Gatta ritrovata su una petroliera: che ci faceva in mezzo all’oceano?

L'animale era finito tra gli ingranaggi dell'unità: un fatto davvero sorprendente

11 March 2017 | di Redazione Daily Nautica
Gatta ritrovata su una petroliera in mezzo all'oceano
La prima foto alla gatta ritrovata su una petroliera in mezzo all'oceano

Come ha fatto una gatta a finire su una petroliera? Gli operai della Shell New Zealand si sono posti questa domanda non appena il micio è stato ritrovato fra gli ingranaggi dell’unità. Immaginate le facce sbalordite dell’equipaggio: va bene che questi amabili felini hanno nove vite ma perchè rischiarne subito una in questa maniera?

La gatta ritrovata sulla petroliera non se l’è comunque passata malaccio, infatti tutti si sono immediatamente adoperati per fornire alla naufraga un pasto adeguato e una cuccia di fortuna. Il tutto è avvenuto a circa 49 km dalla costa neozelandese e molto probabilmente l’animale si era rifugiato in uno dei container partiti dal porto di Taranaky e diretti verso la piattaforma oceanica Maui.

Le condizioni della gatta ritrovata sulla petroliera: come è andata a finire questa insolita storia?

Maui, questo il nome dato alla gatta ritrovata sulla petroliera, ha conquistato tutti. Dopo le prime cure, è volata verso la clinica St Aubyn a New Plymouth dove ha ricevuto un’accurata visita veterinaria: fortunatamente solo tanta stanchezza ma nessun’altro problema.

La disavventura ha regalato anche dei nuovi padroni a questa gatta: un operaio ha raccontato la storia a sua moglie e l’ha convinta a prenderla in casa. Insomma non tutto il male viene per nuocere.

La storia della gatta sulla petroliera non è un caso unico, scopriamo il precedente!

La storia di Maui ha dell’incredibile ma, per quanto possa sembrare assurdo, qualche anno fa si è verificata una situazione analoga. Il micio, un maschio, si chiamava Colin ed era finito sulla petroliera Tomiwaka in maniera davvero sorprendente. Il gatto apparteneva a uno degli operai e, per affetto verso il padrone, il felino aveva deciso di seguire l’uomo: insomma Colin, quasi come fosse un cane, aveva scelto di “imbarcarsi” per non separarsi dal suo padrone.

Una storia improbabile? Forse! Ma visto che non disponiamo di una controprova, perchè non dare un’accezione eroica al gesto di questo bel gatto? L’unità era partita in direzione della Corea del Sud ma nessuno si era accorto dell’insolita visita, solo diversi giorni dopo l’equipaggio ha scoperto tutto. Al suo ritorno in Nuova Zelanda, Colin è stato nominato ambasciatore onorario di New Plymouth.

Visti questi happy ending, non vorremmo ci fosse un’ondata felina di imbarchi.

Fonti notizia e foto: http://www.lastampa.it

Paolo Bellosta

 

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