Blue Print: c’è chi dice si, c’è chi dice no

Il fronte del si e il fronte del no al Blue Print: le posizioni sembrano inconciliabili e gli interessi in gioco alti, ma ancora l'intesa sembra lontana

10 March 2016 | di Redazione Daily Nautica

Blue Print si, Blue Print no. Il progetto dell’archistar Renzo Piano divide Genova in favorevoli e contrari: da un lato c’è chi vede nel disegno, donato alla città da Piano, un’irrinunciabile opportunità di business e immagine per Genova con il nuovo waterfront. Dall’altro c’è chi si oppone su singoli temi, soprattutto sul fattore ambientale e sulla ricollocazione di alcuni club nautici.

Di questo e altro si è parlato al Palazzo della Meridiana, in un incontro pubblico organizzato da l’Associazione Amici di Palazzo della Meridiana con il Comitato Siblueprint e l’Associazione culturale la Maona. Presenti all’incontro esponenti di Confindustria, Marco BIsagno e Bruno Guglielmini, rappresentanti della Regione Liguria, l’assessore all’ambiente del Comune di Genova Italo Porcile e diversi operatori del settore nautico e industriale, tra cui Alberto Amico di Amico & Co.

Ambiente e finanziamenti, sono state queste alcune delle tematiche calde di cui si è discusso nel corso della conferenza pubblica, che non ha visto la presenza di alcuni dei principali oppositori al progetto come i circoli nautici.

Sul tema dei finanziamenti la posizione di Comune e Regione sembra abastanza chiara: si va a caccia di privati che vogliano investire nelle aree interessate dal Blue Print. Il Comune ha già lanciato infatti una gara internazionale per l’assegnazione delle aree del futuro waterfront. A fianco del comune e dei potenziali investitori privati, pare possa esserci anche la presenza della Cassa Depositi e Prestiti e della società di gestione del risparmio Invimit. Un mix di pubblico e privato quindi, con una forte presenza della seconda componente.

Il vero nodo che divide la città è però la questione ambientale e il tombamento previsto nella zona dove attualmente sorge il porticciolo Duca degli Abruzzi, con la sede dello Yacht Club Italiano e di altri storici circoli nautici cittadini. Proprio in questa porzione di porto, il Blue Print prevede un’ampia zona dedicata alle attività industriali del porto e alle riparazioni navali.

Su questo punto c’è una doppia opposizione: lo Yacht Club Italiano, Elpis, Lega Navae e Unioni Dilettanti Pesca, hanno presentato ricorso al Tar per l’impossibilità di vedere rinnovata la concessione, con scadenza dicembra 2015, sul lungo termine, data l’inconmbenza del progetto Blue Print.

L’altro filone di opposizione è quello legato alla tematica dell’ambiente: in data 24 febbraio 2016 il Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione al Parlamento Europeo ponendo l’attenzione sui risvolti ambientali del Blue Print e sul progetto di tombamento del Duca degli Abruzzi con le riparazioni navali che arriverebbero a circa 200 metri dal centro abitato. A sostegno dell’interrogazione i dati diffusi dalla società Epa che sottolineano la nocività di attività industriali di quest tipo a ridosso delle zone residenziali.

Chi sostiene il progetto Blue Print lo promuove invece come un’occasione simile alla riqualificazione, sempre su progetto di Piano, della zona del Porto Antico, ma è innegabile che il waterfront di levante pensato dall’archistar porti con se anche sensibili interessi industriali. Il valore economico in ballo è potenzialmente importante sotto tutti i punti di vista: basti pensare che le aree interessate dal Blue Print hanno un valore immobiliare che è stato già rivalutato al rialzo alla sola eventualità che il progetto vada in porto.

Resta da capire quale direzione Genova voglia prendere per il suo futuro. Su questo tema è stato chiaro Marco Bisagno di Confindustria Genova, Presidente dei Cantieri Mariotti, che insieme ai Cantieri San Giorgio, guidati da Ferdinando Garrè, impiega più di 1.500 persone tra dipendenti tiretti (circa 500) e indiretti per le riparazioni e costruzioni navali: “Genova deve decidere cosa vuole fare e soprattutto se puntare sulle riparazioni navali o meno. Senza superbacino oggi siamo costretti a portare le navi dei nostri Clienti a Marsiglia”. Il tombamento è quindi fondamentale per la  realizzazione del superbacino e non si nasconde sul tema ambiente. “Sono previste delle coperture dei bacini di carenaggio. Inoltre si tenga presente che oggi S.Giorgio fa le riparazioni a una distanza dal centro città minore da quella prevista per il futuro progetto”

In ballo nel  Blue Print c’è anche la questione Fiera e la sua riqualificazione, un tema importante anche in ottica Salone Nautico. La questione resta molto calda e i due fronti su posizioni in questo momento inconciliabili.

Mauro Giuffrè

 

 

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1 commento

  1. mauro says:

    Avrei qualche dubbio che San Giorgio e Mariotti hanno a libro paga 500 persone.

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