Rifiuti in mare: un degrado incontrollabile

Mozziconi di sigaretta, carta, oggetti di plastica, rifiuti industriali e urbani: i nostri mari sono inondati da una montagna di spazzatura

22 September 2015 | di Redazione Daily Nautica

Eccesso di rifiuti in mare, continuamente sversiamo in mare rifiuti, talvolta senza neanche accorgercene. E’ diventato “naturale” per l’uomo inquinare l’ambiente, quasi come se la salute di quest’ultimo non lo riguardasse. Parliamo di un problema che ci trasciniamo da anni e a cui non riusciamo a porre rimedio.

Secondo studi recenti in mare ci sono oltre 5000 miliardi di pezzi di plastica galleggianti, alcuni degradati ed erosi dal vento e dall’acqua: trasportati dalle correnti si sono pian piano depositati sui fondali. Altri ancora mangiati dalla fauna marina. Un eccesso di rifiuti in mare di vario genere: mozziconi di sigaretta, carta, oggetti di plastica, rifiuti industriali e urbani, i numeri aumentano esponenzialmente nel periodo delle vacanze estive. Le sostanze inquinanti impiegano tempi più o meno lunghi per degradarsi, ad esempio la carta contamina meno l’ecosistema marino perché si degrada molto velocemente, ovvero in circa 3 mesi, un mozzicone di sigaretta può richiedere dai 2 ai 5 anni, una gomma da masticare 5 anni, una lattina di alluminio 500 anni e bottiglie di vetro e di plastica fino a 1000 anni.

Eccesso di rifiuti in mare: bilancio finale

Danni di dimensioni indescrivibili che ricadono sull’ambiente e sulla fauna marina ma anche su noi stessi, facciamo un esempio del pericolo imminente che questo eccessi di rifiuti in mare potrebbero determinare, anzi che già determinano. I pesci sono pieni di metalli pesanti e noi nutrendoci di essi dopo aver avvelenato loro, facciamo lo stesso con noi stessi. I miliardi di pezzi di plastica che rilasciamo in mare sono monitorabili addirittura tramite satellite, poiché oltre ad essere davvero numerosi, le correnti li accumulano in aree di convergenza, come ad esempio nelle zone subtropicali degli oceani, andando a formare delle vere e proprie isole di spazzatura.

L’uomo non si rende conto che avvelenando l’ambiente avvelena se stesso. Se vogliamo tutelare la nostra salute, dobbiamo prima prenderci cura dell’ambiente che ci circonda. Questa è la grande verità che dovremmo cominciare a imparare.

Argomenti:

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

Il lettore è responsabile a titolo individuale per i contenuti dei propri commenti. In alcun modo le idee, le opinioni, i contenuti inseriti dai lettori nei commenti ad articoli e notizie rappresentano l’opinione dell’editore, della redazione o del direttore responsabile.
Il lettore non può pubblicare contenuti che presentino rilievi di carattere diffamatorio, calunniatorio, osceno, pornografico, abusivo o a qualsiasi titolo illecito e/o illegale, né assumere atteggiamenti violenti o aggredire verbalmente gli altri lettori.
La segnalazione di eventuali contenuti diffamatori, offensivi o illeciti e/o illegali può essere effettuata all’indirizzo e-mail info@ligurianautica.com, specificando il contenuto oggetto della segnalazione attraverso link diretto. La redazione provvederà a verificare il contenuto e prenderà eventuali provvedimenti nel più breve tempo possibile.

Potrebbe interessarti anche

Subacquea

Ancore e anfore a Pantelleria

  • Foto
  • 28 January 2024

Data la sua posizione centrale nel Mediterraneo è stata punto di passaggio da tempi immemori: non è quindi un caso che le acque di Pantelleria siano piene di reperti antichi

© Copyright 2006 - 2022 Daily Nautica - Ogni giorno, un mare di notizie.
Registrato al nr. 20/2011 con autorizzazione nr. 159/2011 del Tribunale di Genova dal 23 sett. 2011 Editore Carmolab SAS - P. Iva. 01784640995 - Direttore Responsabile: Alessandro Fossati
Tutti i contenuti e le immagini di proprietà di Liguria Nautica sono liberamente riproducibili previa citazione della fonte con link attivo

Pubblicità | Redazione | Privacy policy | Informativa cookies | Contatti

sito realizzato da SUNDAY Comunicazione

Marchi FESR