SFIDE: problemi per il Class 40 Bet 1128 di Gaetano Mura e Sam Manuard

Stanotte il Class 40 Bet 1128 dello skipper sardo Gaetano Mura in doppio con Sam Manuard ha avuto un incontro ravvicinato con un cargo che ha prodotto ingenti danni

20 November 2013 | di Redazione Daily Nautica

Mentre era in corsa verso l’arcipelago di Capo Verde, direzione Itajii (Brasile), il Class 40 Bet 1128, già sfortunato protagonista di un disalberamento, poi riparato, qualche giorno fa, ha avuto stanotte un incontro ravvicinato con un cargo, che ha provocato ingenti danni.

 

Di seguito, il racconto appassionante dello skipper Gaetano Mura di quanto è accaduto.

 

“Duro colpo per Bet112 ed il suo equipaggio stamattina all’ alba a largo delle isole capoverdiane. Stavamo navigando cod 5 e 2 mani a grande velocità con grossa onda formata,dopo la notte insonne ero riuscito finalmente a stendermi sulla cuccetta per dormire. Ho sentito la voce di Sam che mi chiamava e dal tono ho intuito che bisognava sbrigarsi. Ho tirato su la cerata che avevo calato sulle gambe, ho afferrato la giacca e son volato fuori. Eravamo ad un incrocio pericoloso con un cargo, con il quale Sam aveva già comunicato via radio per accordare l’ incrocio, ma il cargo reagisce in maniera anomala. Sam chiude la calza dello spi che nella manovra fa una caramella (si attorciglia su se stesso NDR)corro in aiuto ma proprio in quel momento la bugna dello spi va in acqua mentre la barca sta volando giu da una grossa onda…tutta la nostra forza non serve a niente si parla di tonnellate lo spi trascinato si riempie come un otre incomincia a lacerarsi trasportando con se l’intero bompresso che si tronca di netto. La vela tira paurosamente sull’albero, la barca si intraversa, incassiamo un frangente che arriva all’ interno..tutto sotto i nostri occhi impotenti che abbiamo come priorità il togliere via gambe e braccia dalle scotte impazzite.

 

Ho messo la drizza sul winch ed ho tirato con tutta la forza per avvicinare la vela alla poppa. Ho preso il coltello dalla barra del timone e ho tagliato con fatica il dinema dell’ inferitura che teneva tutto. La barca liberata dal carico ha tirato un respiro di sollievo. Ma non è finita. Tutta la vela con le scotte e altre manovre e sotto la barca incastrata sul bulbo ed il bompresso penzola pericolosamente fuoribordo vincolato solo dalla tak line (cima di una manovra NDR) mi e venuto da piangere e normale ti crolla il mondo addosso, ma ho ingoiato le lacrime nel momento stesso in cui arrivavano …mi son detto “testa alta coglione che se ti dai una mossa porti le palle e la barca in Brasile”. Ho guardato Sam…non ci siamo detti niente ma ci siamo capiti…bisogna andare sott’acqua e dopo aver assicurato il possibile e tentato tutto per evitare questa spiacevole immersione…ho infilato la testa sott’acqua con la maschera per avere conferma bisogna immergersi.

 

Ci sono cresciuto in acqua, dalla finestra di casa mia in Sardegna se butto un sasso finisce in mare…da ragazzino ho passato il mio tempo ad immergermi dovunque a pescare in apnea ad esplorare le grotte con la bombole….ma andar giù adesso in mezzo all’oceano con la barca che rolla e beccheggia senza tregua di traverso al mare e che non si riesce comunque a fermare del tutto…be ll idea non mi piace davvero..ma non c’è scelta…Gaetà devi andare!!Sam prepara un sistema di cime al quale potrò tenermi. Per sicurezza infilo il braccio in un altra scotta assicurata al winch mi metto una maglia e tengo la calzamaglia per una temperatura psicologica. Cazzo ci sei nato sott’acqua …coltello tra i denti nel vero senso , 123 sotto. Sin da piccolo andare sott’ acqua mi rilassa e incredibilmente avviene anche ora per un istante per via della familiarità dell’ emozione. Il mare è blu cobalto bellissimo!! La mura della vela ha fatto 2 giri attorno al piede del sail drive del motore la barca fa un paio di nodi e faccio una fatica immane per avvicinarmi alla vela e farlo in sicurezza per non correre il rischio di essere intrappolato dal biscione che oscilla in tutti i sensi…Una scena tragicomica la calzamaglia si gonfia impedendomi di nuotare verso il centro della barca me la levo e la lancio a Sam..Sono in mezzo all’ oceano nudo con l’ uccello di fuori, un coltello tra i denti e un mantra nella testa che ripete che nulla è impossibile..due immersioni e siamo liberi.
Monto a bordo come un gatto recuperiamo il salvagente che Sam aveva filato per sicurezza…bravò mon gars! (bravo ragazzo mio!!) Sam ha un bel sorriso,abbiamo “soluzionato” anche questa..cosa facciamo? la gara e finita? andiamo in brasile più veloci che possiamo anche cosi e un altra storia ma sarà la nostra storia. Dopo una veloce riassetata abbiamo dato il solent..ce tanto vento e un bel mare al momento andiamo abbastanza veloci e facciamo progetti su una possibile riparazione di fortuna del bompresso appena le condizioni meteo saranno più clementi..

 

Peccato la nostra rimonta era eccezionale cercata e sudata fino in fondo …ma bisogna essere fatalisti c’est la vie…come diceva Forrest Gump “la vita e come una scatola di cioccolatini …non sai mai quello che ti capita”…..il pot au noir magari ci concede momenti d tregua per mettere una pezza. E tutto da bet 1128…ma direi che c’e ne d’ avanzo”.

 

Francesca Pradelli

 

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2 commenti

  1. paolo says:

    Grandissimo Gaetano. Il migliore al mondo. Come Uomo e Velista.
    Per il caso specifico …. non capisco perché come per Soldini o un altro, i casini capitano quando loro NON sono al timone. Questi francesi …. (sì lo so è un commento da scrivania, valga allora la prima riga, il resto è pour cazzenger!)

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