Come entreranno le navi (e le barche) nel porto di Genova con la nuova diga? Le tre ipotesi

Al centro del dibattito pubblico che si aperto nei giorni scorsi ci sono tre soluzioni per l’ingresso delle navi, commerciali e passeggeri, nel porto di Genova dopo che verrà costruita la nuova diga foranea. E una di queste è già la favorita

11 January 2021 | di Giuseppe Orrù
Il porto di Genova
Il porto di Genova

Il progetto di costruzione della nuova diga foranea del porto di Genova permetterà di superare il limite attuale di dimensioni delle navi in grado di accedere in sicurezza al bacino di Sampierdarena dall’imboccatura principale di levante. Un limite che corrisponde ad una lunghezza massima di 300 metri. L’accesso di ponente presenta invece caratteristiche dimensionali che consentono il transito di navi di lunghezza inferiore ai 200 metri.

Per farlo verrà costruita una nuova diga che cambierà le procedure e le manovre di ingresso in porto. Le alternative selezionate come le più vantaggiose in termini di minori sviluppi di nuove opere e di una minore porzione di diga esistente da demolire e quindi di minori costi, sono risultate essere tre (nell’ambito di 5 famiglie di soluzioni studiate) e sono al centro del dibattito pubblico che si è aperto nei giorni scorsi. Una di queste soluzioni sembra essere la favorita, sicuramente la preferita dalla Capitaneria di Porto e dal sindaco Marco Bucci.

La triade di ipotesi su cui si sta concentrando il dibattito prevede la soluzione 2 e la soluzione 3, con l’accesso al porto da Levante, e la soluzione 4, con l’accesso da Ponente. Le tre soluzioni selezionate sono state valutate e confrontate anche in relazione agli effetti sui fattori ambientali, paesaggistici, storico-archeologici, sulle attività diportistiche a levante, sulle procedure per l’imbarco del pilota sulle navi e sulle manovre di accesso delle navi al porto.

 

La situazione attuale del porto di Genova

SOLUZIONE ALTERNATIVA 2

Il progetto prevede che per entrare a Calata Bettolo e a Sampierdarena si utilizzi un nuovo ingresso da levante (est), lasciando che le navi da crociera e i traghetti continuino a raggiungere il Porto Antico attraverso l’attuale ingresso da levante. In sostanza ci sarebbero due corridoi di ingresso paralleli: quello attuale per le navi da crociera e i traghetti e quello nuovo per il traffico commerciale che, al traverso di Calata Bettolo, avrebbe a disposizione un avamporto di 800 metri di diametro in cui evolvere.

Nella fase iniziale (Fase A) si realizzerebbe il primo tratto della nuova diga per circa 3.100 metri su fondali con profondità superiore ai 30 metri, e per circa 1.000 metri su fondali compresi tra 20 e 30 metri. Contemporaneamente si prevede la demolizione della diga esistente per circa 1900 metri, di fronte ai terminali di Calata Bettolo e di Calata Massaua, senza toccare il molo storico Duca di Galliera.

Nella fase di completamento (Fase B), si realizzerebbe un nuovo tratto di diga, a circa 400 metri di distanza dal filo delle banchine, oltre ad un prolungamento della diga esistente dell’aeroporto. Verrebbe quindi completata la demolizione della diga esistente, di fronte a Sampierdarena, nel tratto di ponente, per un totale di circa 1.500 metri.

Tra i due tratti della nuova diga verrebbe mantenuta un’apertura di 150 metri, in prossimità della foce del torrente Polcevera, per favorire i deflussi di piena e limitare il deposito di sedimenti nell’area portuale. Il varco di Ponente potrà anche essere destinato alla navigazione di piccolo cabotaggio e alle imbarcazioni di servizio.

La Soluzione 2, con accesso da Levante ma due corridoi distinti per portacontainer e traghetti e navi da crociera

SOLUZIONE ALTERNATIVA 3

Rispetto alla soluzione 2, il progetto prevede un nuovo ingresso da levante (est), per tutte le navi dirette ai vari terminali, sia per le navi portacontenitori dirette verso Calata Bettolo e le darsene di Sampierdarena, sia per le navi da crociera dirette verso il Porto Antico.

Queste ultime potranno pertanto raggiungere il Porto Antico attraverso un varco di 400 metri previsto tra Calata Bettolo e la diga esistente. In questo modo si distinguono gli ingressi per i diversi tipi di traffico, destinando quello nuovo al traffico per i terminali commerciali e quello esistente al traffico relativo alle riparazioni navali e alla nautica da diporto.

Questa è la soluzione ritenuta migliore sia dalla Capitaneria di Porto, come ha spiegato l’ammiraglio Nicola Carlone anche dopo un primo confronto con i servizi tecnici del porto (soprattutto piloti e rimorchiatori), sia dal sindaco di Genova Marco Bucci. Tra i punti che la rendono la soluzione preferita, ci sono il fatto che ormai le navi da crociera stanno raggiungendo dimensioni sempre più simili a quelle delle portacontainer. Anche queste navi, quindi, potrebbero compiere la manovra in un diametro di 800 metri, per poi utilizzare il varco di accesso al Porto Antico.

Inoltre questa soluzione riserverebbe l’ingresso già esistente al diporto, evitando che natanti e imbarcazioni si trovino ad occupare il canale insieme a una nave con i rimorchiatori filati. Lungo l’attuale canale, oltre alle Riparazioni navali, si trovano infatti diverse attività da diporto: dalla darsena nautica della Fiera del Mare (dove nascerà il nuovo waterfront), fino allo Yacht Club Italiano.

Per realizzare questa soluzione, si prevede la demolizione di un tratto del Molo Duca di Galliera verso ponente, e una nuova configurazione di questa porzione di diga per consentire le manovre di accesso al Porto Antico.  Complessivamente si prevede la demolizione di 2.150 metri dell’attuale diga foranea, nel tratto tra Calata Massaua e il molo Duca di Galliera (circa 300 metri).

Nella fase di completamento (Fase B), analogamente all’alternativa 2, si realizzerebbe un nuovo tratto di diga, a circa 400 metri di distanza dal filo delle banchine, oltre ad un prolungamento della diga esistente dell’aeroporto. Tra i due tratti verrebbe mantenuta, anche in questo caso, un’apertura di circa 150 metri, in prossimità della foce del torrente Polcevera. Sempre in questa fase è prevista la demolizione della diga esistente di fronte alle banchine di Sampierdarena nel tratto di ponente, per uno sviluppo totale di circa 1.950 metri.

La Soluzione 3 è la favorita: tutte le navi entrano dal nuovo canale, mentre quello esistente sarebbe destinato al diporto e alle Riparazioni

SOLUZIONE ALTERNATIVA 4

Il progetto prevede un nuovo ingresso da ponente per le navi dirette ai vari terminali: Calata Bettolo, le darsene di Sampierdarena, il bacino del Porto Antico. Anche le navi da crociera e i traghetti, come per l’alternativa 2, potranno accedere al porto attraverso un varco di una larghezza di 400 metri ricavato tra Calata Bettolo e la diga esistente.

Nella fase iniziale (Fase A) si realizzerebbe la nuova diga foranea, che si svilupperebbe per circa 2.350 metri su fondali tra 30 e 50 metri e per circa 850 metri su fondali variabili tra i 20 e i 30 metri. In questa fase si realizzerebbe il varco di accesso al Porto Antico, attraverso la demolizione di 2.150 metri dell’attuale diga foranea, nel tratto da Calata Massaua e il molo Duca di Galliera (per 300 metri).

Nella fase di completamento (Fase B), come nelle altre soluzioni, si realizzerebbe un nuovo tratto di diga foranea distanziato 400 metri dal filo delle banchine e un altro in prolungamento della diga esistente dell’aeroporto. Tra i due tratti verrebbe mantenuta un’apertura in prossimità della foce del Torrente Polcevera di circa 150 metri. In questa fase è prevista anche la demolizione della diga esistente di fronte alle banchine di Sampierdarena nel tratto di ponente, per uno sviluppo totale di 1.850 metri.

La Soluzione 4 è l’unica con accesso da ponente

L’IMPATTO SOCIOECONOMICO

Dopo una prima fase di prevedibile e leggera contrazione transitoria dei traffici, durante la costruzione, seguirebbero alcuni anni in cui i traffici aumenteranno significativamente con tassi annuali di crescita importanti, per poi assestarsi su un trend di crescita congiunturale.

I risultati dell’analisi costi benefici sono positivi per tutte le soluzioni d’intervento, come evidenzia il rapporto tra benfici e costi che risulta sempre superiore a 1,5 per tutte le soluzioni e in tutti gli scenari considerati. In base a questo risultato, le linee guida per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti attribuiscono all’intervento un livello di “priorità alta”.

 

Giuseppe Orrù

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