Questione Trivelle: Shell batte in ritirata e anche Petrolceltic fa marcia indietro

Shell rinuncia a proseguire le trivellazioni in Italia, probabilmente investirà nuovi capitali in Medio Oriente

24 February 2016 | di Redazione Daily Nautica

Ci sono novità riguardo al caso trivelle nei nostri mari. Shell Italia ha recentemente dichiarato di voler rinunciare alla ricerca di gas e petrolio nel golfo di Taranto, come già aveva fatto Petroceltic che nelle scorse settimane ha abbandonato i progetti al largo delle Tremiti.

Il calo del prezzo del greggio è sicuramente tra le varianti che hanno portato a una tale decisione, ma non appare certo l’unico fattore. Elementi determinanti sono stati la nuova riperimetrazione delle aree interessate, imposta dalle norme contenute nella legge di Stabilità, e l’incertezza dell’Italia in ambito idrocarburi.

Shell pare molto più interessata al mercato del Medio Oriente, in particolar modo all’Iran. Si parla di un investimento di circa due milioni, la multinazionale sfrutterebbe la fine dell’embargo durato quasi quarant’anni, anche a Teheran sembrano ben disposti a trattare. Sembra esserci una riserva di oro nero infinita: prima della rivoluzione islamica, alla fine degli anni Settanta, il Paese estraeva 6 milioni di barili al giorno.

Questione trivelle : la rinuncia di Shell

I permessi di ricerca a cui rinuncia Shell Italia sono quelli per cui aveva presentato istanza nel novembre del 2009. Si tratta di aree di mare al largo di tre regioni, Calabria, Basilicata e Puglia, per le quali la legge di Stabilità e i conseguenti decreti del ministero dello Sviluppo economico, hanno imposto nuove perimetrazioni.

Le rimostranze dei comitati anti trivelle e le recenti decisioni dello Stato hanno spinto Shell a spostare il suo interesse altrove. “Sono diversi i cambiamenti normativi subentrati dal 2009 ad oggi, cambiamenti che hanno portato anche a stravolgimenti sostanziali rispetto ai progetti presentati”, queste le parole del direttivo Shell. La Legge di Stabilità ha infatti posto il veto alla ricerca di idrocarburi entro le dodici miglia dalla costa, poi il prossimo 17 aprile ci sarà anche il referendum sulle trivelle, insomma una questione incerta e spinosa.

Foto: www.greenme.it.pugliapress.org

Paolo Bellosta

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