutto troppo e troppo lontano per aspettare di avere una mia barca, meglio a quel punto iniziare dalla fine, anche a costo di qualche sacrificio!”.

E così Marta decide di non pensarci troppo e di “tuffarsi” in questa avventura. Con i soldi risparmiati grazie ad anni di scuola di vela acquista, tramite il mercato delle barche usate, Churingas: “Una sola ne ho vista e una sola ho voluto – sottolinea la studentessa – perché mi sono innamorata di lei al primo istante. Portava il nome di una pietra sacra portafortuna che gli aborigeni dell’Oceania portano al collo nelle navigazioni, la stessa di Moana, la famosa bambina della Walt Disney che non desiderava altro se non navigare. Il cartone l’avevo conosciuto poche settimane prima in un periodo buio della mia vita e poi è arrivata la mia lei”.

La prima notte che Marta ha deciso di passare nella sua nuova casa galleggiante è stata quella subito successiva alla firma del contratto d’acquisto, una notte bellissima anche se a Churingas mancavano ancora molte comodità. “Era fredda e spoglia – ricorda – e ci sono andata col solo sacco a pelo e un cambio per il giorno dopo. Tante cose non funzionavano, luci incluse, non avevo una stufetta e ovviamente non avevo acqua calda. Non era un problema, però, perché c’ero già passata in quella situazione ma stavolta avevo le spalle più larghe”.

E in effetti Marta, anni prima, dopo essere tornata da un’esperienza di studio in Germania, aveva preso in affitto una stanza a poco prezzo. Una notte, al rientro a casa, la sorpresa: la corrente era stata staccata. I precedenti inquilini non avevano pagato alcune bollette e i proprietari risultavano irraggiungibili. La ragazza avvilita decise allora di chiamare un caro amico colombiano, conosciuto in Germania, per un po’ di conforto.

Una nuova prospettiva di vita

Le parole del giovane aprirono a Marta, una finestra su una nuova prospettiva di vita: “Nella mia città – le disse – c’è gente che non conoscerà acqua né corrente per tutta la vita e forse non avrà neanche un tetto. Di cosa ti lamenti tu che hai una casa e un futuro?”.

“Aveva ragione – afferma Marta – quel mese senza corrente (era dicembre), che ci crediate o no, è stato bellissimo. Avevo preso dei ritmi naturali che oggi abbiamo perso. Quella sensazione di rispetto dei propri tempi e di armonia con la natura, la rivivo anche adesso che sono in mare. Se c’è una cosa che ancora oggi non dimentico di fare è di dar le giuste priorità e importanza alle cose e so anche che, talvolta, a fare una vita più povera e semplice, si diventa più ricchi”.

Dopo l’acquisto della sua amata Churingas e la nuova meravigliosa vita sopra la superficie del mare, ora Marta ha un altro grande sogno da realizzare: girare il mondo in barca a vela. Il primo passo sarà attraversare l’Italia per promuovere il territorio e “anche in questo caso– spiega –  dimostrerò che è possibile farlo con pochi soldi”.

Quanti leggendo la storia della giovane studentessa di medicina appassionata di vela sognano di trovare il suo stesso coraggio per lasciare la terra ferma e scegliere di inseguire con passione e un po’ di sacrificio i propri sogni? “Si sbagliano- chiarisce Marta– ci vuole coraggio a restare a terra, non a prendere il largo. L’unico vero rimpianto è non averlo fatto prima. C’è chi dice che chiusa una porta si apre un portone. Io ho aperto un oblò e la vista è veramente magnifica”.

 

Maria Cristina Sabatini

Foto: pagina facebook Marta Magnano Boat Sweet

 

 

 

 

 

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1 commento

  1. Elio Sebastiani says:

    Ognuno è libero di sognare e di vivere i propri sogni, ma prima o poi si fanno i conti con la realtà. Vi sono tanti che la barca rappresenta nel loro immaginario la libertà e situazioni piacevoli. Ho visto diverse persone che dopo aver venduto quello che avevano sono andate a vivere in barca …ma la barca costa mantenerla, almeno qui in Italia, e se non hai un reddito fisso si finisce col vivere da barboni in una barca che va in rovina. Quello che non riesco a spiegare è perché le riviste nautiche esaltano questi casi come se fossero da imitare, da prendere a modello di vita. Non vi nulla di straordinario se le persone decidono di vivere in barca o di veleggiare intorno al mondo. Moitessier con i suoi racconti ha fatto sognare molti e ha favorito la crescita nei porti di gente che viveva in barche malandate in povertà arrangiandosi alla meglio. Conclusione, prima creati un reddito e poi vai a vivere dove vuoi.

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