Novembre, tempo di traversata atlantica

Il mese di novembre è ideale per partire dal Vecchio Continente alla volta dei Caraibi o del Sud America attraversando l'Atlantico. Si parte da Gibilterra e si fa scalo alle Canarie o a Capo Verde, quindi da lì si compie il grande salto oceanico. Un sogno nel cassetto di molti velisti e oggi veramente alla portata di tutti.

12 November 2015 | di Redazione Daily Nautica

Novembre è il primo mese utile per quei velisti che sognano la traversata atlantica: lasciare il vecchio continente, attraversare l’oceano e raggiungere i Caraibi per veleggiare nel paradiso delle Piccole Antille, lungo le suggestive coste cubane o ancora nell’arcipelago mozzafiato di Los Roques. Grazie alla tecnologia installata a bordo dei cabinati da crociera, dai gps al chartplotter ai telefoni satellitari, così come ai servizi per il diporto disponibili pressoché a ogni latitudine, la traversata atlantica è ormai una prova marinara alla portata di tutti i diportisti con una buona esperienza di navigazione e un po’ di tempo libero. Parliamo di un mese abbondante da passare a bordo. Fondamentale è partire nel periodo giusto, quando soffiano gli Alisei, venti caldi e moderati che permettono di affrontare in sicurezza e abbastanza rapidamente il “grande salto” dal Mediterraneo al Mar dei Caraibi.

Sfruttare gli Alisei con un lungo lasco

Per programmare una traversata da Gibilterra ai Caraibi occorre considerare la meteorologia stagionale dell’oceano Atlantico, soprattutto nell’area di destinazione, quella tropicale. Nella fascia degli Alisei l’anno si divide in due stagioni, quella secca e quella degli uragani. Quest’ultima va dal 15 maggio al 15 novembre, periodo in cu gli Alisei sono più moderati e instabili, oltre al pericolo dei cicloni appunto. L’alta pressione che staziona sull’Atlantico settentrionale e che caratterizza invece la stagione secca (da novembre a maggio) crea il cosiddetto Aliseo Portoghese che incontrano le barche che da Gibilterra scendono alle Canarie e poi attraversano la parte meridionale del Nord Atlantico. Per questo motivo il periodo migliore per fare il grande salto a vela verso Ovest va da novembre a febbraio.

Due scali per la partenza: Canarie e Capo Verde

Lo scalo ideale per cominciare la traversata atlantica sono proprio le isole Canarie, le stesse da cui partì Cristoforo Colombo durante la sua epocale spedizione. Questo arcipelago negli ultimi decenni si è dotato ormai di infrastrutture e servizi idonei a ricevere centinaia di diportisti che ogni anno raggiungono queste coste. In tutte le isole sorgono marina turistici moderni, negozi di nautica, cantieri e soprattutto grandi supermercati dove rifornire la cambusa. Un attracco ideale potrebbero essere Tenerife o Gran Canaria. Da qui parte anche la famosa Arc, l’Atlantic Rally for Cruiser, una veleggiata in flottiglia di skipper amatori che intendono completare la traversata atlantica in sicurezza.

Mollando gli ormeggi dalle Canarie si hanno due rotte alternative per la traversata atlantica: il salto diretto verso le Piccole Antille o una rotta più a Sud verso le isole di Capo Verde che offrono l’opportunità di spezzare la rotta di circa 2.700 miglia con un altro scalo. L’arcipelago capoverdiano diventa invece uno scalo obbligatorio per coloro che invece dei Caraibi vogliono raggiungere il Brasile o il Sud America. Da qui infatti si può anche aspettare il momento migliore per attraversare la zona delle calme equatoriali e le sue tipiche bonacce quando è meno estesa.

Superare l’Atlantico in poco più di 20 giorni

La destinazione classica di chi dopo la traversata atlantica raggiunge i Caraibi sono la Martinica o Antigua, rispettivamente a 2.660 e 2.640 miglia. Considerando anche le 730 miglia da Gibilterra alle Canarie, l’intera traversata ammonta a 3.400 miglia di navigazione che a una media di 6 nodi, tanto per fare un esempio si traducono in 23 giorni a bordo.

Nonostante la traversata atlantica sia ormai non troppo impegnativa per qualunque velista esperto, occorre assicurarsi che barca ed equipaggio siano adeguatamente preparati. Le incognite in oceano anche in questo periodo non mancano e potrebbero essere costituite da basse pressioni, fronti freddi e venti sostenuti da Sud Ovest. Per evitare queste perturbazioni si sarebbe costretti a lunghe boline per aggirarle e si allungherebbe di molto la rotta. In ogni caso superare l’Atlantico in barca a vela è un’esperienza non comune che riporta alle navigazioni epiche del passato e oggi è un sogno veramente alla portata di tutti.

David Ingiosi

 

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