Scuola vela? Meglio se itinerante…

Per apprendere la disciplina velica non c'è nulla di meglio che imbarcarsi su un cabinato, mollare gli ormeggi e cominciare a navigare lungo costa o ancora meglio portare a termine una traversata. Un approccio concreto, reale e totale all'andar per mare che è possibile vivere anche in Italia. Le proposte dell'associazione Skipperclub di Genova.

9 October 2015 | di Redazione Daily Nautica

Andare a vela non è per tutti. Ma non perché è una disciplina destinata solo a chi ha  chi ama le barche lussuose, i circoli velici chic e le regate griffate. Quel tipo di velista un po’ mondano ed esibizionista esiste certo, ma rappresenta solo una parte marginale di questo mondo e sicuramente quella più superficiale. Al contrario navigare a bordo di barche, siano esse piccole derive, moderni cabinati o veloci multiscafi, è un piacere riservato a chi insegue la libertà più che le mode, a chi ricerca una dimensione più intima di vivere il mare, a chi predilige un contatto profondo con la natura e con sé stesso, a chi ama le cose semplici e ha spirito di adattamento.

Apprendere la vela è come vivere un’avventura

La vela, se può essere definita esclusiva, è solo in questo senso: se non avete voglia di avventura, se non siete capaci di abbandonare le vostre certezze e le comodità quotidiane, se non siete pronti a tornare bambini, a meravigliarvi e continuare a scoprire i vostri talenti o i punti critici, se non vi importa di rispettare gli altri e fare gioco di squadra, semplicemente non fa per voi. Se invece vi interessa mettervi in gioco e allargare i vostri orizzonti, ricevere insegnamento dal mare che non fa sconti a nessuno, resettare la vostra scala di valori e priorità “terricole”, allora la vela è un’esperienza straordinaria, intensa, certamente da condividere e destinata molto probabilmente ad accompagnarvi per tutta la vita.

Oggi l’offerta di scuola vela su derive, skiff, cabinati e multiscafi è quanto mai variegata: scuole, corsi e modelli di insegnamento sono tanti e a misura di tutte le tasche: scuole stanziali o a tempo pieno, corsi giornalieri e nei week end, lezioni specifiche mirate all’approfondimento di meteorologia, manovre e ormeggi o navigazione con cattivo tempo, per non parlare dei corsi regata e di mach race per chi sente bruciare dentro di sé l’agone sportivo.

Solo la navigazione forma i futuri skipper

Se c’è però un approccio che da immediatamente il senso dell’andar per mare e permette di calarsi appieno nella vita da skipper è senza dubbio quello di salire a bordo di un cabinato, mollare gli ormeggi e cominciare a navigare. L’esperienza di una navigazione lungo costa o ancora meglio di altura è senza dubbio una delle più formative, intense e suggestive. Vivere per diversi giorni a bordo di un cabinato significa essere da subito coinvolti in problematiche legate alla conduzione del mezzo, alla pianificazione della rotta, all’analisi meteorologica, alle manovre in porto, alla gestione della cambusa, ai turni di guardia e permette di confrontarsi continuamente con gli altri membri dell’equipaggio con cui si sta a stretto contatto.

Andar per mare in una determinata zona poi impone di conoscerne le caratteristiche di vento, i fondali, le correnti, le specifiche orografiche della costa, tutti elementi che a loro volta influenzano le condizioni meteo marine. Inoltre accumulando miglia si viene gradualmente calati in situazioni di maggiore complessità e responsabilità, condivise con gli skipper professionisti e con gli altri membri dell’equipaggio meno esperti, creando un ciclo di apprendimento virtuoso.

Il successo dei corsi crociera, una full immersion velica

Insomma in un corso di vela itinerante ci si ritrova completamente immersi nella nobile arte marinaresca con le sue dinamiche, i suoi equilibri e le sue fatiche, perché la vela al di là del suo innegabile fascino può essere anche impegnativa. In fondo fa parte del gioco.

Non è un caso che alcune delle scuole di vela internazionali più rinomate, come per esempio Les Glènans in Francia o la Uksa in Inghilterra, da tempo propongono nei loro cataloghi didattici i cosiddetti “corsi crociera” in cui ci si imbarca su cabinati dagli 8 ai 15 metri e insieme a skipper e istruttori si naviga per più giorni lungo rotte prestabilite facendo esperienza direttamente sul campo.

L’esperienza dell’associazione ligure Skipperclub

In Italia a credere fermamente a questa versione itinerante dei corsi di vela come palestra insostituibile nella formazione dei futuri marinai e comandanti è Skipperclub, un’associazione sportiva (affiliata alla Lega Vela UISP) fondata nel 2003 e che riunisce un gruppo di armatori e professionisti con basi nautiche a Genova, Varazze, Imperia, Lavagna, La Spezia e Francia. Il titolare, Leonardo Cipresso, lavora come skipper da oltre 20 anni dividendosi tra il mondo del charter nelle stagioni estive e parallelamente in inverno sui campi di regate. Gli abbiamo rivolto qualche domanda per farci spiegare in cosa consiste imparare la vela, diciamo così …al largo.

– Leonardo qual è il valore aggiunto di apprendere la vela imbarcandosi direttamente a bordo di un cabinato impegnato in una navigazione lungo costa o d’altura?

«Il vero valore aggiunto di un corso crociera non è la teoria che si può imparare sui libri, ma la pratica reale della disciplina velica. Si tratta di corsi basati su metodi didattici induttivi, dove gli allievi imparano anche sbagliando. A bordo di ogni cabinato impegnato nella navigazione ci sono due esperti istruttori e ogni giorno un partecipante a turno svolge il ruolo di “comandante”, assumendo tutte le decisioni relative alla barca e all’equipaggio: questo permette di affrontare concretamente  le situazioni che possono via via incontrarsi durante la navigazione reale».

– Skipperclub propone agli aspiranti velisti anche imbarchi su barche impegnate in trasferimenti. Di che si tratta?

«Avendo basi nautiche sparse tra Liguria e Francia abbiamo continuamente necessità di spostare la nostra flotta che comprende sia cabinati da crociera puri come il Bavaria 42, il Delphia 40, l’Oceanis Clipper 47.3 e il Jeanneau 53, sia gli agguerriti “fast cruise” come i First 40.7 e 44.7, il Bavaria 38 Match Race e l’X-382. In pratica ci siamo chiesti: perché non sfruttare questi trasferimenti per dare la possibilità a un allievo di vivere un’esperienza realistica di navigazione? In questo caso l’insegnamento viene da solo perché fondato su un approccio reale e pratico, proprio come accade quando si va a noleggiare una barca che non si conosce, quindi si parte dalla preparazione e dai controlli di tutta l’imbarcazione con check-list e dotazioni di bordo. Quindi si passa alla pianificazione della traversata, la navigazione stimata in notturna, la navigazione strumentale, lo studio della meteorologia, la sicurezza in navigazione, l’uso e manutenzione del motore, la conoscenza delle attrezzature e degli impianti di bordo (cartografico, caricabatteria, inverter), si apprendono nozioni di radiocomunicazione e naturalmente si approfondisce la navigazione a vela: dal governo della barca nelle varie andature di giorno e di notte, alle manovre in equipaggio ridotto e in solitaria, dall’assetto velico con vento forte, all’uso del gennaker o dello spinnaker. Un’altro aspetto da non trascurare è l’organizzazione della vita a bordo in “turni di guardia”, come da sempre succede a chi è imbarcato e che permette agli allievi di toccare con mano la vita del marinaio».

– A chi sono destinati questi imbarchi e quali sono i requisiti richiesti?

«I corsi sono indicati per allievi “motivati” che dispongono già di una buona conoscenza di base delle manovre a vela e desiderano sviluppare le competenze necessarie per affrontare lunghe navigazioni, anche in notturna, in equipaggio ridotto e con condizioni meteorologiche non favorevoli. Il corso è anche indicato per chi, disponendo di patente nautica, desidera acquisire sicurezza e autonomia in vista di crociere e vacanze a vela con famiglia e amici».

 – Che tipo di riscontro avete avuto finora da chi vi ha preso parte?

«In tutti questi anni abbiamo constatato con piacere che chi esce dai nostri corsi pratici non solo ha in mano la conoscenza confrontandosi con skipper che navigano per davvero, ma sopratutto i segreti di anni di navigazione in solitaria o equipaggio ridotto, pertanto può intraprendere in tutta sicurezza crociere e vacanze a vela con famiglia e amici. Per i più motivati è previsto sempre in ambito UISP (Unione Italiana Sport per Tutti) anche un programma che prevede una formazione come istruttore nazionale di vela».

– Quali sono i prossimi trasferimenti aperti a imbarchi nel vostro calendario stagionale?

«Partiamo i primi di ottobre con un corso che si svolge in un week end con navigazione da La Spezia a Sanremo, quindi a metà ottobre un corso sempre nel week end con navigazione Lavagna-Portovenere-Lavagna e alla fine del mese con un corso di una settimana d’altura di 680 miglia su rotta da Malta a Sanremo».

– Come può contattarvi chi è interessato?

«Per chi fosse interessato può visitare il nostro sito www.skipperclub.it nella sezione corsi e inviarci le richieste di informazioni alla mail <info@skipperclub.it> oppure contattarci direttamente al numero 0399466094».

L’autunno del resto è uno dei periodi migliori per navigare in Mediterraneo, il vento non manca e il traffico intenso dell’estate è ormai solo un ricordo. Finalmente si può vivere la magia di andar per mare liberi, magari accompagnati da un branco di delfini e cercarsi una baia o una caletta tranquilla per dormire alla fonda sotto le stelle. In attesa dell’alba, per cominciare un’altra giornata a riempire le vele di vento e il cuore di allegria. Soprattutto per imparare ad andare a vela che è una delle esperienze di vita più straordinarie che ci sia. Siete pronti a partire?

David Ingiosi

 

 

 

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