Ecoalf, ovvero come passare da una bottiglia in plastica a un piumino

Il marchio iberico si impegna a riciclare i rifiuti oceani e a trasformarli in capi d'abbigliamento di tendenza

5 January 2016 | di Redazione Daily Nautica

Continuamente si parla di inquinamento degli oceani, le previsioni orientate ai prossimi 50/100 anni appaiono sempre più nere e negative. Uno studio redatto da una prestigiosa rivista scientifica, Proceedings of the National Academy of Sciences, ci racconta che tra 35 anni quasi ogni esemplare di volatile avrà ingerito molta della plastica proveniente da rifiuti lasciati sulle spiagge o in acqua, questo solo per farci capire quanto il numero di questi detriti continui ad aumentare in maniera esponenziale.

Noi preferiamo non pronunciarci in merito alla veridicità di queste fonti, spesse volte esagerare è facile e fa notizia, ma il problema è reale, negarlo sarebbe folle. Sicuramente se spendessimo più tempo a cercare anche solo una piccola soluzione, piuttosto che andare avanti con previsioni catastrofiche, forse qualche opzione in più ci sarebbe.

In questo senso appare davvero interessante segnalare un’azienda spagnola che ha trovato un’ingegnosa maniera per coniugare moda e tutela dell’ambiente, una trovata firmata Ecoalf.

Ecoalf, ovvero trasformare i rifiuti in vestiti di tendenza

Ecco di cosa si tratta: trasformare i rifiuti marini in nuovi capi di abbigliamento. E’ l’idea di Ecoalf, marchio iberico che disegna e commercializza prodotti tessili e accessori fatti con materiali riciclati come bottiglie, reti da pesca o pneumatici usati.  Recentemente, uno studio di fattibilità finanziato dall’Ue, ribattezzato Upcyclingtheoceans, è stato lanciato per analizzare la fattibilità economica dell’idea: il responso è stato più che positivo.

L’obiettivo, spiega la coordinatrice del progetto, Paloma Oñate,“è sviluppare tecnologie di produzione usando sofisticati processi di R&S per riciclare i detriti che si trovano in fondo all’oceano. Un modo per venire incontro a un problema che ci ansia davvero moltissimo, chi ama il mare, non può non essere affascinato da questa idea”.

In particolare, “vogliamo creare la prima generazione di prodotti riciclati a partire da detriti marini con proprietà qualitative, di design e tecniche pari ai migliori prodotti non riciclati: non vogliamo che sia solo una scelta per l’ambiente, deve anche essere una scelta estetica”.

Lo studio ha scoperto inoltre che la mancanza di punti di raccolta dei rifiuti nei porti ha ostacolato pesantemente in passato i tentativi di riciclo. “Un sistema integrale di gestione dei rifiuti deve quindi essere messo in funzione in ogni porto,” dice Oñate.

I vantaggi ambientali di questa iniziativa non si limitano semplicemente alla rimozione di detriti. La produzione a partire dai materiali riciclati, piuttosto che da materie prime non rinnovabili, significa il 20 % in meno di rifiuti in acqua, una riduzione del 50 % del consumo di energia e una riduzione del 60 % dell’inquinamento dell’aria durante il processo di produzione.

Per tutti questi motivi, prendiamo esempio da Ecoalf e sosteniamola!

Paolo Bellosta

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